La Digital Radio si espande anche in Austria: a breve, sarà raggiunto il 75% della popolazione

Digital Radio in espansione anche in Austria.

La notizia arriva dal sito www.inar.de che anticipa l’evento come un “regalo di Natale”.

“E’ già Natale?”, si legge. “Non vediamo l’ora di un primo regalo, prima della Vigilia”.

L’articolo spiega infatti che già da metà dicembre prenderà il via la seconda fase del lancio del DAB+ nel territorio austriaco.

Le zone interessate saranno quelle di Innsbruck, Salisburgo e St. Pölten.

Dall’11 dicembre, dunque, il 75% dei residenti in Austria sarà servito da segnale DAB+.

Intanto, su www.digitalradio.it prosegue il countdown che ricorda che dal 1° gennaio 2020, tutti i ricevitori radiofonici (domestici e installati sulle auto) dovranno avere la capacità di ricevere la radio digitale.

Rassegna Stampa Radiorama Gennaio 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.76 di Gennaio 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/
Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
https://air-radiorama.blogspot.it/2018/01/radiorama-web-n76-di-131-pagine-e.html

La Rassegna stampa di Giampiero Bernardini

La stazione Radio Marconi in concessione per 2 anni al Comune di Pisa

Un piccolo passo avanti verso il recupero della Stazione Radio Marconi a Coltano. Nei giorni scorsi infatti è stato siglato un accordo con l’Agenzia del Demanio grazie al quale il bene è stato dato in concessione al Comune di Pisa per due anni. “A seguito dell’accordo -spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Serfogli

– l’amministrazione si è mossa con una prima determina che impegna 47mila euro per la pulitura dell’area e la messa in sicurezza della struttura. In questo modo potremmo effettuare le indagini e le verifiche necessarie per la definizione del progetto definitivo e per elaborare un progetto di valorizzazione del bene”.

Una volta definiti questi progetti l’amministrazione conta di ottenere il trasferimento definitivo del bene. “L’obiettivo – prosegue Serfogli – è quello di arrivare alla progettazione e al trasferimento definitivo del bene al Comune entro il 2018. Siamo in una fase interlocutoria e decisive saranno le prossime riunioni con il Demanio”. Per riqualificare la struttura e farne uno spazio museale, con annesso una sorta di incubatore d’impresa, servono circa 2,5 milioni di euro. “Il Comune – prosegue l’assessore – è disposto a mettere sul piatto circa un milione di euro di risorse proprie. I finanziamenti restanti dovranno arrivare dalla Regione nell’ambito dell’accordo per la vendita dell’azioni Sat. Stiamo inoltre lavorando anche con il Ministero dei Beni Culturali per vedere se è possibile intercettare ulteriori risorse”.

Sopralluogo al Centro Radio Marconi di Coltano

La Stazione Radio Marconi fu inaugurata nel 1911 dal premio Nobel per la fisica insieme al re Vittorio Emanuele III e fino ai primi anni ’20 del secolo scorso ha rappresentato il centro radio più importante e all’avanguardia d’Europa. Dopo i bombardamenti tedeschi della II Guerra Mondiale, che distrussero le antenne e i trasmettitori radio, il bene è rimasto inutilizzato e abbandonato a se stesso. Nel corso degli ultimi anni si è più volte parlato di un possibile recupero del bene, proposte che però sono rimaste sempre inascoltate. Nei giorni scorsi il caso è arrivato alle cronache nazionali con la denuncia della figlia di di Guglielmo Marconi, Elettra, che parlando al Tg1 ha chiesto di risollevare la situazione della struttura mettendo anche una targa per ricordare ‘l’impresa’ di cui suo padre andava fiero: nel 1910 partì infatti, per la prima volta, proprio dalle campagne di Pisa, un messaggio radio che dall’Europa raggiunse l’Africa. (PisaToday Tommaso Fabiani, 2 gennaio 2018)

Media vaticani: ecco il nuovo portale vaticannews.va

Cresce l’attesa per il nuovo portale vaticannews.va. Se ne parla da mesi, praticamente da quando il progetto di riforma dei media vaticani ha iniziato a prendere corpo, anche se come è stato più volte ribadito il nuovo sito non è la riforma, bensì un effetto di questa. E ora ci siamo: vaticannews.va sarà on line a breve e sostituirà i siti a carattere informativo utilizzati in precedenza. Il Sir ha avuto modo di conoscere in anteprima il nuovo progetto.

Guarda il video: https://youtu.be/YQJU-5oyq_U Il nuovo sito: http://www.vaticannews.va/it.html

“È in versione beta e, quindi, non definitiva”, ripete più volte monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, illustrandoci il portale. L’attesa, quindi, creata attorno al sito, non deve

distogliere dal discorso complessivo. “Il rischio – ripete il prefetto – è di vedere il dito e non la luna. La riforma, infatti, non è il portale, bensì un diverso approccio comunicativo”.

Una visione nuova, insomma, che emerge anche da vaticannews.va. A un primo sguardo, esaminando il nuovo portale, colpisce la scelta d’impostare il menù – su una fascia di colore rosso – in maniera agile e funzionale, isolando solo quattro termini, quattro parole cardine: Papa, Vaticano, Chiesa, Mondo. Già in questo si coglie l’idea di percorso di Chiesa in uscita, dal Vaticano alle periferie, tenendo sempre al centro della narrazione la figura del Papa.

È attorno all’attività del Pontefice che ruotano anche i contenuti multimediali (testi, audio, video) offerti dal sito, dai comunicati stampa della sala stampa vaticana ai contributi audiovisivi del comparto radio o del centro di produzione audiovisivo (in particolare, l’Angelus). Chiaramente dominante è la presenza delle immagini nel corpo del sito, che occupano un ruolo di primo piano. Spazio rilevante, poi, è riservato ai social, richiamando gli account del Papa su Twitter e Instagram.

