Digital Audio Strategy: 22HBG valorizza nuove opportunità per i brand
Se l’epidemia di Covid-19 ha dato un segnale forte al mondo della comunicazione, i canali audio hanno dimostrato di essere più vivi e forti che mai. L’utilizzo di podcast, radio, visual radio e assistenti vocali è letteralmente esploso durante il lockdown e si è rinnovata l’attenzione per un mondo che è troppo spesso poco valutato dai marketing manager.
22HBG, da sempre sensibile alla moltitudine di possibilità che l’audio più offrire grazie al digitale, sta cercando di valorizzare al massimo questo aspetto.
“Per un brand, sempre più in lotta per l’attenzione degli utenti e dei pubblici” – dichiara Gianluca Busi, CEO di 22HBG – “l’audio rappresenta una risorsa importante che va sfruttata con piena consapevolezza. Per farlo è necessario impostare una strategia audio digitale (o digital audio strategy) capace di integrarsi con le strategie più generali e creare attenzione, attrazione e fidelizzazione dei pubblici”.
Parlare di strategia audio digitale, o digital audio strategy, significa porsi obiettivi concreti e misurabili, ragionare sui canali (radio, web radio, radio app, skill Alexa, Podcast supiattaforme quali Spotify e iTunes), capire come i contenuti già in possesso del brand siano declinabili su questi media e quali contenuti proporre e produrre in formato originale.
“Si è fatto un gran parlare di podcast, in questi mesi”, spiegano con un esempio a 22HBG. “Si tratta di uno degli strumenti più noti della prima era internet, che ora trova il suo compimento. Ma creare un podcast è una operazione che richiede attenzione, esperienza e capacità di integrazione nelle strategie: in questo 22HBG, grazie alla sua esperienza con brand quali Giuffré Editore, Goodfellas di Antonio Gerardi, Il Sole 24 Ore, Widom e la tecnologia radiofonica (con partner del calibro di RDS, RTL, Elenos) si sta caratterizzando come partner per qualificare una digital audio strategy capace di essere efficiente in termini di costo ed efficace in termini di performance”.
In uno scenario di comunicazione, attirare l’attenzione degli utenti è fondamentale per innescare ogni processo di marketing ed è impensabile per un brand sottovalutare l’importanza degli strumenti audio: se il mondo delle radio tradizionali soffre di una mancanza di vere e proprie misurazioni, l’audio digitale, invece, offre un ricco ventaglio di possibilità creative e organizzative.
“Sotto il profilo della creatività” – sottolinea Busi – “la voce è l’interfaccia più naturale a nostra disposizione (e l’esplosione nell’uso di smart speaker e assistenti vocali è lì a dimostrarlo), organizzativamente i canali audio offrono opportunità di riutilizzo di contenuti già possesso del brand, misurazioni accurate e significative (come la possibilità di comprendere quali siano le preferenze degli utenti) e partecipazione della strategia audio digitale alle strategie di marketing di più ampio respiro”.
Avere una digital audio strategy per un brand oggi potrebbe apparire come un lusso, o forse un vezzo da marketer alla moda: nulla di più errato. I canali audio sono presenti nella vita delle persone come non mai e pianificare la propria presenza risulterà sempre più utile e necessario: l’interazione fornita dai nuovi strumenti, poi, abilita scenari di vero e proprio dialogo tra brand e pubblico, anche automatizzato mediante, per esempio, Alexa.
Certo, esiste la necessita di comprendere il mondo audio, di creare per i brand una vera e propria identità sonora (che potrebbe essere già parzialmente presente negli attuali canali video) e di adattare e creare nuovo contenuto che sia interessante e utile per il pubblico di riferimento: più che di un problema, però, si tratta di una grande opportunità per ogni marchio. Conquistare i propri pubblici grazie a uno dei canali più amati nella sua nuova e multiforme vita: la radio.