Spotify rottama il suo “Car Thing” senza rimborsare gli utenti: attenzione alle soluzioni proprietarie

C’e voluta la minaccia di una causa di gruppo (class action) per convincere Spotify a (forse) rimborsare i propri clienti che avevano acquistato Car Thing,  dopo averli addirittura invitati a riciclare il loro ormai inutile device in modo responsabile.

C’era una volta una cosa per auto

Cos’è, anzi, cos’era Car Thing? Annunciato come “Spotify’s smart player designed for your drive“, il player intelligente pensato per la vostra auto, Car Thing era un lettore di media in streaming con display touch e comandi vocali che si poteva agganciare al cruscotto dell’auto.

Funzionava sincronizzandosi con uno smartphone via Bluetooth (o con un cavo aux da 3.5 mm, per i nostalgici dei tempi dell’auricolare).

L’idea era portare un’interfaccia moderna stile Apple Car Play su tutte le vetture più vecchie, quelle non dotate appunto di CarPlay o Android Auto e relativi magnifici display grafici.


Hey, Spotify

Una volta sincronizzato, Car Thing visualizzava la musica preferita, i podcast, le playlist e i contenuti di tendenza su Spotify, che potevano poi essere selezionati utilizzando i controlli touch, la manopola, quattro pulsanti di selezione rapida o l’assistente vocale integrato, attivabile dicendo ‘Hey Spotify“.

99 dollari

Costo limitato, funzionalità limitate: ma in realtà poco dopo il  lancio la società aveva preannunciato l’integrazione di nuove app, portando molti a pensare la possibile aggiunta di quella dedicata all’ascolto delle radio lineari.

Niet

Niente da fare: il 23 maggio Spotify ha annunciato che avrebbe reso totalmente inutili (“bricked“) i device a partire dal 9 dicembre 2024 (un lunedì).

We understand it may be disappointing“, capiamo che potreste essere scontenti era annunciato sul sito.

Probabilmente dal punto di vista di un imprenditore del web quale Daniel Ek, i circa 99 dollari spesi dagli utenti sono nulla, più opportuno assicurarsi che questi si comportino in modo ecologicamente lodevole, cioè provvedano a “safely disposing of your device following local electronic waste guidelines“, smaltire in modo sicuro il dispositivo seguendo le linee guida locali per i rifiuti elettronici.

Rimborso? Parliamone

Di rimborso non si è parlato fino al 30 maggio, quando è comparsa una risposta vagamente evasiva sul sito di Spotify:  “Q: Posso ottenere un rimborso? A: Chi desidera un rimborso può contattare il supporto clienti con la prova di acquisto per discutere le varie opzioni“.

Forse leggiamo troppo tra le righe, ma a noi “individuals seeking a refund” non sembra proprio il massimo, meglio sarebbe stato affermare direttamente che tutti i clienti sarebbero stati rimborsati. Senza parlare dell’idea di “discuterne con il customer support”, una specie di minaccia se pensiamo alle esperienze che tutti abbiamo quando dobbiamo chiedere qualcosa ai vari call center.

 

Considerazioni

Ci permettiamo una morale a questa vicenda: come nel caso del Kindle di Amazon, dove la società aveva cancellato dai lettori dei clienti un libro acquistato da mesi dopo essersi accorta di non possederne i diritti, o in quello di  due anni fa, quando alcuni editori di e-book avevano addirittura modificato le parole di autori ormai deceduti per renderle politically-correct gli oggetti fisici o i servizi che funzionano solo tramite cloud sono molto pericolosi.

Nel caso di Car Thing  di cui stiamo parlando dev’esserci stato anche stato un “kill switch” nascosto, in quanto non comprendiamo come un device che funziona tramite sincronizzazione con lo smartphone possa smettere di funzionare a comando da parte degli svedesi.

Don’t worry

Non è comunque il caso di preoccuparsi per i ricavi di Spotify: se anche dovessero rimborsare molti utenti, potranno facilmente rifarsi con il nuovo aumento del costo degli abbonamenti deciso solo pochi giorni fa. (M.H.B. per FM-World)