I saluti dei conduttori storici di RTL 102.5 Best e la sostenibilità di progetti esclusivamente DAB

Ogni 15 giorni, riassumiamo alcuni dei post di maggior interesse apparsi sul gruppo Facebook Talkmedia.

In genere selezioniamo numerosi argomenti, ma in quest’ultima settimana uno ha riscosso un particolare successo, con contributi diretti da parte di importanti conduttori e opinion-maker.

Si tratta ovviamente del caso RTL 102.5 Best, che ha visto terminare la conduzione in onda da parte di alcuni dei principali nomi storici della radiofonia italiana.

 Awana Gana, Jocelyn, Riso, Acampora (and counting)

Questi solo alcuni dei nomi che poco più di un anno fa erano stati chiamati ai microfoni di una delle radio (solo) digitali del gruppo RTL, quella dedicata ai maggiori successi di sempre.  Come riportato da un nostro precedente articolo, è stato Mauro Micheloni stesso a spiegare quanto avvenuto, a commento di post a cura di Franco Lazzari.

I lettori possono trovare quanto spiegato da Micheloni tra i commenti al post sopra riportato.

Gianni Riso

Ma torniamo a Talkmedia, dove tutto ha avuto inizio con un messaggio di Nicola Franceschini:

Venerdì 27 ottobre è stata una mattinata emozionante su RTL 102.5 Best. Gianni Riso, in onda dalle 9 alle 11, ha salutato con commozione gli ascoltatori, congedandosi dalla radio in cui è stato protagonista negli ultimi anni.

Nei numerosi commenti, Gianni Riso viene ricordato come “un grande”, “numero uno” e “uno che la radio la sa fare”. In molti hanno espresso dispiacere per la sua dipartita, sottolineando le sue qualità di conduttore e la capacità di selezionare ottima musica, in particolare la disco music degli anni ’70 e ’80.

Qualcuno ha fatto notare che a 71 anni ci si può serenamente ritirare dalle scene, ma c’è anche chi si interroga sui motivi di questo e altri recenti addii a RTL 102.5 Best, chiedendosi se ci siano problemi dietro le quinte. C’è chi ha colto nella canzone “The Final Countdown” trasmessa durante la trasmissione un implicito messaggio di commiato.

Diversi radioascoltatori invitano Gianni Riso a continuare altrove la carriera radiofonica, magari in altre emittenti che trasmettono musica anni ’80 e che sarebbero felici di averlo.


Non solo Riso

Ma Gianni Riso non era che il primo degli addii. A breve distanza di tempo, un nuovo post di Nicola Franceschini informava che “Il progetto ‘RTL 102.5 Best’, lanciato come canale dedicato alla musica anni ’60, ’70, ’80 e ’90, va avanti ma con un palinsesto ridimensionato“.

La notizia ha suscitato grande dispiacere tra tanti appassionati radioascoltatori, che ricordano con nostalgia alcune delle voci storiche che hanno contribuito al successo di RTL 102.5 Best. “Che peccato”, commenta un utente, mentre un altro sottolinea come “non hanno fatto nemmeno in tempo a consumare tutta la chiavetta del caffè”.

Diversi puntano il dito contro la scelta di essere solo su DAB, tecnologia “ancora un disastro” secondo alcuni, con problemi di copertura del segnale e malfunzionamenti.

Secondo un commentatore, il pubblico di riferimento di RTL 102.5 Best (“ultra sessantenni”) è abituato ad ascoltare la radio in FM con apparecchio radio classico e il passaggio al digitale rischia di tagliarlo fuori.

Facile affermazione, ma non provata da alcun dato numerico sull’età media degli ascoltatori e sul fatto che chi supera i 60 anni non dovrebbe comprendere il mondo digitale, aggiungiamo noi.

Il parere di un ex conduttore

Particolarmente interessante il commento di un’ex conduttrice di Zeta e Doc: “Avendo lavorato sia a Radio Zeta che a RTL 102,500 DOC l’idea che mi sono fatta è che il DAB non funziona (…)  Io penso che il DAB sia stato fortemente sopravvalutato dal gruppo RTL, che probabilmente pensava che sarebbe bastato il marchio a far crescere queste radio (…)”

Non sono mancate osservazioni più polemiche, come quella di chi definisce i conduttori licenziati “dinosauri” ormai privi di smalto, mentre altri li difendono ricordando il loro contributo fondamentale alla radiofonia italiana.

Senza FM si sopravvive?