Come è stato rilevato anche dallo studio del semiologo Paolo Peverini – “Il racconto di Francesco. La comunicazione del Papa nell’era della connessione globale” (Luiss University Press 2017), volume in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione –, la struttura del portale sembra assolvere alla funzione del cosiddetto “cabasario”, ideato dal padre gesuita Félix Juan Cabasés durante il pontificato di Giovanni Paolo II: uno strumento di lavoro e documentazione contenente tutte le informazioni puntuali sul viaggio apostolico in cui il Papa era impegnato.

“Si tratta solo della punta dell’iceberg”, sottolinea però il prefetto. Il suo invito è di concentrarsi soprattutto su ciò che c’è sotto, a cominciare dal profondo ripensamento del modo di produrre e dalla centralità

antropologica e non tecnologica. “Nei due anni scorsi – spiega – ci siamo impegnati intensamente sulla formazione del personale. E l’abbiamo fatto con lo scopo di valorizzare le professionalità interne e di definire un gruppo di lavoro unificato, multilingue e multicanale per declinare contenuti in diversi formati da destinare a varie piattaforme di trasmissione. Il nostro sistema – precisa Viganò – è perfettamente in linea con l’ambiente digitale contemporaneo: non punta su un singolo media, ma è agnostico e, cioè, indipendente dal mezzo e dalla tecnologia”. Il web, conclude, “è soltanto una delle soluzioni a disposizione”.

Vincenzo Corrado, www.agensir.it 16 dicembre, 2017)

Austria: inizia l’era della radio digitale

L’autorità dei Media rilascia la prima licenza per l’operazione di controllo della radio digitale: 11 programmi radiofonici DAB + saranno avviati nell’area della Grande Vienna nel 2018 Comunicato stampa del 15.12.2017

(Traduzione Roberto Sadun da Facebook “Bandscan FM”)

Per la prima volta, l’autorità dei media KommAustria ha concesso l’autorizzazione in Austria per il regolare funzionamento di una cosiddetta piattaforma multiplex per la radio digitale terrestre nello standard DAB +. L’effetto a partire dal 3 Aprile 2018 licenza è per un periodo di 10 anni per RTG Radio Technical Center GmbH, a primi 11 programmi radio fornitore di servizi tecnici e di una guida elettronica ai programmi e, nella fattispecie, un servizio di avviso di pericolo nella zona di Vienna e in alcune parti dei dintorni Vienna con una portata tecnica di circa 2,25 milioni di persone si diffonderà. Finora, la radio digitale DAB + in Austria dal maggio 2015 può essere ricevuta solo nell’ambito di un’operazione di test a Vienna.

Per il lancio del DAB + Digital Radio dice Mag Michael Ogris, Presidente del KommAustria. “Noi, come un ente pubblico e le emittenti radiofoniche stessi sanno dall’esperienza di molti vicini europei molto bene che non è automatico che i consumatori sull’uso della nuova radio digitale DAB + essere introdotto, perché non è richiesta l’acquisizione di un’apparecchiatura radio adatta. Tuttavia, DAB +, che utilizza intervalli di frequenza molto diversi, è la soluzione per consentire una maggiore varietà di programmi e una maggiore varietà di radio rispetto alle frequenze radio FM completamente caricate. È per questo che naturalmente abbiamo seguito la richiesta del mercato dopo l’introduzione di DAB + e lanciato una gara d’appalto nella primavera del 2017. ”

Parte della gara è stato un DAB + a livello nazionale la copertura al KommAustria dopo aver completato un coordinamento delle frequenze completa con le autorità estere che cercano una licenza rilasciata nel primo trimestre del 2018. La maggior parte dei programmi DAB + distribuiti a Vienna in futuro non può ancora essere ricevuta tramite l’antenna. La gamma di servizi è ampia. Il programma si concentra principalmente su contributi di parola e di informazione, in parte sulla musica, che vanno dalla rock alla musica classica ai successi degli anni ’70, ’80 e ’90 o nel salotto e gli intervalli di Jazz.

Proprio come la radio FM, DAB + è anche facilmente ricevuto via antenna, ma richiede le radio che controllano lo standard di trasmissione. I dispositivi disponibili in commercio solitamente supportano sia DAB+ che FM.

Norway becomes first country to end national radio broadcasts on FM

By Agence France-presse In Oslo, www.theguardian.com (13 dicembre 2017)

Digital switchover means that only the country’s local radio stations continue to use FM frequencies. A worker displays digital radios at an electronics outlet in Oslo.

Norway has completed its transition to digital radio, becoming the first country in the world to shut down national broadcasts of its FM network. The country’s most northern regions and the Svalbard archipelago in the Arctic switched to digital audio broadcasting (DAB) as scheduled on Wednesday, said Digitalradio Norge (DRN), an umbrella group for Norway’s public and commercial radio.

The transition, which began on 11 January, allows for better sound quality and more channels and functions at an eighth of the cost of FM radio, according to authorities.

The move has, however, been met with some criticism linked to technical incidents and claims that there is not enough DAB coverage across the country. Radio users have also complained about the cost of having to buy new receivers or adapters, usually priced at between €100 and €200 (£88 and £176).

Only 49% of motorists are able to listen to DAB in their cars, according to DRN figures. A study cited by local media suggests the number of Norwegians who listen to the radio on a daily basis has dropped by 10% in a year, and the public broadcaster NRK has lost 21% of its audience. IIt’s a big change and we have to give listeners time to adapt to digital radio,” the head of DRN, Ole Jørgen Torvmark, said in a statement. “After each shutdown in a region, we noticed that the audience first dropped but then rose again.”

The transition only involves national radio channels. Most local stations continue to broadcast on FM. Other countries, including Switzerland, Britain and Denmark, are due to follow suit in the coming years.

