MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

L’appuntamento settimanale con MilleRegioni torna puntuale come ogni sabato.

Le ultime notizie, da tutta Italia, sono a cura come sempre di Mauro Roffi.

  • È la Spagna il nuovo obiettivo di Vivendi, che conquista il 10% di Prisa

Che Vivendi (Vincent Bollorè) abbia ambizioni e voglia di essere protagonista in Italia è cosa nota. Abbiamo scritto ampiamente nelle scorse settimane in questa rubrica della infinita querelle con Fininvest per il controllo di Mediaset, mentre non va dimenticato che i francesi sono anche i primi azionisti di Tim.

Ma ecco che adesso Vivendi manifesta grosse ambizioni anche in Spagna, dove per la verità era già ben presente, in particolare con la società di produzione televisiva Bambu Producciones e con un importante studio di produzione di videogiochi a Barcellona.

Va precisato altresì che più che la sola Spagna la dimensione delle operazioni di Vivendi in questo caso è quella del mercato complessivo di lingua spagnola, che è importante anche negli Stati Uniti e naturalmente coinvolge strettamente gran parte dell’America Latina. Vivendi è già molto presente su questi mercati attraverso Universal Music Group, Havas e Gameloft.

Ma ecco che ora si punta – a quanto sembra – alla ‘preda grossa’ attraverso un intervento nell’azionariato di Prisa, importante gruppo dei media iberici, noto per il quotidiano ‘El Pais’ (e anche fra gli azionisti di ‘Le Monde’ in Francia) ma molto radicato anche in campo radiofonico con il noto gruppo nazionale Cadena SER. Si tratta della prima emittente radiofonica in ordine di fondazione in Spagna, con un importante seguito di pubblico, ricevibile in FM, AM, DAB e TDT (il digitale terrestre iberico) in tutto il territorio spagnolo.

Nel giro di pochi giorni in gennaio Vivendi ha prima annunciato di aver acquisito il 7,6% del gruppo Prisa da HSBC per 52 milioni di euro e poi di aver già aumentato la sua partecipazione al 9,9% (quota vicinissima all’annunciato obiettivo del 10% minimo di Prisa).

La situazione economica di Prisa, fra l’altro, non è rosea (ma ciò vale per molti gruppi di media in Europa e nel mondo), visto che a fine ottobre erano state comunicate perdite per i primi 9 mesi del 2020 pari a 209 milioni di euro.

Primo azionista di Prisa (29%) e suo presidente è il finanziere franco-armeno Joseph Oughourlian del fondo Amber, che vede di buon occhio l’ingresso di Vivendi, con cui si è anche alleato in Francia nell’attacco in corso contro Bernard Arnault per il controllo (o la spartizione) del gruppo Lagardère, che controlla i periodici ‘Paris Match’, ‘Journal du Dimanche’ e anche e soprattutto la popolare Radio Europe 1.

Ma torniamo all’Italia (e a un’altra parte d’Europa) perché c’è per ultimo da segnalare il nuovo ‘rilancio’ di Mediaset, sempre alle prese, come detto, con il lungo duello con Vivendi in Italia. Stavolta parliamo però della Germania, dove Mediaset attua una continua conquista di posizioni nel grande gruppo televisivo Prosiebensat1, di cui era già da qualche tempo primo azionista (anche se complessivamente rimane sotto il 25%, quota rilevante per l’Antitrust tedesco).

Mediaset ha recentemente ricalibrato la composizione della sua quota nel gruppo tedesco, aumentando il possesso di azioni rispetto alle opzioni e passando, quanto a diritti di voto, dall’8% circa al 12,3 per cento. Lo ha fatto attraverso la controllata Mediaset España, che ha acquisito un ulteriore 3,43% del capitale di Prosieben.

  • Nuove nomine in due Tgr Rai

L’AD Rai Fabrizio Salini ha firmato le nomine, proposte dal direttore della Tgr Alessandro Casarin, di Roberta Serdoz a caporedattore centrale della Tgr Lazio e di Luca Ginetto a caporedattore della Tgr Umbria.

Come noto, la formidabile struttura delle Tgr regionali della Rai realizza tutte i notiziari quotidiani, televisivi e radiofonici, locali dell’emittente pubblica e inoltre un’ampia serie di trasmissioni, soprattutto in Tv (fanno eccezione le Tgr delle Regioni a statuto speciale, dove anche la Radio è protagonista assoluta), con diffusione in genere su Rai3 a livello nazionale (si ricordi anche ‘Buongiorno Regione’), in particolare il sabato mattina.

Roberta Serdoz, che è ora a capo della Tgr Lazio, ha 52 anni ed è un volto molto noto ai telespettatori del Tg3, dove è stata inviata e conduttrice.