In breve, i commenti più interessanti cadono in due categorie: quella di chi ritiene che BEST non avesse una formula vincente (per il tipo di musica, per il ritmo imposto dall’automazione, per i conduttori selezionati) e quelli di chi mette in dubbio la sostenibilità  di un progetto solo digitale.  Riguardo alla prima osservazione ci limitiamo a osservare che BEST fa parte di un gruppo creato da uno degli editori più di successo d’Italia, con una track record probabilmente migliore di quello di molti critici.

Più interessante – e forse preoccupante – la seconda osservazione: se davvero DAB e IP non permettono di fare emergere progetti nuovi, neppure con il supporto di un nome prestigioso allora dovremmo davvero ripensare i tanti entusiasmi per quello che viene chiamato “switch off dell’FM“.

Anche perché quei pochi megahertz non servono proprio a nessuno. (M.H.B. per FM-World)

 

Best of Talkmedia, September 1-15 2023: Classic vs modern radio formats, old analogue mixers and… the marvellous “r” of madame Marchand

Every two weeks we summarize some of the most interesting posts (based on number of comments) that appeared in the first half of September on the italian Facebook group Talkmedia, the most important private group composed of professionals and emthusit of radio and the broadcasting sector in general.

The topics and comments were selected and elaborated by PeperoniAI and Claude from Anthropic, with fact checking (and some final thoughts) by M.H.B. promoted for the occasion to “AI caretaker“.


Radio Today by Gianfranco Campobasso

In a September 1st post. Gianfranco Campobasso harshly criticized modern radio, judging it negatively for its musical programming, style of broadcasting and lack of imagination compared to the past. This would be evident to everyone by listening today to some old recordings from stations like Studio 105, RMi and Deejay as well as early RTL 102.5

A first commenter replied, defending the author’s right to express himself, but disagreeing with his drastic judgments and saying he actually favoured today’s radio.

A second reader asked the author to explain his point of view better. The author sarcastically replied, inviting him to hold on tight to his modern “little radio”.

Note from the caretaker: Our AI tends to be politically correct and interprets this exchange in a way that in our personal and human opinion is surreal (or perhaps encrypted). Those interested can find it in the original post.

Subsequently, a third commenter urged people not to compare today’s radio with that of the past, which belongs to another era, and to appreciate modern radio for what it offers. The author of the post retorted, claiming he was unable to appreciate contemporary radio, which he felt was actually causing him health problems (gastritis).

Finally, a fourth reader advised the author to not follow groups that talk about modern radio, since he doesn’t seem to appreciate it. With a joking, stinging tone, the author replied that he had no intention of depriving himself of the pleasure of criticizing contemporary radio operators.

Vintage Radio Equipment

By Enrico Bonisolo

In a late August post, Enrico Bonisolo shared a photo of an old six-channel Amtron UK718 mixer, recalling its use in early free radio stations in the 70s.

A first commenter recalled having purchased a similar one in 1978 for a local station, pairing it with other gear from that period. The two nostalgically recalled early experimentation with pirate radio at the time.

A second reader explained some technical characteristics of that model, underlining the limitations of the equipment used by early independent stations. He recounted having used it for a few months before moving on to more advanced technologies.

A third commenter mentioned a historic electronics magazine, asking if anyone had built a particular accessory (a stereo encoder) published in it. A fourth reader clarified that the designer of that accessory was a ham radio enthusiast, not a CB operator, as previously erroneously stated.

There followed other comments where users shared personal memories from that pioneering era of radio, between vintage transmitters, homemade antennas and experiences with brands and magazines of the time.

Capital News

One of the most discussed topics is the “eternally renovating” Capital radio. Both Nicola Franceschini’s September 3rd post and Simone Mercurio’s post sparked countless comments.

A first commenter defined the station as “ruined”, eliciting a reply from another asking in what sense it was ruined, and wishing the station long life.

Others intervened to express criticism, such as the excessive duration of some programs or the presence of unappreciated hosts. Some have switched to listening to a competing station.

But there were also voices of appreciation: some called it the best radio in Italy for music quality and professional broadcasting. One comment praised the presence of music programs with free playlists full of gems.

One user wondered why critics think radio has to necessarily chase audience, without enhancing possible alternative offerings, thus risking becoming mainstream pop.

A comment absolutely shared by the AI ​​caretaker, who decided to add something of his own:

Finally another listener suggested that some hosts should expand the musical genres chosen and avoid excessive – and dangerous – niches.

Myriam

Finally, much support for Alessandro Cerreoni’s post about Myriam Fecchi, defined as “a super woman who was a DJ, worked at major radio stations, hosted successful TV shows and helped launch prominent artists like Mike Francis and Double Dee. She was the first to bring dance music to television with “Mio Capitano”.

