Audiradio: le dichiarazioni di Montefusco

Non ho ritenuto opportuno esprimere pareri sulla difficile situazione di Audiradio prima di questo momento risolutivo, principalmente per la funzione istituzionale di Presidente di RNA che ricopro. L’associazione, anche mio tramite, ha compiuto  sforzi notevoli per ricercare una concreta soluzione del problema. E proprio la fiducia che tutto potesse risolversi non mi esortava a produrre eventuali possibili e ulteriori squilibri tra le parti, con opinioni o asserzioni premature.

Ora che la situazione si è oggettivamente determinata, credo sia giusto esprimere anche il mio punto di vista sull’intera vicenda.

Anzitutto, mi preme evidenziare che la paralisi, per circa due anni, dell’attività di Audiradio ha generato una preoccupante incertezza all’attività dell’intero comparto della radiofonia in Italia. I dati della raccolta di questa prima metà dell’anno parlano chiaro: segnalano una situazione di forte sofferenza del mercato pubblicitario. E se si pensa che proprio l’istituzione deputata a garantire il comparto radiofonico, oltre che il mercato stesso, ne sia la causa, il tutto appare ancora più insensato.

Nonostante la richiesta di UPA, Assocomunicazioni e Unicom di rendere disponibili almeno i dati CATI 2010; nonostante l’insistenza degli editori, che hanno sostenuto costi ingenti per la ricerca e si sono attivati in tutte le sedi per sollecitare una revisione ed una semplificazione della gestione della società, e nonostante l’istruttoria da parte di AGCOM sulle rilevazioni, i dati non sono stati comunque pubblicati perché Audiradio è stata bloccata da veti e privilegi; proprio gli stessi privilegi che avrebbero dovuto essere rimossi per adeguare la governance della Società sulla base delle indicazioni suggerite dall’AGCOM.

Una chiara responsabilità nell’epilogo di questa vicenda ed è da ascriversi principalmente al perdurare dei comportamenti messi in atto da parte del socio RAI, che ha opposto sia il veto alla consegna dei dati CATI 2010, sia il veto alla immediata realizzazione della ricerca 2011 secondo un’ipotesi attuativa, proposta “dalla Parte Mercato”, che prevedeva una rilevazione attraverso il tradizionale sistema CATI integrato da opportuni approfondimenti con la metodologia DIARI e la naturale, conseguente evoluzione nel sistema “METER”. Tale ipotesi aveva raccolto l’adesione di una vasta maggioranza di soci di Audiradio. E’apparsa, pertanto, ingiustificata la posizione della RAI che ha contribuito, fortemente, a pregiudicare la posizione delle Emittenti commerciali; queste ultime, infatti, traggono il proprio finanziamento esclusivamente attraverso la raccolta pubblicitaria, al contrario di RAI, che può contare sull’apporto finanziario proveniente dal canone radiotelevisivo, in aggiunta a limitate risorse pubblicitarie.

A questo punto, l’augurio che mi faccio e che faccio alla radio italiana è di uscire da questa fase di “empasse”. Il nostro comparto ha le capacità, le possibilità intellettuali e finanziarie per reagire, anche, in questo difficile momento. Esistono i presupposti per trovare una comunione d’intenti con il contributo di tutti e per realizzare una nuova ricerca basata su criteri di modernità e trasparenza.

Senza privilegi e condizionamenti per nessuno.

EDUARDO MONTEFUSCO
Presidente di RNA e RDS