Stefano Piccirillo: 39 anni di carriera, con lo stesso entusiasmo dei primi giorni

Stefano Piccirillo festeggia 39 anni di carriera radiofonica. Per ringraziare tutte le persone che gli hanno dato la possibilità – e lo fanno ancora oggi – di svolgere la professione che ama come il primo giorno, il conduttore di “Io, tu e Kiss Kiss” ha inviato un emozionante pensiero che condividiamo con tutti voi. Tanti auguri Stefano!

Cari amici, in questi giorni, all’inizio del mese di luglio del 1984, per la prima volta parlavo in radio davanti ad un microfono. L’emozione di raggiungere da una piccola radio libera tante persone, il primo movimento con la mano nel mettere un 45 giri e quell’emozione unica di sentire adrenalina, entusiasmo, paura ed eccitazione insieme.

Alzare un cursore, cuffie in testa ed essere ‘on air’.

Da qual momento, avevo poco più di 16 anni, non ho smesso un solo giorno di volere ‘fare la radio’ come lavoro, passione, mestiere, esperienza di vita, porte aperte, mettermi in discussione, fare provini, ricevere prima un no e poi tanti sì.

La Radio mi ha permesso di vivere, sopravvivere, viaggiare, visitare città e continenti e isole che non avrei mai potuto immaginare di visitare. Ho incontrato migliaia di persone grazie alla radio tra editori, direttori, conduttori, fonici, artisti, responsabili di ogni settore musicale, artistico, tecnico, road manager, accompagnatori, tutor.

La Radio è stata una scelta di vita, un Natale ogni giorno e la scelgo ogni giorno.

La Radio mi ha donato anche l’amore, l’amicizia, la passione, la conoscenza.

Da Radio Kiss Kiss a RTL 102.5, da RDS a R101, da Radio Rai a tutte le emittenti che mi hanno donato vita e amore il mio grazie, sempre.

A Radio Kiss Kiss, la mia famiglia, quando nel gennaio 1987 ho condotto il mio primo programma e dove sono tornato da 20 anni.

A te che ogni giorno o notte mi ascolti e mi rinnovi l’amore per questa passione.

Semplicemente Grazie.

Stefano Piccirillo

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Marco Biondi a FM-world: “La radio è comunicazione, informazione ed emozione”

Dalla radio alla musica, dagli eventi alla discografia.

Marco Biondi è stato protagonista di una serata – gestita sia in presenza che online – presso l’associazione Laboratorio Eccellenze Italiane di Milano.

A condurre l’intervista – che riportiamo in coda a questo articolo – è stata Claudia Reali.

L’intero contributo è disponibile online, ma abbiamo contattato Biondi per un resoconto dell’iniziativa svoltasi lo scorso venerdì 11 marzo.

  • Partiamo dall’inizio: come è nata l’idea di questa serata-intervista?

Me l’ha proposta Peter Bescapè, che è con me a Giornale Radio; lui è il regista del programma di Luca Telese “L’Attimo Fuggente” in onda ogni mattina dalle 7 alle 9 su Giornale Radio. Peter è anche un bravo fotografo ed ha uno studio fotografico in zona Bande Nere dove ogni tanto fa degli incontri dentro questo “Laboratorio Eccellenze Italiane”, sono incontri sempre molto interessanti e quando mi ha proposto di farne uno con me protagonista non ho esitato nemmeno un attimo. So bene quanto Peter sia un professionista molto esigente sul lavoro, per cui sapevo di essere in buone mani.

  • La tua carriera è caratterizzata da tanti elementi: dalla radio alla discografia, dai corsi per conduttori a nuovi artisti emergenti. Come si è evoluto questo percorso? C’è un qualcosa a cui sei legato particolarmente?

