qual è il programma che preferisci?

Qual è il programma a cui non potete rinunciare?

Ogni giorno, oltre 33 milioni di persone ascoltano la radio.

C’è chi lo fa semplicemente salendo in auto e seguendo “passivamente” l’offerta della fascia oraria mentre va e torna dal lavoro.

C’è chi non può rinunciare a determinati programmi, che sintonizza anche mentre sta facendo altro, accendendo la radio per ascoltare quel preciso contenuto.

Ci soffermiamo su questo secondo punto: qual è (o quali sono) il programma (o i programmi) a cui non potete fare a meno?

Vi aspettiamo su [email protected] o sui canali social di FM-world e Talkmedia.

Meno autoradio, più device digitali: come cambia l’ascolto nell’anno della pandemia

Sono usciti i volumi RadioTER, relativi al secondo semestre 2020.

Diversi i dati inclusi al suo interno, tra cui quelli relativi ai device con cui si è ascoltata la radio.

Rispetto al secondo semestre 2019 – è d’obbligo la premessa – i contatti nel Giorno Medio sono calati da 34.877.000 a 33.689.000, ma questo era già noto con l’anteprima pubblicata a fine gennaio.

Ora, tuttavia, conosciamo la distribuzione degli ascolti.

Come presumibile, la pandemia ha provocato un sensibile calo del seguito tramite autoradio, che resta il device più utilizzato pur scendendo da 24.940.000 a 22.504.000.

Al secondo posto si colloca l’apparecchio casalingo in lieve flessione (da 11.042.000 a 10.928.000).

A fronte di questi cali, cresce tutto il resto.

L’ascolto della radio tramite canale video televisivo passa da 4.001.000 a 4.317.000, l’utilizzo dello smartphone da 3.049.000 a 3.295.000, il canale tv solo audio da 1.156.000 a 1.218.000, il PC/tablet da 1.086.000 a 1.173.000.

Inoltre entrano gli smart speaker a quota 455.000.

Infine, il dato “Altro” passa da 156.000 a 101.000.

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Coronavirus, ricerca GfK: gli italiani non rinunciano alla radio

E’ stata presentata oggi la ricerca curata dall’istituto GfK, “L’ascolto della Radio ai tempi del COVID – 19”, commissionata da TER, Tavolo Editori Radio, che racchiude la quasi totalità delle emittenti pubbliche e private, nazionali e locali della radiofonia italiana.

L’emergenza sanitaria ha fortemente condizionato le abitudini quotidiane determinando effetti non trascurabili sulla mobilità in auto (il 67% della popolazione utilizza meno l’auto) e sui percorsi verso il lavoro (il 30% della popolazione non si reca più al lavoro fuori casa), costringendo tra le mura domestiche gran parte della popolazione.

L’impatto sugli ascolti delle radio è molto contenuto – si legge nella ricerca – con un calo del 17%, pressoché compensato dall’aumento del tempo medio di ascolto cresciuto dell’11% (sull’ascolto degli ultimi 7 giorni).

“Alla riduzione netta dell’ascolto tramite autoradio corrisponde un aumento dell’ascolto attraverso tutti gli altri device – dice Giorgio Licastro, Responsabile Area Media di GfK – non soltanto la classica radio FM, alla quale si stanno affiancando gli apparecchi DAB+, ma anche la TV, lo smartphone e il PC (con riscoperta da parte delle fasce giovanili); crescono pure tablet e smart speaker, i quali, pur partendo da basi contenute nel periodo pre-crisi, vedono tassi di incremento analoghi a quelli degli altri device”.

Particolare menzione merita l’accesso digitale attraverso siti e app radio, sia che si tratti di piattaforme proprietarie, sia che si tratti di aggregatori. L’accesso digitale con le nuove necessità di collegamento al mezzo radio – continua la ricerca – vede un incremento importante: +24% di reach e + 61% di tempo speso. La nuova domesticità plasma le modalità di ascolto della radio.

“Rilevante in casa è l’inedita presenza maschile e delle donne lavoratrici – sottolinea Giorgio Licastro – che aumenta le occasioni di esposizione (da 1,1 a 1,5 al giorno) e spinge verso l’alto, nella lista delle attività, l’ascolto mentre si lavora, mentre si fa ginnastica, nei momenti di relax. Le aree che maggiormente migliorano dopo l’inizio dell’emergenza sono proprio quelle rassicuranti della vicinanza e del comfort, come antidoto alla solitudine forzata; e contemporaneamente quelle che agiscono sullo stato di benessere, sull’umore, sull’emozione”.

In questo, il ruolo della musica ascoltata alla radio appare fondamentale: veicola un senso di comunità, di partecipazione collettiva, di serenità nonostante tutto.

La costrizione a casa ha avuto effetti non trascurabili sull’ascolto della radio, senza tuttavia minarne il ruolo grande protagonista nella comunicazione di massa.

La sua capacità di presentare un mix unico di emozione, vicinanza, empatia e informazione credibile, unita alla possibilità di essere fruita in qualsiasi momento della giornata la rendono difficilmente sostituibile.

La radio è un mezzo a cui gli Italiani non rinunciano – si legge nella ricerca – piuttosto, ne ricalibrano l’uso in funzione dei nuovi stili e delle nuove abitudini, favoriti, in questo, da un mezzo che è in grado di sfruttare vecchie e nuove tecnologie per consentire l’ascolto anche in modi innovativi e diversi rispetto al passato.

