La funzione religiosa va in onda abusivamente sugli 87.650 e viene denunciata da ‘Striscia’

La puntata del 3 febbraio di “Striscia la notizia” ha ‘smascherato’ una emissione FM abusiva.

Si tratta di una radio parrocchiale di Ossona (Mi) che diffonde in ambito locale le funzioni religiose.

O meglio, diffondeva, dato che un servizio di Capitan Ventosa ha scoperto che il segnale non era censito e che quindi è stato fatto spegnere.

La frequenza modulava sugli 87.650 ed oscurava, di conseguenza, gli 87.7 di Radio Bruno che fanno servizio sul territorio, arrecando interferenze anche agli 87.5 di Radio Subasio.

Su Canale 5, il parroco ha sostenuto di essere in buona fede, inconsapevole dei disturbi, ma da un articolo pubblicato da Cronaca Ossona si evince che tutto questo avveniva da tempo e che l’intrusione di “Striscia” sia stata colta come un intervento che ha bloccato un servizio alla comunità, pur non essendo legale trasmettere senza concessione ministeriale.

L’emittente, peraltro, promuoveva la frequenza 87.650 già ai tempi del lockdown, per cui era operativa da qualche tempo.

Il segnale è stato disattivato il primo febbraio.

E se ci fosse consentito un consiglio alla Parrocchia di Ossona, con l’utilizzo del web sarebbe possibile riprendere le trasmissioni, portando nuovamente alla comunità la gioia di poter ascoltare la propria radio locale, senza arrecare danno alle reti regolarmente censite in FM.

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Antenna a rischio smantellamento: timori sul futuro della barese “Radio Mi Piaci”

Radio Mi Piaci è un’emittente di Bari, nata nel 2018.

Si tratta dell’evoluzione di una storica realtà del territorio, L’Altra Radio, nata circa quarant’anni prima ed il cui patron è tuttora Renzo Belviso.

L’emittente trasmette su diverse frequenze tra le province di Bari, Taranto e Brindisi, ma vede nei 101.5 del capoluogo pugliese l’impianto principale.

L’antenna da dove modula il segnale, tuttavia, rischia lo smantellamento, in seguito ad una vicenda giudiziaria che va avanti da 17 anni.

Giovedì 7 novembre, è atteso il giudizio del Consiglio di Stato ed a spiegare le motivazioni di quanto sta accadendo, ci ha pensato l’Associazione della Stampa di Puglia, in una lettera (che riportiamo) in cui esprime solidarietà ai lavoratori dell’emittente.

L’Associazione della Stampa di Puglia esprime “solidarietà a tutti i lavoratori dell’emittente ‘Radio Mi piaci’ alla luce della lunga e travagliata vicenda burocratica, finita dinanzi ai giudici amministrativi, riguardante il traliccio tramite cui la storica emittente barese (già Altra Radio) ogni giorno produce informazione e intrattenimento”.

“Su quella antenna – si legge in una nota – che nel corso di ben 30 anni ha superato positivamente ogni ispezione da parte dell’Arpa Puglia e dell’Ispettorato territoriale per le comunicazioni, pende il prossimo 7 novembre il giudizio del Consiglio di Stato circa la sospensiva o meno dello smantellamento, richiesto dalla Ripartizione Urbanistica ed Edilizia del Comune di Bari, dopo che per oltre 17 anni la società editrice (Altre Reti Pubblicità srl) non è riuscita ad ottenere la conclusione delle pratiche aperte con il Comune, rinunciando tra l’altro ai condoni intercorsi proprio perché in attesa di risposte”.

“Laddove restino confermate le compatibilità ambientali del traliccio, così come verificato sinora da tutte le autorità preposte – evidenzia Assostampa – sarebbero auspicabili risposte celeri e soluzioni da parte del Comune quando vengono ravvisate irregolarità, evitando inutili e costosi contenziosi”.

“Sarebbe una beffa, infatti – conclude Assostampa – per tutti i dipendenti, giornalisti compresi, che a pagare il conto di ritardi burocratici cumulati dal lontano 2002 e ora finiti in un contenzioso dinanzi ai giudici, siano sia l’emittente barese, sia le emittenti regionali e nazionali (Radio Radicale, Radio Dimensione Suono, Radio Norba, Radio 105 etc) che tramite quell’antenna trasmettono ogni giorno su Bari e provincia le loro produzioni, a beneficio del pluralismo dell’informazione nella città metropolitana”.