Ho avuto la fortuna di vivere un periodo particolarmente florido a livello artistico e culturale, mi riferisco a tutto il trentennio 70/80/90, un periodo dove gli Artisti influenzavano culturalmente i loro fan e tutto il mainstream. Ho avuto la fortuna di vivere gli anni ’90 in una Radio Deejay che a livello creativo era esplosiva, per cui ho avuto la possibilità di misurarmi sempre su vari fronti ed ho capito presto che ogni attività inevitabilmente ne alimentava un’altra e tutte si alimentavano e si influenzavano reciprocamente. Sono legato a tutte le mie attività, anche se devo dire sinceramente che oggi la Radio non è più la mia attività principale, la Radio bene o male è il mio passato e ancora un pochino del mio presente, ma faccio fatica a immaginarmela come il mio futuro, che sarà invece sempre di più indirizzato vero la mia attività con Sorry Mom! Management e con i corsi radiofonici.

  • Oggi sei station manager di Giornale Radio, un’emittente all news che si è sviluppata prevalentemente sul digitale. Com’è cambiata negli anni la radiofonia? Ti identifichi ancora nella radio che ascoltiamo oggi?

Giornale Radio si sta sviluppando sicuramente sul digitale, anche se in questo momento l’FM ha ancora una sua importanza predominante, non a caso in Lombardia e Lazio abbiamo le nostre belle frequenze che viaggiano bene. La radio in generale oggi è molto cambiata, ogni periodo ha le sue mode, la sua cultura, le sue radio. Io ho fatto il mio e come ti dicevo sono poco interessato a fare Radio oggi. Molti mi chiedono da anni di tornare in onda con un programma mio e la cosa mi fa certamente molto piacere, ma io non sono più “quel” Marco Biondi che avete conosciuto, sono cambiato, ho altre esigenze e altre passioni. Sono strafelice ed orgoglioso di quello che ho fatto ma oggi fare un programma in radio non è più quello che voglio fare. Poi, sai, dipende da quello che mi viene proposto. Io ho un ultimo programma che è lì nel cassetto da tempo e che mi piacerebbe realizzare prima di staccare del tutto il cordone ombelicale che mi lega alla Radio, ma non so se riuscirò mai a realizzarlo, onestamente non credo.

  • Il tuo contributo a Giornale Radio non vede la tua presenza in voce, ma se dovessi realizzare questo ritorno, in che modalità sarebbe?

Giornale Radio, come altre radio prima di lei, mi ha proposto varie volte di andare in voce, ho sempre ringraziato ma ho declinato l’invito, far convivere nella stessa giornata e ogni giorno tutte le mie attività è molto complicato ed è una situazione molto difficile da realizzare. Io poi sono uno molto (troppo) pignolo ed esigente nei confronti di quello che faccio, per cui ogni mio programma richiede una preparazione impegnativa che mi porterebbe via troppo tempo dalle mie altre attività. Io ho sempre preparato da solo tutti i miei programmi, sono sempre stato l’autore di me stesso in tutto e per tutto, sorrido quando vedo oggi che programmi con poco contenuto si avvalgono pure di una redazione. Certo, se un domani avessi la garanzia di avere un aiuto in questo senso se ne potrebbe parlare. Mai dire mai, ma la vedo comunque piuttosto difficile.

  • Durante l’incontro di venerdì hai raccontato diversi aneddoti, alcuni inediti. C’è qualcosa di particolare che ti è successo e che ci vuoi raccontare?