Ma c’è chi dice no

Norway switches off FM radio, but this station is defying government order

CBC-Radio 13 dicembre 2017

Svein Larsen is still broadcasting on FM radio, despite Norway’s transition to digital. (Foto by: Radio Metro)

In a world first, Norway has switched off its FM radio service — but not everyone is celebrating the move to digital.

The country completed its switch on Wednesday when digital audio broadcasting (DAB) was turned on in some remote regions. Now, listeners will have to use that format to hear national radio broadcasts.

Officials say the move to digital will save money. In 2015, As It Happens spoke with Ole Torvmark, the head of Digital Radio Norway. He was confident people would embrace the switch, and said it would allow for more radio stations.

But broadcaster Svein Larsen isn’t convinced. Despite government orders, he has continued to broadcast on FM in Oslo. Larsen is the CEO of Radio Metro and the chairman of the Norwegian Local Radio Association. Here’s part of his conversation with As It Happens host Carol Off.

I don’t think that the government has actually the right to give that sort of order.

Why have you continued to broadcast despite the government’s orders to stop airing on FM?

Do you have a lot of support from your listeners in Norway?

I have great support, and more and more so when it becomes clear that this is actually what the government wants to do.

Don’t underestimate the fight against the government and different agencies.… Even if Norway is looked upon as quite a flexible and rational society, it’s not easy to take that fight. But we have done it, and we will see what will be the outcome.

But now the public starts to be aware that they actually are closing down not only the national network on FM, but also some of the local stations. But not all of them. Very many are going to continue to broadcast until 2022 — and even after that. But it’s my stations in Oslo that they’re looking to close down.

How are they punishing you for not complying?

They want me to pay for every day I’m continuing to do this.

How much?

100,000 Norwegian Kroner (around $15,000 Cdn) per day. I think I have to discuss that with them because they cannot be completely unreasonable.

We have both. We continue to have FM and we can get digital channels. It’s often a clearer signal [on digital]. We get more variety. It seems to be the way of the future. Why resist it? Why isn’t it something that’s of benefit to listeners?

Yes. But it’s not a benefit to listeners to close down one of the distribution systems. I agree with you. I’m also distributing my radio stations on DAB, locally, here in the bigger Oslo area.

I’ve never said that DAB as a distribution technology is not functioning. It’s functioning. But the main question is, why do you switch off a system in Norway where we have 10 to 15 million radio receivers? And you just say to the public, you’re not going to use this anymore because you need to buy new ones.

What sort of logic is that for media companies to operate that way?

I mean, you operate on behalf of the listener. Here, the big players are saying to the listeners: “No. You need to go out and buy new radio receivers.”

In 2015, we spoke with your head of Digital Radio Norway. He was confident that this was going to happen — that people in Norway would buy their digital receivers, they would switch over, and this wouldn’t be an issue.

That’s true. But I know that guy and that was his job. He’s paid for saying that. Today, you can ask him the same question and he also admits that it’s a big problem that only 50 per cent of the cars have DAB radios, obviously

This is why they are pushing me also. They feel that if I represent the competition, then that is a problem here in the Oslo area — then that is a problem for other people to change to DAB because they don’t feel that they need it. They have my radio stations and they feel happy about that. That’s why they’re so eager to close me down.

This interview has been edited for length and clarity. To hear more of our interview with Svein Larsen, listen to the audio above. As It Happens has reached out to Ole Torvmark at Digital Radio Norway, but haven’t received a response.

Radioricordando il 2017

By Antonello Napolitano www.coradx.it 30 dicembre 2017

Il 2017 si apre con la notizia shock dell’abbandono da parte di Radio Australia, delle onde corte che si concretizzerà il 31 gennaio. La decisione era stata resa nota attraverso un comunicato ufficiale diramato il 6 dicembre 2016. Di Australia si è parlato molto nel 2017 anche per l’apparizione di una serie di emittenti di bassa potenza. La prima è stata Unique Radio, da Gunnedah (New South Wales), che per il 17 febbraio aveva annunciato dei test su 3210 kHz Successivamente è stata la volta di una Stazione senza nome,  gestita dall’italiano Stefano Mollo,  già proprietario di 77.400 FM, che da Perth (Western Australia) agli inizi di maggio realizza delle brevi emissioni di prova su 5045 kHz, mentre il 28 agosto, dopo due anni di assenza, riappare, sempre su 5045 kHz, Ozy Radio da Razorback, vicino a Camden (new South Wales).  Contrariamente a quella gestita da

Mollo, Ozy Radio viene ascoltata anche lontano dall’Australia. Infine, il 20 dicembre, tocca a 4KZ che opera da Innisfail (Queensland) sulla frequenza di 5055 kHz con 1000 watt di potenza…

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BBC confirms local radio medium wave closures

(Radiotoday.co.uk 1 gennaio 2018)

Seven BBC local radio stations are losing their AM frequencies on January 15th, with three more stations losing at least one service. BBC Surrey, Sussex, Humberside, Kent, Lincolnshire, Nottingham and Wiltshire will turn off their medium wave transmitters altogether, whilst partial closures all affect BBC Radio Devon, Essex and Humberside.