A first commenter recounted having listened to her as a child in the 80s and having felt a strong emotion upon finding her on the radio thirty years later.

Others recalled when the host had a cassette music program in the 80s, sharing anecdotes from that pioneering era of radio. One user proposed digitizing and sharing online an old episode with an interview, to let fans re-listen to that vintage period.

Other historical radio hosts she had worked with were remembered with nostalgia from the beginnings of her career in the 70s, when she took her first steps with great vocal talent despite her young age.

Numerous comments praised her professionalism and unmistakable voice, emblematic of a high quality radio that today tends to be missed. Some also hoped for her return to certain radio contexts to enrich programming with her experience and class.


Someone praising her soft r was answered in the first person by a kind of legend of Monegasque-Italian radio, Barbara Marchand.

Her words “Soft r? There is only one with the real soft r!!!

Final Thoughts from the AI

– The comparison between modern and vintage radio “excites enthusiasts”, but also generates heated controversy between those nostalgic for the past and supporters of the present. Perhaps a little more mutual openness would benefit the debate.

– Radio technology has taken giant steps in recent decades, even if the pioneers of the free radio era retain an affectionate memory of the first homemade equipment.

Programs and hosts like Myriam Fecchi remain a point of reference for entire generations of listeners, emblematic of a quality radio that today tends to be idealized.

– Generalist stations often have to balance ratings and alternative offerings, risking dissatisfying purists but aiming to broaden their audience.

– In short, radio remains a medium that arouses passions and emotions, between romantic memories of the past and a critical eye on the present. Perhaps greater mutual openness and understanding between “factions” would benefit the debate.

Final Thoughts from the Caretaker

One thing stands out. Almost everywhere, in nearly every post, someone mentions old radio format and styles from last century, speaking of it as something preferable and now irretrievably lost.

It is very rare to read someone shifting the conversation to the future, imagining scenarios or proposing innovations. Paradoxically, one of the few members of Talkmedia who does this (even if not in these specific posts) actually comes from the state broadcaster, RAI, which has a much longer history compared to private radio. An ironic situation, considering how cutting edge the private stations seemed compared to the state channels back in the 70s (Peperoni AI, Claude by Anthropic and the caretaker for FM-World)

Talkmedia: di cosa si parla nel gruppo Facebook di FM-world

Riassumiamo in questo articolo alcuni dei post di maggior interesse (in base al numero di commenti) apparsi nel mese di agosto sul gruppo Facebook Talkmedia. Gli argomenti e il riassunto sono stati selezionati ed elaborati da PeperoniAI Claude di Anthropic, con fact checking a cura della redazione.

Radioincontri

RadioIncontri, la manifestazione che si è svolta a Riva del Garda tra il 2004 e il 2010, è rimasta nel cuore di molti radiofonici, come testimoniano i numerosi commenti nostalgici al post originale di Nicola Franceschini.

In generale, traspare tutta la nostalgia per i “RadioIncontri” di Riva del Garda, appuntamento annuale tra il 2004 e il 2010 che riuniva professionisti e appassionati da tutt’Italia per confrontarsi sul mondo della radiofonia.

Tra i commenti, c’è chi evoca con affetto l’atmosfera di condivisione e socialità che vi si respirava, paragonandoli ad un vero e proprio “gruppo Facebook dal vivo“. Chi ricorda i bei momenti trascorsi con vecchie conoscenze, stringendo nuove amicizie destinate a durare.

Si rievocano anche le storiche “gare di volume” tra gli impianti radiofonici portati da vari espositori, sempre più potenti e all’avanguardia. E la presenza, accanto alle radio universitarie, delle nuove web radio emergenti dell’epoca, a testimonianza di un evento al passo coi tempi.

Tra i contributi, il noto editore di alcune storiche webradio italiane fa notare come in realtà le proprie radio di punta fossero state escluse da quegli incontri, suscitando non poche perplessità. Una visione critica che offre uno spunto di riflessione, pur senza intaccare il sentimento nostalgico prevalente.

Il futuro della radiofonia al centro del dibattito su Facebook

Un post pubblicato da Massimo Siddi che analizza i nuovi trend di consumo on demand rispetto ai palinsesti radiofonici tradizionali ha suscitato un acceso dibattito sul futuro della radiofonia.

