Max Venegoni: “Presto torno”

Dopo aver salutato il pubblico di Radio Monte Carlo che l’ha seguito per 25 anni, Max Venegoni ha pubblicato una anticipazione sui social.

Il popolare conduttore ha annunciato che farà in modo di rispondere a tutti (sono stati centinaia i commenti al suo post di addio), aggiungendo un generico “Presto torno”.

Intorno a questa dichiarazione è già partita una sorta di “fantaradio”, per ipotizzare se e dove si potrebbe prossimamente ascoltare la sua voce.

Oltre agli ascoltatori, Max Venegoni è stato salutato e “abbracciato virtualmente” da tanti colleghi che hanno percorso con lui questo lungo periodo ‘on air’, tra Radio 105 e Radio Monte Carlo.

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Sanremo 2023: svelati i nomi dei “Big”

Anche per il 2023, il Festival di Sanremo serberà nomi importanti, orientati ad un pubblico di tutte le età.

A svelare gli artisti ci ha pensato Amadeus, nel corso del Tg1 delle 13.30 di domenica 4 dicembre.

Questi i “Big”, a cui si aggiungeranno sei cantanti da Sanremo Giovani, evento in programma il prossimo 16 dicembre.

Giorgia, Articolo 31, Elodie, Colapesce Dimartino, Ariete, Modà, Mara Sattei, Leo Gassmann, I Cugini di Campagna, Mr. Rain, Marco Mengoni, Anna Oxa, Lazza, Tananai, Paola e Chiara, LDA, Madame, Gianluca Grignani, Rosa Chemical, Coma_Cose, Levante, Ultimo.

Il Festival di Sanremo si terrà dal 7 all’11 febbraio 2023 e sarà trasmesso su Rai1, Rai Radio2 e RaiPlay.

98 anni di radio in Italia: il primo annuncio, il 6 ottobre 1924

Il 6 Ottobre 1924 alle 21.00 esordiva la radio in Italia, che oggi compie quindi 98 anni.

La prima voce a trasmettere via etere – secondo le ricostruzioni più recenti – sembra essere stata quella di Ines Viviani Donarelli, anche se per molto tempo l’annuncio inaugurale venne attribuito a Maria Luisa Boncompagni, che ebbe successivamente una lunga carriera, tanto da essere ricordata come “zia Radio” e “l’usignolo della radio”.

A chiarire il dilemma della trasmissione inaugurale fu Barbara Scaramucci, già direttrice delle Teche RAI, che nel 1997 scoprì che dai documenti originali degli archivi RAI di Firenze risultava che la voce del primo annuncio dell’URI fosse – appunto – quella di Ines Viviani Donarelli.

Il palinsesto inaugurale prevedeva un concerto di musica operistica, un bollettino meteo e le notizie della borsa e venne così annunciato:

“Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera 7 primo e secondo tempo”.

Quel “che vi sta parlando” pare fosse stato tagliato da vecchie registrazioni – non se ne conosce il motivo – portando così l’attribuzione dell’annuncio a Maria Luisa Boncompagni.

Vera o presunta che sia questa ricostruzione, l’audio dell’annuncio è contenuto nel sito radiodrammi.it.

Passando a questioni puramente tecniche, la lunghezza d’onda era pari a 425 metri, il che significava che la frequenza trasmetteva circa a 705 KHz.

L’URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, era stata fondata poche settimane prima, il 27 Agosto 1924.

Si trattava di un accordo tra due importanti gruppi del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società era Enrico Marchesi, ex direttore amministrativo della FIAT di Torino.

La prima stazione trasmittente si trovava a Roma, a cui seguirono Milano nel 1925, Napoli nel 1926 e Torino nel 1929.

Nel gennaio 1928, l’URI diventava EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, per poi adottare la definitiva e ancora attuale denominazione RAI col finire della guerra.

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“Tutte le storie belle hanno una parola fine”: Luca Viscardi lascia Radio Number One

“Tutte le storie belle hanno una parola fine. Ieri é terminata la mia con Radio Number One”.

Ad annunciarlo è Luca Viscardi, che da qualche mese non era più in onda sulla nota superstation.

“Grazie a tutti i colleghi con cui ho avuto il piacere e l’onore di lavorare” – dichiara – “ma anche a tutti coloro che la ascoltano e mi hanno fatto sentire parte di una splendida grande famiglia.

Viscardi conclude dicendo: “What’s next? C’è un’altra meravigliosa storia da scrivere.

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Claudio Micalizio lascia Radio Monte Carlo

Claudio Micalizio lascia Radio Monte Carlo, emittente di cui è stato per 20 anni una delle voci più riconoscibili della redazione giornalistica che ha diretto dal 2016 e fino all’arrivo del gruppo Mediaset.

L’addio consensuale avviene a ormai 10 mesi dal cambio di linea editoriale deciso dai vertici di Radio Mediaset per la storica emittente in lingua italiana del Principato di Monaco.

Assunto come giornalista praticante nel 2000, Micalizio venne nominato direttore dell’informazione di RMC da Alberto Hazan quattro anni fa, quando il Biscione acquistò Radio 105 e Virgin Radio da gruppo Finelco.

“Per Radio Monte Carlo era di fatto una “ripartenza” – ricorda Claudio Micalizio – e il nostro storico editore ci chiese di valorizzare le caratteristiche che da sempre avevano connotato l’identità dell’emittente monegasca (musica di qualità, intrattenimento frizzante ma garbato e informazione autorevole) in una formula innovativa ed efficace: nacque così insieme allo station Manager Stefano Carboni, al direttore di palinsesto Stefano Bragatto e al direttore marketing Monica Ponti il format della radio di infotainment che pubblico e investitori hanno mostrato di gradire”.

Un’esperienza positiva che, dati di ascolto alla mano, ha portato per Radio Monte Carlo un incremento di oltre 400mila ascoltatori in tre anni (con il picco di oltre 1.600.000 ascoltatori nel giorno medio raggiunto nel terzo trimestre del 2019) e, di anno in anno, la costante crescita del parametro del AQH, il quarto d’ora medio, che per gli investitori pubblicitari certifica il gradimento del prodotto in onda da parte del pubblico.

Poi il cambio di linea editoriale a inizio 2020: “Evidentemente si è chiuso un ciclo – conclude Claudio Micalizio – ma per il nostro gruppo di lavoro è stata una bella soddisfazione: dimostrare che contenuti di attualità debitamente proposti possono essere strategici anche in una radio di flusso musicale come, appunto, Radio Monte Carlo.

Grazie a chi ha creduto in noi a cominciare da Alberto Hazan, che ha sempre giocato il ruolo di editore con lungimiranza e competenza, e a Claudio Brachino che, una volta subentratomi alla guida della redazione nel 2018, ci ha comunque consentito di continuare a operare in continuità ed autonomia”.

(Comunicato stampa)

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