Here are the details:

BBC Surrey is closing 1368 kHz AM – but will remain on 104 and 104.6 MHz FM

BBC Sussex is closing 1161 and 1485 kHz AM – but will remain on 104.8, 104.5, 95.3, 95.1 and 95 MHz FM BBC Radio Humberside is closing 1485 kHz AM – but will remain on 95.9 MHz FM

BBC Radio Kent is closing 1602 and 774 kHz AM – but will remain on 104.2, 97.6 and 96.7 MHz FM BBC Radio Lincolnshire is closing 1368 kHz AM – but will remain on 94.9 and 104.7 MHz FM

BBC Radio Nottingham is closing 1584 kHz AM – but will remain on 95.1, 95.5 and 103.8 MHz FM

BBC Radio Wiltshire is closing 1332 and 1368 kHz AM – but will remain on 103.3, 103.5, 103.6 and 104.3 MHz FM

BBC Radio Devon is closing 1458 kHz AM – but will remain on 801 and 990 kHz AM along with 104.3, 94.8, 103.4, 96.0, 95.7 and 98.5 MHz FM

BBC Essex is closing 1530 kHz AM – but will remain on 765 and 729 kHz AM along with 95.3 and 103.5 MHz FM

BBC Radio Lancashire is closing 1557 kHz AM – but will remain on 855 kHz AM along with 95.5, 103.9 and

104.5 FM.

Kieran Clifton, Director, BBC Distribution & Business Development said: “We conducted detailed assessments of the coverage of each BBC local radio station on FM, MW and DAB. Following this process, we trialled the switch-off of a number of medium-wave transmitters and asked for audience feedback. Taken together, the audience feedback and the coverage data have informed which medium wave transmitters are unlikely to represent value for money in the longer term.”

The BBC has trialled the switch-off of a number of medium-wave transmitters over the past few years and made the decision to turn off the above 13 transmitters following audience feedback.

Radio Caroline returns to the airwaves

( www.bbc.com 21 dicembre 2017)

The first of the off-shore pirate radio stations is to return to the airwaves. Radio Caroline was founded in 1964 and broadcast from ships until 1991, when the Ross Revenge was shipwrecked off the Kent coast. The station continued to exist, and is currently an internet and digital service.

After a successful application to Ofcom, Radio Caroline has been given the medium wave frequency of 648kHz – once used by the BBC World Service.The frequency, once used to relay broadcasts

to Eastern Europe, will be taken over from noon on Friday. Radio Caroline boss Peter Moore said it was an “ironic twist” to be given the former BBC frequency.

The station was founded in 1964 to play pop music all day in a time where broadcasting was dominated by the BBC and pop was played for an hour a week. Caroline was one of five stations granted a community radio licence by Ofcom in June. The award comes 50 years after the station was rendered an illegal – or pirate – station under the 1967 Marine Broadcasting Offences Act.

Mr Moore said: “The unlikely return of Caroline to regular radio opens the latest chapter in its extraordinary 53-year history. “Caroline was the first of many pirate stations to broadcast from ships and abandoned war- time forts off the British coast, opening at Easter 1964.” He said the current Radio Caroline was aimed at Suffolk and Essex though added “test transmissions have reached further afield and it can be received along much of the East Coast”.

Rassegna Stampa Radiorama Novembre 2017

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.74 di Novembre 2017di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Svizzera: via libera al passaggio progressivo dalle OUC al DAB+
Berna, 25.10.2017 – Dalla primavera 2016, la fruizione della radio in modalità digitale prevale su quella
via OUC. Il graduale spegnimento delle OUC può quindi iniziare, come previsto, nel 2020. Per facilitare questa transizione, il 25 ottobre 2017 il Consiglio federale ha adottato una revisione parziale della legislazione nel settore radiotelevisivo. Ha inoltre deciso che le attuali concessioni radiofoniche debbano essere prorogate.
Allo scopo di sostenere il settore radiofonico nel passaggio dalle OUC al DAB+, nella sua seduta del 25 ottobre 2017, il Consiglio federale ha adottato degli adeguamenti nell’ordinanza sulla radiotelevisione come pure nelle disposizioni d’esecuzione della legislazione sulle telecomunicazioni.
Inoltre, ha deciso la proroga al 2024 di tutte le concessioni rilasciate alle emittenti radiofoniche in scadenza a fine 2019.

Al settore radiofonico viene così garantita la stabilità necessaria per attuare il processo di migrazione dalle OUC al DAB+, come previsto, entro fine 2024 al più tardi.
La revisione dell’ordinanza sulla radiotelevisione prevede, a partire dal 2020, il DAB+ quale modalità di diffusione principale, parallelamente a uno spegnimento graduale delle OUC. Le emittenti radiofoniche con un mandato di servizio pubblico otterranno dal 2020 la garanzia di poter diffondere i propri programmi su una piattaforma DAB+.

Allo stesso tempo, le concessioni di radiocomunicazione per la diffusione digitale devono
poter essere prorogate sino a fine 2024.
Avanza la transizione verso il DAB+ Nella primavera 2017 la quota di fruizione della radio digitale (DAB+ e Internet) si attestava al 57 per cento,
ossia 8 punti percentuali in più rispetto all’autunno 2015. Nello stesso arco di tempo la fruizione OUC è calata al 43 per cento. L’obbligo di diffusione via OUC è già stato allentato dal 1° gennaio 2015, e dal 1° luglio 2016 è stato migliorato anche l’aiuto finanziario alla diffusione via DAB+ durante il processo di migrazione. Inoltre, da febbraio 2017 è in corso la campagna informativa “La radio si trasferisce”. Da parte sua anche il settore radiofonico è molto attivo: 56 delle 57 radio OUC della SSR e delle emittenti private
possono già essere captate via DAB+.