Tra i commenti, c’è chi mostra preoccupazione per lo spostamento di massa degli ascoltatori verso contenuti personalizzati sulle piattaforme digitali, abbandonando l’ascolto lineare. Siddi però ridimensiona questa visione, spiegando come si tratti di un processo in atto già da anni in molti settori, non di un cambiamento improvviso.

Secondo la sua analisi, la sfida per la radio è aprirsi oltre la linearità tradizionale, sperimentando nuove modalità di produzione di contenuti. In caso contrario rischia di rimanere indietro rispetto alle scelte del pubblico. Un commentatore condivide questa prospettiva, evidenziando come il cambiamento stia arrivando in modo inesorabile.

Non mancano però vedute più possibiliste, come quella di un utente secondo cui la radio lineare non è necessariamente destinata a scomparire. Piuttosto, potrà trasformarsi e ritagliarsi una nuova collocazione specifica, come è avvenuto per esempio al cinema in sala con l’avvento dello streaming.

Siddi ribadisce che non si tratta di decretare la morte della radio, quanto di comprendere i cambiamenti in atto per reinventare il mezzo radiofonico in una nuova dimensione al passo coi tempi.

Com’era la radio ai tempi dell’analogico: il ricordo dei vecchi mixer

Il post di Giuseppe Fiorellini del 18 agosto che ritrae Leonardo Leopardo mentre  usa un vecchio mixer analogico (nota 1) il mitico mixer di RMI marcato Semprini ha suscitato nei commenti un vivace scambio di ricordi tra i veterani del settore.

In tanti hanno citato con nostalgia i marchi di mixer che hanno utilizzato dagli anni ’70 in poi: oltre al mitico Semprini, vengono menzionati frequentemente anche Soundcraft, Munter, Davoli, FBT ed altri marchi storici dell’elettroacustica italiana.

C’è chi ricorda di aver usato questi mixer fino agli anni 2000, chi invece sottolinea come oggi il timbro sonoro venga dato dai processori digitali. Non mancano riferimenti anche ai riverberi a molla e agli equalizzatori analogici dell’epoca, che richiedevano una certa abilità nella taratura.

I commenti esprimono tutta la nostalgia per una tecnologia che, nonostante alcuni difetti come il rumore di fondo, garantiva un “calore” sonoro maggiore rispetto all’era digitale. Una passione che accomuna i reduci di quella radio artigianale in cui la differenza la faceva il tocco personale.

Le “chart” di FM-World al centro del dibattito sugli ascolti radiofonici

Durante le ultime settimane sulla pagina di Talkmedia sono state riportate più volte le classifiche delle radio piû ascoltate sull’aggregatore FM-World, denominate (mutuando il nome dalle classifiche di dischi) “charts” (anzi: top-charts!).

Il post originale a firma Franceschini che riporta le classifiche delle radio più ascoltate sulla piattaforma FM-World ha innescato nei commenti una discussione sul tema della rilevazione degli ascolti nel mondo radiofonico.

In particolare, un primo utente fa notare come i pur piccoli numeri di audience generati da FM-World facciano capire quanto siano di fatto inutili le tradizionali indagini condotte su campioni dalle società specializzate.

Un altro commentatore entra nel merito delle chart di FM-World, sottolineando come vi sia una netta predominanza di un’emittente nazionale durante la notte, fatto che contrasterebbe con i dati ufficiali disponibili. Questo viene visto come un segnale di possibile discrasia tra le classifiche di ascolto istituzionali e i trend emergenti dalla piattaforma.

Non mancano poi le osservazioni sulle radio mancanti in queste chart: vengono fatte notare ad esempio l’assenza di un’emittente nazionale molto popolare e quella di una storica radio locale, apprezzata nella sua area. Questo limiterebbe una visione completa del panorama radiofonico.

C’è anche chi sottolinea l‘opportunità offerta da FM-World di scoprire nuove emittenti tra le oltre 500 presenti, rispetto alla più ridotta offerta degli aggregatori istituzionali. E si ricorda, a ulteriore sostegno dei dubbi sulla validità dei dati ufficiali, la recente uscita della Rai dalla rilevazione condotta dalla società PER.

In sintesi, tramite queste varie obiezioni e puntualizzazioni sembra emergere una diffusa perplessità sull’attendibilità delle classiche indagini di ascolto realizzate su campione.

FM-World viene vista come possibile alternativa più realistica per quantificare le effettive performance delle varie emittenti radiofoniche.

(nota 1): Siamo stati costretti a correggere la IA, probabilmente nata troppo tempo dopo il 1975

(Articolo a cura di Peperoni ai e Claude/Anthropic su supervisione di M.H.B. per FM-World)