Durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo, sono stati diversi i ‘salotti’ virtuali che si sono creati per commentare l’evento.
Sicuramente molto partecipato è stato quello della torinese Veronica One Hit Station, che – tramite il suo direttore Benny Castelli – ha ideato i “Sanremo’s Detectives”, cinque serate in diretta via radio e via social, dove diversi ospiti – spesso provenienti da altre realtà radiofoniche – si sono confrontati per valutare chi avrebbe meritato di vincere.
“La situazione pandemica non ci ha permesso di realizzare il progetto live per seguire il Festival come ci eravamo prefissati” – racconta Benny Castelli a FM-world – “Abbiamo quindi dovuto agire velocemente e deciso di cambiare il progetto, ma non l’idea sulla quale era basato: raccontare Sanremo alla Radio, minimizzando i rischi usando il nostro asset”.
* Qual è stata la risposta, sia delle persone a cui l’hai proposto, sia degli ascoltatori?
“Le persone che hanno partecipato (tra cui ho voluto anche te e ti ringrazio di cuore per questo) hanno accettato tutte col sorriso, perché il ‘taglio’ del progetto è stato volutamente divertito e leggero, anzi: leggerissimo. Gli ascoltatori ci hanno premiato, non solo in FM nel nostro Piemonte ma anche fuori Regione e dall’estero. I picchi di ascolto che abbiamo registrato sul server per lo stream sono stati alti. Abbiamo esclamato ‘wow! Un bel risultato’“.
* Che impegno ha comportato per Veronica One Hit Station una lunga diretta per 5 serate?
“Il consuntivo delle cinque giornate è stato super positivo, con 17 ore in diretta complessive e la gestione degli ospiti via meetingroom. Abbiamo voluto un talkshow ‘sbilanciato’ sulla Radio cercando di raccontare ciò che accadeva sul Palco dell’Ariston grazie a splendidi amici che hanno accettato questa ‘sfida’. C’è stato un lavoro di soli 15 giorni per preparare gli appuntamenti e poi siamo partiti alle 21.00 del primo giorno del Festival, con la regia di Felix Barbieri“.
* L’iniziativa ha dimostrato che tra radio diverse c’è voglia di fare rete?
“Si, c’è e va coltivata questa voglia di unire persone, idee e strutture. Ho sempre pensato che la Radiofonia italiana possa essere considerata una grande Family se si ha il coraggio di lavorare insieme. Coraggio e splendida umiltà che ho ricevuto dagli amici che hanno accettato di partecipare. La riuscita di queste cinque serate è soprattutto grazie al loro contributo. Luca Lazzari di Radio Padova, Roberto Uggeri di Radio Bruno, Max Parisi e Isabella Eleodori di Radio Monte Carlo, Francesca Cavalli di Radiofreccia hanno regalato ai nostri ascoltatori la loro simpatia, le conoscenze e la loro professionalità. Alvise Salerno, un professionista serio, preciso e superbravo nel raccontare da inviato cosa è accaduto nella Città del Fiori, sostituito, al suo rientro a Milano, dal nostro Andrea Monge per la serata finale. Ho voluto anche dei musicisti sul ‘divano’ virtuale del nostro show per raccontare Sanremo dal loro fondamentale punto di vista: Oscar degli Statuto, Sam Bastajib dal roster del producer Shablo (che a Sanremo ha portato Rkomi), il Maestro Alex Gaydou che ha diretto le orchestre in due Festival, Gaetano Lo Bianco di Sideshape Recordings e una stupenda Federica Peyla, conduttrice Tv a QVC, espertissima di moda, che ci ha aiutato a comprendere le scelte di look viste sul palco dell’Ariston. Un team di altissimo valore esperienziale per raccontare la kermesse. Un grazie va a tutto il nostro staff e ad Elisabetta Gullì, che mi ha accompagnato davanti al microfono in queste diciassette ore live: una voce giovane, attenta, molto professionale e che farà strada”.
* Siete a Torino, dove quest’anno si terrà l’Eurovision Song Contest: che cosa bolle in pentola su Veronica One?
“È una occasione importante, forse storica, per la nostra città e per la nostra Regione che non va persa e non la perderemo. Stiamo già lavorando per esserci. Le idee sono già state ridotte e la scelta la stiamo per prendere: in quella settimana vogliamo essere un focal point per i nostri ascoltatori dentro e fuori Regione. Come non posso svelarlo ma ci saremo. Eccome se ci saremo!”.
* Per finire, un bilancio personale sul Festival di Sanremo: che cosa ti è piaciuto? (Ed eventualmente anche non piaciuto)
“Io sono un fan del Festival. Mi piace l’aura che emana, i colori e la sua iconografia. Non ne ho perso un da quando sono piccolo ma questi tre ultimi Festival con la direzione di Amadeus sono stati straordinari. Amedeo è una persona precisa, chiara e che non lascia nulla al caso. Il prodotto è stato di alto valore e i numeri lo hanno confermato, consacrando la sua direzione alla storia del Festival. Un successo, il suo e del suo staff, meritatissimo. I vincitori sono due artisti in crescita ma già affermati con teams di produzione pazzeschi, Blanco è un leader con le idee chiare sul suo presente e sul suo futuro; Mahmood è uno storyteller stupefacente e ha una delicatezza nell’esprimersi che è esattamente come è lui, anche fuori dal palco. ‘Brividi’ è una song strutturata con stilemi attualissimi ma con una melodia fuori dagli schemi musicali di moda quindi trasversale ai gusti e anche alle età. Elisa si conferma autrice illuminata e interprete di alto valore e i 77 anni di Gianni Morandi non esistono: sul palco è ancora l’eterno ragazzo che sbucava salutando dal tetto abbassato delle Lancia Aurelia al Cantagiro! Aggiungo alla mia ‘playlist’ personale La Rappresentane di Lista che si confermano un duo fortissimo: la cover ‘Be My Babe’ fatta con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra Lubrano andrebbe incisa domani e la farei girare in Radio subito! E sono pazzo di Dargen D’Amico che ci manda un messaggio chiaro: ballare ci manca e non è una attività secondaria della vita e fa bene all’anima”.
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