Indirizzo cui rivolgere domande Servizio stampa,
Ufficio federale delle comunicazioni UFCOM
Tel. +41 58 460 55 50, [email protected]
(Dal Portale del governo svizzero )

Austria to get permanent DAB service from 2018

The hills will be alive with sound of DAB digital radio in Austria, after the country’s regulator announced it was starting the tendering process for its first national multiplex.
Following tests in previous years, it has been decided that there is demand for long-term DAB services in the country. KommAustria has published a selection criteria that will inform potential multiplex operators of various requirements for the new multiplex, including the use of the DAB+ standard and coverage reaching
75% of the population within three years of the multiplex launching.
But the main public service broadcaster (ORF) and main commercial radio station (Kronehit) both say they won’t be supporting DAB. Since ORF was told it can’t use DAB to launch additional stations, it has withdrawn
its support. Meanwhile, Kronehit appears to be worried about the commercial threat posed by more competitors in the marketplace if DAB gains in popularity. Its boss Ernst Swoboda previously said that digital
radio reception was a “frontal attack on FM”, which was “initiated by the electrical sector”.
Nevertheless, it appears there is sufficient interest from other radio stations, with around 15 stations expected to take up slots on the DAB multiplex. The new multiplex is expected to go live in 2018.
Austria’s experience with DAB contrasts with neighbouring Switzerland and South Tyrol (Italy) who are both moving towards turning off FM in favour of DAB transmissions. (da http://www.a516digital.com/ )

Arriva il DAB+ per le radio locali di Veneto ed Emilia Romagna

Le emittenti locali venete ed emiliano-romagnola, associate Aeranti-Corallo, sono pronte per il DAB+.
A dare l’annuncio, la stessa associazione attraverso il seguente comunicato.
Nella giornata odierna sono state costituite, a Bologna, due società consortili, partecipate da imprese radiofoniche locali, tutte associate AERANTI-CORALLO (concessionarie per le trasmissioni radiofoniche analogiche autorizzate quali fornitori di contenuti per la radiofonia digitale terrestre in ambito locale), per l’esercizio dell’attività di operatore di rete per la radiofonia digitale terrestre (in tecnica DAB+) in Veneto e in Emilia Romagna.
Si tratta, rispettivamente, della società “Emilia Romagna Dab”, partecipata delle seguenti emittenti radiofoniche locali AERANTI-CORALLO (in ordine alfabetico): Lattemiele Emilia Romagna, Modena Radio City, Punto Radio, Radiostella News, Radio Bologna International, Radio Bologna Uno, Radio Bruno, Radio Budrio, Radio Città Del Capo Popolare Network, Radio Gamma, Radio Icaro, Radio Italia Anni 60, Radio Modena 90, Radio Nettuno, Radio Pico, Radio Pico Classic, Radio Reggio, Radio Studio Delta, nonché della società “Veneto Dab”, partecipata delle seguenti emittenti radiofoniche locali AERANTICORALLO (in ordine alfabetico): Radio 80, Radio Asiago, Radio Bellla e Monella, Radio Birikina, Radio Company, Radio Cortina, Radio Gelosa, Radio Marilù, Radio Onda Sette, Radio Piave, Radio Piterpan, Radio Sorrriso, Radio Valbelluna, Stella Fm, Radio Verona, Radio Vita.
In entrambe le società, Amministratore unico è stata nominata Elena Porta. (Da FMWorld Maggio 2017)

82 anni fa, la presentazione dell’FM di Edwin Armstrong

Il 6 novembre 1935, veniva presentata all’istituto di ingegneria radiofonica di New York l’invenzione della modulazione di frequenza. Autore della proposta era Edwin Howard Armstrong, che ne aveva conseguito il brevetto due anni prima.
Nato nel 1890 a New York, Armstrong mise a punto un sistema di trasmissione a modulazione di frequenza (FM), alternativo a quello a modulazione di ampiezza (AM), dopo anni di esperimenti nei laboratori della Columbia University, dove si era laureato.
Secondo quanto riportato dalla Fondazione Guglielmo Marconi, nel 1937 finanziò la costruzione della prima stazione radio FM ad Alpine (New Jersey), ma il sistema FM incontrò molte resistenze, sia perché metteva
in crisi un assetto industriale fondato sulle AM, sia perché s’inseriva nella gara di assegnazione delle bande di frequenza, a cui partecipava anche la neonata televisione.
La situazione non migliorò negli anni seguenti, con continue battaglie legali che videro Armstrong scontrarsi con la RCA (Radio Corporation of America) di David Sarnoff nelle attribuzioni di banda stabilite dalla FCC (Federal Communications Commission), nel 1945. Attribuzioni che risultarono penalizzanti nei confronti dell’FM e di Armstrong stesso, che comunque poteva riscuotere notevoli diritti per il suo brevetto. Diritti che però la RCA non volle riconoscergli, il che diede il via a una nuova battaglia legale.
Edwin Howard Armstrong continuò a lavorare per apportare migliorìe, brevettando inoltre nel 1953 il Multiplexing FM, un sistema di trasmissioni multiple su una stessa lunghezza d’onda. Costretto a patteggiare con la RCA perché non era più in grado di sostenere le spese processuali, sprofondò nella depressione e il 31 gennaio 1954 si suicidò.
La vedova Marion, che prima di sposarlo fu la segretaria del presidente di allora della RCA David Sarnoff, impugnò nuovamente la causa contro la Radio Corporation of America e, dopo un lungo iter, ottenne infine ragione, tanto che ancora oggi buona parte della radiofonia mondiale fruisce delle sue intuizioni. (Da FM World 6 Novembre 2017)
(gia’ messo in pensione dalla Rai) per la partita Milan vs Rimini (il Milano in serie B per l’allora vicenda Farina)”. “Un altro programma dal grande seguito al mattino – continua Alfano – era con il medico ginecologo (allora sconosciuto, ma oggi noto in tutto il mondo) Leonardo Formigli che trattava varie problematiche sessuali e spiegava l’innovativa fecondazione in vitro”.