In tutti questi anni ne sono successe tante di cose, ho avuto la fortuna di vivere una radiofonia che faceva succedere cose tutti i giorni e sempre ad alto livello. Ho incontrato artisti sconosciuti che poco dopo erano autentiche star, come quella volta che a Deejay mi venne chiesto di intervistare un’artista sconosciuta che era in Italia per fare promozione ma nessun media voleva intervistarla. Il programmatore di Deejay mi disse: “Marco dobbiamo fare un favore alla Warner, per cortesia fai questa intervista? Poi non la mandiamo in onda, ma almeno facciamo fare bella figura a etichetta e artista”. Avrei potuto dire di no, non ci sarebbe stato nessun problema, ma invece dissi di si. Il fatto che fosse un’artista sconosciuta per me era un plus, a differenza di molti io sono sempre stato molto curioso. Mi feci mandare il CD per ascoltarlo e preparare l’intervista e scoprii un album meraviglioso che cominciai subito a suonare in Pop News, ogni giorno con un brano diverso. Venni anche cazziato per questo (“Biondi basta con questo cazzo di album!”). Feci quell’intervista, lei si chiamava Alanis Morissette, l’album era “Jagged Little Pill”. Sappiamo tutti cosa è successo dopo.

  • Per finire, una domanda che guarda al domani. Che radio ascolteremo tra dieci-vent’anni? Verso che direzione deve andare la radio per essere protagonista?

La radio è comunicazione, informazione ed emozione, sono queste per me 3 cose fondamentali, se manca qualcuna di queste la radio perde molto del suo significato principale. Le prime due sono sempre presenti anche oggi, anzi l’informazione è pure troppa oggi e spesso faziosa o fake, mentre sento che manca molto l’emozione, manca a volte il far vivere emozioni a chi ti ascolta. Se recuperiamo una sana informazione e l’abitudine ad emozionare, la radio avrà sicuramente lunga vita. Fra 10 o 20 anni sicuramente io sarò totalmente fuori dalla radio, se sarò ancora in questo mondo probabilmente mi divertirò nel cercare di capirla e di essere al passo con la sua evoluzione, non mi è mai piaciuto essere fuori dai giochi, soprattutto in campi dove so di essere stato un protagonista.

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40 anni di carriera e 15 anni di LolliRadio: festa doppia per Marco Lolli

Quindici anni di LolliRadio, quarant’anni di carriera nel mondo della radio.

Per Marco Lolli, il 2021 rappresenta un traguardo importante. Il 28 agosto 2006 nasceva LolliRadio Happy Station, la prima emittente di quello che sarebbe diventato un network digitale cresciuto gradualmente.

La seconda arrivata (e diventata primatista degli ascolti) è stata LolliRadio Italia (nella foto di copertina, il momento del suo esordio) a cui sono seguite Soft, Dance, Hits e Oldies.

Fino al ‘regalo’ che Marco Lolli ha voluto offrire al proprio pubblico. Proprio oggi, sabato 28 agosto 2021, nasce LolliRadio Soul, il cui claim è “la musica dell’anima”: soul, r&b, black d’autore, musica di altissima qualità selezionata per LolliRadio dal noto giornalista musicale e indimenticata voce di RaiStereonotte Alberto Castelli.

“Sono orgoglioso di festeggiare i 15 anni continuativi di LolliRadio – dichiara emozionato Lolli – perchè non avrei mai creduto di arrivare sin qui, di collezionare tanti successi e approfondire il mio background in quella che senza ombra di dubbio rimane l’esperienza più importante e formativa di tutta la mia vita. Non avrò tempo per festeggiare perchè a LolliRadio da sempre si festeggia lavorando, migliorando tutti i canali e in questa occasione inaugurandone dei nuovi”.

Ai sette canali di LolliRadio, se ne sono recentemente aggiunti altri tre. Lo storico brand digitale DeeGay – fondato da Roberto Brandolini – è entrato da luglio 2021 nella galassia del gruppo, con una novità.

Oltre ai canali Pop&Dance e Classic, si unisce ora DeeGay Club, caratterizzato da musica house e da tutti i suoi sottogeneri. L’emittente è mixata “live h24” e curata nelle selezioni dal Dj capitolino Alex Mari.

“Il 15° anno di vita del bouquet LolliRadio e della collegata DeeGay saranno l’occasione per lanciare tante nuove iniziative e, come 15 anni fa, portare altra innovazione al sistema radiofonico digitale italiano”, dichiara Lolli.