La crisi ha favorito la relazione con il mezzo, soprattutto in termini di vicinanza, di veicolo di emozioni positive e secondariamente anche di informazione, di partecipazione e confronto. La musica ascoltata alla radio appare fondamentale, contribuendo al senso di comunità, di partecipazione collettiva, di serenità.

Il ruolo informativo della radio non è meno rilevante, assolvendo sia il compito della presenza tempestiva e del realtime, sia quello dell’approfondimento e dell’autorevolezza.

In questo periodo di isolamento forzato aumentano gli ascoltatori che creano interazione. L’iniziativa «La Radio per l’Italia» – conclude la ricerca GfK – è stata ampiamente riconosciuta e apprezzata come modo di ulteriore avvicinamento al mezzo.

(Comunicato stampa)

Anno record per il DAB+ nel Regno Unito

Il Regno Unito è da sempre uno dei Paesi-simbolo del DAB+ in Europa.

A confermarlo è stato l’anno 2019, che ha registrato – come segnala la newsletter di Confindustria Radio Televisioni – 2,38 milioni di nuove auto con la radio digitale di serie.

Di fatto, nel quarto trimestre dell’anno appena conclusosi, il 95% delle nuove auto immatricolate ha disposto della “digital radio” senza costi aggiuntivi e questo sta incidendo inevitabilmente nella scelta del device utilizzato dagli automobilisti.

Secondo gli ultimi dati disponibili dell’indagine inglese RAJAR, l’ascolto digitale in auto ha raggiunto quota 42,2%.

L’offerta DAB+ nel Regno Unito, va sottolineato, propone una serie di pacchetti molto più ricca dell’FM.

Ad oggi sono più di 50 le stazioni digitali nazionali e diverse centinaia quelle locali.

Cresce in parallelo anche l’ascolto della radio tramite IP, in particolare con aggregatori che propongono un’offerta ancora più diversificata, ma la “diatriba” tra l’una e l’altra proposta digitale porta sempre allo stesso dilemma: secondo i promotori del DAB+, quest’ultimo consente una copertura anche in zone non servite dalla rete wireless e non incide sul consumo dati.

In Italia, al momento, l’ascolto dell’FM in auto resta ancora prioritario, ma proprio il 2020 – in seguito alle direttive UE sulla digitalizzazione delle autoradio – potrebbe segnare un primo cambio di tendenza.

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Come cambia l’ascolto della radio dall’FM alle app?

Da alcune settimane, stiamo monitorando con attenzione gli ascolti rilevati dall’app di FM-world.

Pur partendo da un campione ancora limitato, è evidente il fatto che in un aggregatore, è il singolo programma a fare la differenza rispetto all’emittente (che può essere casomai avvantaggiata dal posizionamento nella “griglia”).

La semplicità di cambiare emittente (senza la discriminante del segnale FM che può favorire questa o quell’altra radio, a seconda della zona d’Italia dove ci si trova) ci ha fatto notare che la maggiorparte degli utenti della app si è costruita un proprio palinsesto personalizzato.

“Deejay chiama Italia”, “Lo Zoo di 105”, “La Zanzara”, “Tutto il calcio minuto per minuto” ed altri noti contenitori spostano l’ascolto delle emittenti dove sono ospitate, a seconda della fascia oraria.

Accade lo stesso per chi ascolta la radio tramite FM? Chi, per esempio, sintonizza un’emittente al mattino all’inizio del proprio orario di lavoro ha tempo di cambiare “stazione” a seconda di questo o quel programma? O forse, al contrario, “sposa” una realtà e si fa accompagnare per l’intera giornata dalla stessa rete, a prescindere dai contenuti proposti?

In sintesi, è possibile sostenere che l’ascolto FM sia più statico (e legato al singolo brand, oltre che al segnale), mentre in un aggregatore risulta essere più veloce e dinamico?

E’ una riflessione a cui già abbiamo dato una (nostra) parziale risposta, ma con cui ci confronteremo con la community social di FM-world, per capire le opinioni dei nostri utenti e soprattutto le loro abitudini di ascolto.

Dove si ascolta la radio? La community di FM-world sceglie l’auto

Radio e automobile, un legame imprescindibile.

La community di FM-world ha votato, con migliaia di click, il sondaggio che la nostra app ha proposto per il mese di giugno.

Selezionando il tasto “vota”, in alto a sinistra dell’aggregatore, era presente la domanda “Dove ascolti maggiormente la radio?” con sei opzioni di risposta: in auto, al lavoro, a casa, in palestra, a piedi o in bici, nei locali o nei negozi.

Come prevedibile, l’auto si conferma il luogo dove il mezzo “radio” viene seguito più frequentemente, raggiungendo una dignitosa percentuale pari al 44%.

Seguono, quasi a pari merito, l’ascolto a casa (19%) ed al lavoro (18%).

La radio offre compagnia anche ad un 10% che la sceglie soprattutto quando si muove a piedi o in bicicletta, mentre scende al 6% se si tiene in considerazione la palestra.

Più marginale (e soprattutto più passivo) l’ascolto del mezzo quando ci si ritrova in negozi o locali, dove probabilmente si presta meno attenzione al contenuto proposto.

Del nostro ultimo sondaggio, ne parliamo anche nei “100 secondi di FM-world”, il nostro podcast settimanale disponibile ogni martedì.