Storia della Radio / Milano: Ambrosiana, la radio mai uscita dall’ombra del Duomo

Radio Ambrosiana iniziò le prove tecniche di trasmissioni a Milano nel dicembre 1977 su 91,700 MHz, allorquando si era creato uno spazio a seguito della decisione di Radio Popolare di abbandonare la frequenza sino a quel momento impiegata, i 91,800 MHz (per migrare definitivamente sui 101,600 MHz ex Radio Milano Centrale).
Come ricorda Mirko Blasi (Mirko Asciamprenier), tra i primi speaker, l’emittente sorse da una scissione intervenuta nell’organico di Radio Stramilano 102. Gabriele Congia (detto “Pierino”), titolare del ristorante “Su Nuraghe di Milano”, fu il principale ispiratore del
gruppo, che vedeva anche quali soci Carlo Capra e Nino Bilello (della LEM componenti elettrici). La sede fu posta inizialmente in Via Roncaglia 25, nei pressi del ristorante di Congia, in quanto condizione strategica posta la frequentazione da parte della “Milano bene” e di numerosi personaggi dello show business. “Pierino – spiega Mirko Blasi (che proveniva, insieme a Gianni Boccalari, dall’esperienza di Radio Condor Milano) –
era un personaggio istrionico dai mille agganci. Egli creò e plasmò programmi che sarebbero rimasti nella storia, come “Il mandarancio”, trasposizione radiofonica di un canale di incontri per single: un ascoltatore e una ascoltatrice (su 2 linee telefoniche diverse) andavano in onda e incominciavano a parlarsi in diretta. Se si piacevano e se si pensava avessero’ affinita’, si scambiavano, tramite noi, in privato, i numeri telefonici.
Vari pare siano stati i matrimoni propiziati da quella trasmissione. Se vogliamo paragonarla ai giorni nostri, era una forma di speed date…”.Gabriele Congia, da noi raggiunto presso il suo attuale locale La Locanda dei denari a Berbenno (So), ricorda altri programmi lanciati, come “Vota la porta”.
“In questo caso – ci spiega “Pierino” – gli ascoltatori si esibivano in diretta telefonica secondo le loro capacita’: dai cantanti ai barzellettieri, dai poeti agli imitatori. Il tutto culmino’ in una serata zeppa di pubblico al Teatro Orione di Milano, dove, con la presenza in giuria, tra gli altri, di Ivano Bordon e Nazzareno Canuti (allora colonne portanti dell’Inter) vennero eletti i migliori in ogni campo”.
Tra i conduttori del tempo, oltre ai citati Mirko Blasi e Gianni Boccalari, si annoveravano Franco Moiraghi, Dario Bianchi (“Dario 1”), Pinuccia Basile, Monica delle bambole (così chiamata per i suoi 8 anni…), figlia di Pierino, Patrizia Lapiccirella, Ermanno Barbato, Luisella Ferrari (oggi impegnata in televisione) e Dario Pastorello (“Dario 2”). Mutuato dal celebre telefilm con Tony Curtis e Roger Moore, che aveva segnato il periodo, c’era la trasmissione “Attenti a quei due”. “In questo caso – illustra lo speaker Dario Pastorello
(Dario 2) – andavano in onda due dischi “criptati” e bisognava indovinare quali fossero. Erano in palio, vista la difficoltà, grossi premi tra i quali viaggi e auto”. Sul fronte sportivo, un rilevante seguito ebbe “Musica a centrocampo”, trasmissione che prevedeva la diretta dai campi di calcio di Serie A. “I collegamenti in diretta – ricorda Alberto Alfano, altro esponente dell’emittente (oggi a Radio Italia) – avvenivano in collaborazione con altre emittenti, che a loro volta avevano inviati sul campo (Canale 21 Napoli, Radio Firenze International, Radiolina di Cagliari, Radio Lanterna di Genova). Per Radio Ambrosiana da San Siro c’era il giornalista Costantino Muscau (in onda come Tino Costa). Storica e’ rimasta la radiocronaca di Niccolò Carosio

A dimostrare il grande riscontro di pubblico che Radio Ambrosiana ebbe nel suo periodo d’oro, pubblichiamo una raccolta degli articoli di giornale relativa al “pesce d’aprile” del 1° aprile 1978 (ricordato proprio quest’anno dal Corriere della Sera come “scherzo radiofonico dello scorso millennio”. Il quell’occasione, l’emittente informò gli ascoltatori
che avrebbe offerto gratuitamente un viaggio sul Lago Maggiore, con tanto di pullman, navigazione e grigliata di pesce, con la presenza, quali ospiti d’onore, nientemeno che di Johan Cruyff (per lo sport) e Donna Summer (per la musica).

Un’iniziativa così sopra le righe che non si pensava potesse illudere le centinaia di persone che invece ci cascarono… Il progetto Ambrosiana prevedeva anche la creazione di una televisione (la denominazione completa era infatti Tele Radio Ambrosiana) che però non vide mai la luce, come ci ha confermato il giornalista Oliviero Dellerba, tra i principali studiosi del fenomeno delle tv libere italiane.
Sul finire degli anni ‘70, a seguito di divergenze tra i soci fondatori, Pierino lasciò l’emittente, che passò sotto la gestione di Carlo Capra e gli studi di trasmissione vennero trasferiti in Via del Fusaro, in ampi ed eleganti locali. La stazione, passata sotto la direzione di Enrico Virzo, proveniente, insieme a Mario Pettenghi e Roberto Braides, da NCT Radiotelevisione (100,2 MHz), si affiliò in quel periodo a Multiradio, prima rete
lombarda interconnessa e spin-off del noto studio di produzione di audiovisivi Studio 21. A parte i contributi esterni, il palinsesto di Ambrosiana in quella fase della propria esistenza si sostanziava in musica trasmessa da un sistema automatico Cepar PT21 alternati ad un notiziario locale condotto dall’unico collaboratore fisso.
“Unica eccezione – ricorda Dario Pastorello – era un programma condotto da me tre volte alla settimana in forma preregistrata sui più grandi artisti internazionali”. Nonostante il formato non fosse affatto originale e i passaggi disco-jingle-disco apparissero funambolici (con intro “mangiati”, interminabili sfumate e imbarazzanti “bianchi”), l’ottimo segnale diffuso, dopo la delocalizzazione dall’originario sito in zona San Babila, dalla postazione dell’Hotel Michelangelo, in prossimità della stazione centrale (interconnesso con gli studi con un doppino telefonico SIP codificato con apparecchiature Cepar), garantiva all’emittente un certo seguito. Peraltro, sul piano della distribuzione del segnale, l’impianto 91,700 MHz venne presto integrato da un diffusore di 1 kW a 91.400 MHz da via dei Biancospini (frequenza su cui fino a quel momento aveva operato, da Via Lazzaro Palazzi 4, Radio Studio TV3, successore di American Radio di Viale Piave, a sua volta spin-off di Radio Nord Milano 22 di Desio).