Ma come nasce questa passione per la radio di Marco Lolli, che in questo periodo celebra 40 anni di carriera?

“Sembrava che il destino fosse già scritto” – racconta a FM-world – “I miei genitori erano cantanti lirici dell’Orchestra della Rai e la radio, in casa mia, è sempre stata accesa. Poi, a ridosso del mio ottavo compleanno, sono nate le prime emittenti libere, per cui sono stato affascinato da questo ‘nuovo mondo’. Peraltro, io abitavo in zona Balduina, un’area favorevole per collocare le antenne e farsi sentire nitidamente in tutta la città, per cui erano tutte nitide e piacevoli da ascoltare. Tramite mio padre ebbi l’opportunità di visitare GBR (che all’epoca non era solo una tv, ma anche una seguitissima radio) nel 1977, ospitato da Elena Blasi che tentò di farmi una piccola intervista. Poichè ero timido e rispondevo a monosillabi, lanciò un brano musicale e mi fece un piccolo ‘cazziatone’ dicendo che in radio si parla. L’intervista continuò in maniera più fluida e lì capii già che cosa sono i ‘vuoti’ e che non vanno fatti”, ci racconta sorridendo.

L’esordio vero e proprio avvenne all’età di 14 anni nel 1981, sempre a GBR, tramite l’autore e regista Marcello Casco. “La figlia” – sottolinea Lolli – “veniva a lezione da mia madre perchè voleva fare canto lirico e così mi chiese perchè non volevo provare a fare il fonico in radio. Detto fatto, mi ritrovai negli studi dove inizialmente osservavo i lavori che venivano realizzati, fino a quando Marcello mi coinvolse mostrandomi che si tagliavano i nastri per i montaggi, buttandomi in diretta. E da lì non mi sono più fermato”.

Prende il via così la carriera di Marco Lolli che, dopo anni nelle realtà private capitoline, arriva a inizio anni ’90 in Rai.

“Lavoravo da tempo a Radio Serena, quando nel 1991 Barbara Condorelli – che alternava il lavoro tra emittenti pubbliche e private – mi disse che cercavano un regista a StereoUno, proponendomi un colloquio con il grande Eodele Bellisario (all’epoca, capostruttura responsabile della radio, NdR). Accetto, introdotto da Marina Mancini, e mi ritrovo davanti a lui. Pensava che il mio obiettivo fosse quello di fare il conduttore e non il regista, per cui mi fece il terzo grado. Volle vedere anche il mio curriculum e cominciò a depennare buona parte di quello che avevo scritto perchè era troppo dettagliato e cercavano gente meno specializzata. Un incontro che non ho mai dimenticato e che pensavo mi avrebbe chiuso le porte in Rai. Invece dopo due giorni mi chiamò la Mancini per dirmi che avevano scelto me e che avevo convinto Bellisario, il quale mi aveva volutamente messo in difficoltà per capire qual era il lavoro che volevo realmente fare. Non puoi immaginare la gioia. Mi affidarono subito la regia della fascia dalle 15.00 alle 19.00, condotta da Barbara Condorelli, Riccardo Pandolfi e Mario Pezzolla. Fui l’ultimo regista preso a StereoUno, perchè poi il 31 marzo 1991 nacque StereoRai e fui il primo regista in onda alle 13.20 del giorno inaugurale”.

Terminato il primo contratto Rai, per Lolli è tempo di una nuova esperienza: quella di Talk Radio.

“Si tratta di un periodo che ricordo con grande affetto. Talk Radio è stata una realtà molto partecipata, che di notte – con il programma di Michele Plastino – veniva diffusa a livello nazionale prima su ItaliaVera poi su Nonsolomusica. Lì ho avuto modo di conoscere e lanciare diversi giovani, tra cui Pierluigi Pardo e il Trio Medusa. Questi ultimi arrivavano da un’altra emittente con cui proponevano nei locali il ‘Cartoon Party’ con Dj Osso. Lì sentì – tra gli altri – anche Matteo Curti che era ancora agli albori della sua collaborazione con Linus. Quest’ultimo lì chiamo e lì portò a Radio Capital, prima del loro successivo passaggio a Radio Deejay. Al di là delle singole persone, ricordo che il seguito di Talk Radio era particolarmente intenso, tanto che gli ascoltatori venivano ad aspettare i conduttori sotto la radio, al termine delle loro trasmissioni”.

Negli ultimi vent’anni, tanta Rai per Marco Lolli (con collaborazioni con nomi di prestigio quali Fiorello e Marco Baldini, Nino Frassica, Max Giusti, Luca Barbarossa e Andrea Perroni e molti altri), l’avvio del progetto digitale di LolliRadio, ma anche RTR99 Canzoni e Parole Fuori dal Coro, una delle emittenti capitoline maggiormente cresciute negli ultimi tempi.

“Sono molto soddisfatto di RTR99, emittente con cui collaboro dal 2008 e su cui ho incrementato la mia presenza negli ultimi tre anni. Abbiamo visto crescere notevolmente il nostro AQH – il quarto d’ora medio – forse perchè siamo stati molto vicini agli ascoltatori anche nei momenti più difficili. Abbiamo ripensato la radio, facendo quello che gli altri non fanno. Confermati i programmi di Luca Casciani e Fabio Martini al mattino, a fronte però dell’eliminazione dei notiziari – il che non vuol dire che non informiamo, ma lo facciano in contenitori specifici e quando c’è qualcosa di importante di dire – e di un aumento della musica nel pomeriggio, in cui non ci limitiamo a presentare i brani, ma ‘raccontiamo’ i pezzi che trasmettiamo. Grande soddisfazione ce lo sta dando anche il notturno ‘Poesie in musica’ che dalle 21.00 accompagna gli ascoltatori per tutta la notte, con la voce di Christian Iansante. E molte altre idee che hanno reso ‘RTR99 Canzoni e Parole Fuori dal Coro’ una radio unica”.

Una passione immutata, dunque, quella della radio per Marco Lolli che è un vero e proprio fiume in piena quando racconta aneddoti, curiosità e vite vissute agli interno dei tanti studi che ha frequentato.

L’esperienza di LolliRadio – che a tutt’oggi è una delle poche emittenti digitali a natura commerciale – non può non chiudere la nostra lunga chiacchierata con una riflessione sul comparto delle emittenti web. Perchè, dopo tanti anni dal loro esordio, non c’è stato uno sviluppo omogeneo di chi trasmette in streaming?

“Credo che ciascuno abbia guardato al proprio orticello, senza una visione di quello che poteva essere il futuro. E senza creare un qualcosa che volesse affermare il digitale senza fare guerra all’FM. Di esempi virtuosi ce ne sono e ce ne sono stati. Penso ad esempio a Venice Classic Radio, a Radio Yacht, a quello che è stato ILR I Love Radio fino a DeeGay. Personalmente ho cercato almeno un paio di volte di unire più realtà, ma non è andata come volevo, per cui ho seguito i consigli degli ascoltatori, andando avanti con la mia testa. Oggi Lolliradio ha un pubblico affezionato, tendenzialmente adulto, che cerca una playlist diversa e più ricca da quello che sente in FM. Happy Station – che è stata la prima LolliRadio – l’avevo pensata già nel 1997, con la sperimentazione di Radio Trash. Poi quando c’è stata la possibilità di strutturarla meglio, sono partito con il progetto che oggi compie 15 anni e che inaugura la nuova LolliRadio Soul”.

LolliRadio prosegue il proprio legame con la concessionaria TeamRadio, che vede al suo interno anche DeeGay Club e che dal primo gennaio avrà in concessione anche gli altri due canali a marchio “DeeGay”.