L’iniziativa, sul piano tecnico, aveva anche lo scopo di contrastare la presenza di Radio Milano 1, che aveva preso a trasmettere su 91,500 MHz con una deviazione di frequenza spesso fuori controllo che creava grandi problemi di sintonizzazione al diffusore primario 91,700 MHz di Radio Ambrosiana. In tutti gli anni ’80 e per i primi ’90, l’emittente di Carlo Capra vivacchiò senza sfondare, rimanendo una presenza silenziosa ma
costante nella modulazione di frequenza milanese. Sul finire della prima metà degli anni ’90 iniziarono i contatti tra l’editore e l’imprenditore toscano Loriano Bessi, in cerca di uno sbocco milanese per il suo circuito in franchising Radio Cuore. Fu così che, di lì a qualche tempo, il marchio ed il format indistinto di Radio Ambrosiana lasciarono il posto al palinsesto forte e caratterizzato del network toscano. Ma l’operazione durò poco: Capra, ormai stanco della gestione di una stazione i cui ricavi a stento coprivano gli ingenti costi di gestione decise di cederla a Mario Volanti, che, come aveva fatto con Radio Derby, ne fece presto un mero relay di altre stazioni di sua proprietà. In un primo tempo la frequenza 91,700 MHz veicolò i programmi di Radio Italia Anni 60 e poi di Radio Montestella, acquistata sempre da Volanti e rimasta orfana del suo storico impianto 103,200 MHz (ceduto a RAI per la rete Isoradio).
La 91,700 MHz divenne presto un porto di mare di prodotti editoriali: dopo Rete Italia (la rete nazionale di Volanti nata sulle ceneri di 105 Classics che consentì di mutare lo status giuridico di Radio Italia da locale a nazionale), Radio Italia Anni ’60 e Montestella fu la volta di Radio Sound International (dopo che i suoi 106,500 MHz da Bruzzano erano finiti a Radio Italia), indi le venete Bum Bum e Company, che lasciarono presto il posto a Radio Milan Inter (prima versione), fino al 2007, allorquando il marchio frequenziale di Radio Ambrosiana iniziò a veicolare i programmi di Radio Capital. Nota di chiusura: nonostante la lunghissima presenza nell’etere meneghino, di Radio Ambrosiana c’è poco o nulla sul web e questo articolo ne rimarrà probabilmente uno dei pochissimi ricordi. ( M.L. e C.G. per NL )

Assegnazione di frequenze AM:
anche i radioamatori chiederanno una porzione di banda?
Di Daniele Pizio www.webhamradio.com

Ultimamente il ministero dello sviluppo economico è stato accusato di favorire i grandi network nelle aste delle frequenze radio. La diffusione in AM ha bassi costi per grandi spazi; per questo è ambita dalle emittenti comunitarie. Annunciati al recente hackmeeting progetti di auto-costruzione per combattere la concentrazione.
La fine della radio è una delle tante profezie mai avveratesi che sono andate di pari passo con l’avvento dell’era digitale. A smentire come il potere della comunicazione via etere sia tutt’altro che al tramonto è, ad esempio, la vicenda dell’assegnazione delle frequenze AM in Italia. Questa porzione dello spettro elettromagnetico, comunemente definita “onde medie”, è oggi al centro di una battaglia (per ora) sotterranea fatta di regolamenti, graduatorie, ricorsi al TAR e impianti di trasmissione auto-costruiti. Un terreno, su cui si
stanno addensando contendenti e interessi tra i più disparati: grandi imprese del mondo della radiofonia, aspiranti radio comunitarie, istituzioni europee, radioamatori e pirati dell’etere.
Le frequenze AM si differenziano dalle più popolari FM per una serie di proprietà tecniche. Prima tra tutte, la capacità di trasmissione: le onde radio veicolate mediante la vecchia tecnologia AM possono raggiungere distanze nettamente superiori rispetto a quelle propagate attraverso FM. Certo, queste ultime hanno dalla loro una qualità del suono maggiore ma, proprio per questo motivo, utilizzano frequenze ormai affollatissime.
È infatti noto come le grandi emittenti radiofoniche facciano a gara tra loro per occupare questa sezione dello spazio elettromagnetico considerata più “pregiata”: facendo leva su trasmettitori potenti e costosissimi – sia in termini di dispendio energetico che di costo dell’hardware – pompano fino all’inverosimile il loro segnale, nel tentativo di coprire quello delle loro concorrenti.

Al contrario, il processo di broadcasting AM richiede trasmettitori non particolarmente potenti e, per questo motivo, dal prezzo e dai consumi assai ridotti. Per via di queste loro caratteristiche, le onde medie potrebbero aprire la strada a sperimentazioni culturali e politiche praticabili dal basso: radio comunitarie o universitarie, emittenti di quartiere o stazioni radiofoniche non necessariamente costrette a modificare il palinsesto a seconda dei desiderata degli inserzionisti pubblicitari.
Le frequenze AM sono parte integrante dell’infrastruttura radiofonica di molti stati europei. Nel Regno Unito il legislatore garantisce una fascia protetta per le emissioni a bassa potenza: alla fine del 2016 sono state diverse le assegnazioni di frequenza riservate alle radio comunitarie. In Grecia sono numerosissime le radio ad onde medie che, a fronte di una sostanziale tolleranza delle autorità elleniche, trasmettono in maniera non autorizzata. Per quanto riguarda l’Olanda invece, ogni città ha delle frequenze liberamente utilizzabili riservate alla bassa potenza.
Tutt’altro paio di maniche è la situazione italiana. In passato dominio esclusivo della RAI, le frequenze AM sono oggi pressoché inutilizzate, anche a causa del vuoto legislativo registrato fino a questo momento in materia. Sebbene chiunque abbia, almeno in via teorica, il diritto di trasmettere, a nessuno è consentito farlo
senza previa autorizzazione. Una situazione paradossale, a cui l’Unione Europea aveva chiesto all’Italia di porre rimedio nel 2013, minacciando l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese qualora le richieste di Bruxelles non fossero state accolte. La risposta positiva del Ministero dello Sviluppo Eoconomico (Mise) arriva nell’agosto 2016, quando Palazzo Piacentini apre finalmente un bando pubblico per l’assegnazione delle frequenze in questione. Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio.

LE FASI DEL BANDO. La prima tornata del bando si conclude il 30 settembre dell’anno scorso. Il risultato è un sostanziale fallimento: a fronte di un altissimo numero di richiedenti (circa 800 le domande inoltrate), vengono assegnate solo due frequenze. Tutto da rifare per il ministero che a marzo pubblica non uno, bensì due nuovi bandi riservati agli scartati del primo giro. Si tratta di una mossa che però non sembra essere risolutiva e lascia intatte le criticità che avevano punteggiato il primo bando. Le regole dettate dal MISE per definire la titolarità di assegnazione delle frequenze sono poco chiare, e allo stesso tempo escludenti.
Ad esempio, nella graduatoria la “potenzialità economica” del richiedente viene valutata 10 punti. Tradotto:
chi non è in grado di presentare un business plan – ovvero tutti quei soggetti che non siano già delle consolidate realtà commerciali – viene penalizzato. Tra gli altri requisiti, c’è poi la richiesta di un attestato di affidabilità di una banca: improbabile che questo venga ottenuto da un’associazione o da una radio di quartiere. Proibitivo anche un altro dei paletti indicato dal MISE, ovvero il mantenimento a spese del
richiedente del sito trasmissivo: tenuto conto che questi possono essere stati costruiti in passato, magari per la RAI, risulta davvero difficile immaginare che una piccola radio possa sobbarcarsi tale spesa. Infine c’è il problema della strumentazione.
Nei bandi, inoltre, non si parla di auto-costruzione: una pratica che, vista la scarsa potenza richiesta dal broadcasting AM, sarebbe alla portata delle tasche di tutti. Al contrario, le linee guida stabilite a Palazzo Piacentini accennano all’omologazione degli apparati: un problema non di poco conto se si considera che in Italia non esistono produttori di trasmettitori AM. Insomma, se nel resto del mondo le onde medie sono
cavalcate da attori indipendenti, le scelte operate fino a questo momento dal ministero sembrano remare nella direzione opposta, scoraggiando la partecipazione di quanti non abbiano già le spalle coperte sul piano economico. Basta dare un’occhiata all’elenco delle società ammesse alla procedura di selezione per rendersene conto. Tra queste figurano ad esempio Monradio e Incentive Promomedia. La prima è una controllata di Radio 101 (a sua volta facente parte del gruppo Radio Mediaset) mentre la seconda è una compagnia pubblicitaria attiva fin dal 1994 nell’ambito del marketing orientato alla grande distribuzione (ovvero le radio nei supermercati). Nella lista fanno capolino anche altri colossi (come Rtl 102.5) mentre sono veramente pochi i nomi riconducibili al mondo dell’associazionismo, radioamatori compresi.

«A mio avviso i soggetti emergenti in graduatoria non superano il 25 per cento del totale. Per il resto si tratta di realtà commerciali o comunque di società che già si occupano di comunicazione. Non c’è nessuna apertura alle radio comunitarie». A parlare è Andrea Borgnino, uno dei più apprezzati esperti in Italia nel settore della radiotelegrafia. Autore di diversi saggi sull’esperienza delle radio pirata e conduttore su Radio3
RAI della rubrica “Interferenze” (trasmissione interamente dedicata al mondo della radio), Borgnino definisce le scelte operate dal ministero come “un’occasione perduta. Il risultato saranno brutte radio che, temo, non ascolterà nessuno”.
La vicenda non è ancora definita. La poca chiarezza nell’assegnazione delle frequenze fa infatti presagire una pioggia di ricorsi al TAR volta a mettere in discussione tutta la legittimità del procedimento adottato dal ministero. E a mettersi in mezzo sono anche alcuni gruppi di hacker sparsi nello stivale. Tra il 15 ed il 18 giugno si è infatti tenuto in Val Susa la ventesima edizione dell’Hackmeeting, il raduno annuale delle controculture digitali. Durante il meeting sono stati tenuti seminari per discutere quale valore politico possono assumere le onde medie in questa fase storica. E workshop dedicati all’auto-costruzione degli apparati AM, qualora il MISE non sia disposto a rivedere le sue decisioni.
Un ultimo aggiornamento della situazione parla dell’arrivo di primi provvedimenti di attribuzione dei diritti d’uso ventennali a seguito delle domande presentate a mente dell’avviso pubblico 4 agosto, ma il Ministero
ha ha escluso dalla gara chi non ha potuto produrre la famigerata «dichiarazione di istituto di credito attestante l’affidabilità finanziaria del soggetto partecipante», prevista tra l’altro per i soli soggetti nuovi entranti”.
In conclusione ciò che interessa a noi radioamatori è che nessuno riunito in associazioni locali, nazionali o sovranazionali, abbia manifestato un minimo interesse a questa assegnazione di frequenze.

Per chi fosse interessato alle pubblicazioni antecedenti a Novembre 2017 può trovarle sul sito di Air-radio Radiorama