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Ray Cordeiro (96 anni) lascia la radio dopo 72 anni di carriera

Venerdì 14 maggio è stata la sua ultima trasmissione: “Grazie per esservi sintonizzati, arrivederci, grazie per aver partecipato”.

Sono le parole di Ray Cordeiro, per tutti Uncle Ray, un ancora energico 96enne – la cui storia è raccontata in Italia dal Corriere della Sera – che ha terminato la sua lunga collaborazione con RTHK Radio3, emittente di Hong Kong su cui era in onda tutti i giorni dal 1970.

“All the Way with Ray” è il titolo del programma, che accompagnava gli ascoltatori dalle 22.00 all’1.00 di notte e che già nel 2000 lo aveva fatto entrare nel “Guinness dei primati” come il dj più longevo del mondo.

Tutto questo perchè Ray Cordeiro, con discendenze portoghesi, aveva iniziato ben prima il suo percorso via etere.

L’esordio in radio risale al 1949 con la trasmissione “Progressive Jazz”. Poi l’arrivo a RTHK nel 1960 e il debutto di “All the Way with Ray” nel 1970.

Uncle Ray si era recentemente definito “l’uomo più fortunato del mondo”, sostenendo di non avere rimpianti.

RTHK ha dedicato al ‘veterano’ dei dj un breve documentario, disponibile cliccando QUI.

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Federico l’Olandese Volante: “Quest’anno festeggio i miei 50 anni ai microfoni d’Italia”

Federico l’Olandese Volante interviene sui social per festeggiare una importante ricorrenza.

“Ciao ragazzi” – esordisce – “sono Federico L’Olandese Volante. Quest’anno festeggio i miei 50 anni ai microfoni d’Italia e con questa esperienza vi posso garantire che la radio salva la vita. Buona radio a tutti!”.

Tantissimi i commenti di auguri arrivati al noto e amato conduttore, che da qualche anno è in onda su Radionorba.

Unendoci ai numerosi messaggi, condividiamo volentieri il video di Federico.

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I primi 40 anni di Alessandro Cattelan tra radio, tv, musica ed eventi

Compie oggi 40 anni Alessandro Cattelan.

Il noto presentatore nasceva a Tortona (Al) l’11 maggio 1980.

Una carriera ricca ed intensa, quella di Alessandro, che pochi possono vantare alla sua età.

Il mezzo che l’ha reso celebre è stata la televisione, mentre la radio è arrivata solo negli anni successivi.

L’esordio nel piccolo schermo risale al 2001 su quella che era la versione italiana del canale musicale tedesco VIVA.

Nel 2004 lascia l’emittente, che intanto era stata rinominata All Music, per passare alla concorrente MTV.

Da lì si aprono diverse collaborazioni, che spaziano dalla RAI (in particolare con “Quelli che il calcio”) a Sky, la sua vera opportunità dove da anni presenta il talent “X Factor” ed il talk-show “E poi c’è Cattelan”, per il quale ha vinto il Premio Flaiano di televisione per la conduzione.

Da oltre 15 anni, tuttavia, per Cattelan c’è anche la radio, prima con collaborazioni su Radio Kiss Kiss ed RTL 102.5, poi con due spazi più stabili che ha portato al successo.

Inizialmente, dal 2006 al 2013, Alessandro Cattelan ha presentato “105 all’una”, in onda ovviamente alle 13.00 su Radio 105. Poi il passaggio a Radio Deejay, dove tuttora rappresenta una delle voci più note con “Catteland” a mezzogiorno.

In mezzo a tutto questo, Cattelan è riuscito a trovare il tempo anche per scrivere libri, incidere un album, dedicarsi al calcio, sposarsi e diventare due volte padre.

Nell’immediato futuro, c’è il ritorno ad “X Factor”, nella prima edizione condizionata dall’emergenza Covid 19 dove, oltre a condurre, entrerà anche nello staff degli autori.

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