Luca Ginetto, 57 anni, sarà invece a capo della redazione della Tgr Rai dell’Umbria. Dopo molti anni di attività nelle Tv locali del Veneto, è stato assunto a tempo determinato alla Tgr di Venezia nel 2006. Ha anche collaborato con Rai Sport per il coordinamento di alcuni eventi e per una serie di telecronache in diretta.

  • Bologna: Punto Radio in concessione alla Speed

‘Il Resto del Carlino’ del 24 gennaio dà notizia di uno sviluppo di rilievo nel mondo della radiofonia e della pubblicità di Bologna.

In sostanza, Punto Radio, emittente notissima e con una lunga storia alle spalle in zona, anche se rientrata nella Fm felsinea non molto tempo fa dopo che le frequenze migliori erano andate a Radio Sportiva, affida adesso la raccolta pubblicitaria alla concessionaria Speed, quella dello stesso ‘Carlino’ (e soprattutto in questo caso di ‘Carlino Bologna’) e del gruppo Monrif (Riffeser-Monti), molto ben radicato con la stampa quotidiana in varie regioni (adesso anche al Sud, come abbiano visto in una precedente nota di questa rubrica).

Punto Radio fa parte del ‘gruppo Ferretti’, molto forte in Emilia-Romagna sul piano televisivo (soprattutto con la versione regionale di 7 Gold) ma anche su quello radiofonico (con Radio Italia Anni 60 in particolare).

Ma vediamo altri particolari dall’articolo del ‘Carlino’:

“Punto Radio è storica. E guarda Bologna, dall’alto. Nella sua sede, in via dell’Arcoveggio 495, la musica non solo si ascolta ma ‘si vive’. Per questa peculiarità, Speed diventa la concessionaria esclusiva per la raccolta pubblicitaria di Punto Radio, conquistando un’altra fetta di mercato della nostra città.

Fondata da Vasco Rossi e un suo gruppo di amici nel 1975, a Montombraro, vicino a Zocca, nel Modenese, Punto Radio ha un’anima rock. Le prime trasmissioni risalgono al 21 settembre di quell’anno…

Come altre sue ‘sorelle’ in giro per l’Italia, anche Punto Radio subì i sigilli dell’Escopost. Vasco, che era il responsabile dal punto di vista legale, venne processato assieme a Walter Giusti, altro ragazzo dello staff, ma vennero assolti…

Iniziò il periodo d’oro di Punto Radio, dove si poteva ascoltare musica che allora era alternativa: Bruce Springsteen, i Sex Pistols, Clash, Lou Reed…

La consacrazione arrivò ad Alassio, il 19 settembre del ’76, quando Punto Radio venne eletta nel concorso di ‘Onda Tv’ la Radio preferita, battendo la concorrente BBC di Red Ronnie e Bonvi.

Due anni dopo, però, venne ceduta al Pci di Bologna che la trasformò in Radio di partito. Vasco scelse la ‘vita spericolata’ del rocker e Punto Radio rimase per un po’ all’ombra di via Barberia. Nella metà degli anni Ottanta, l’editore radiotelevisivo Luigi Ferretti, l’acquistò. E ancora oggi, sulla frequenza Fm 105, Punto Radio è uno dei riferimenti radiofonici della città. Presente anche sul digitale terrestre (canale 196)”.

  • Radio RCS Sicilia chiude ma subito riparte

È una storia che speriamo sia a lieto fine quella di RCS Radio Sicilia, l’emittente di Serradifalco (Caltanissetta) di cui abbiamo parlato su Fm-World nei mesi scorsi.

Ricordiamo che Radio RCS, in attività da decenni, anche dopo aver abbandonato la Fm, a fine anno aveva annunciato che la sua parabola si stava concludendo, “se qualcuno non l’avesse aiutata”. Occorrevano ‘forze fresche’, in sostanza, che dessero un po’ il cambio agli storici gestori e progettassero un rilancio, altrimenti la sorte era segnata.

La vicenda, in effetti, non sembrava essere finita bene, perché un ‘esasperato’ messaggio diffuso sul blog di RCS da Pietro Ferrantelli proprio a fine anno informava di quanto segue:

“L’anno che sta per finire porterà con se anche Radio RSC. A mezzanotte del 31 dicembre 2020 la storica Radio libera spegnerà i suoi microfoni. Dopo averli tenuti accesi per più di 41 anni. Per trasmettere musica e per informare. Giusto quest’ultima attività, però, ha generato un gruppetto composto da uno sparuto numero di persone che hanno eletto la nostra Radio loro nemica. E che con le loro azioni ostili hanno contribuito a decretare la fine di Radio RCS. In ciò spalleggiati da un altro gruppo, molto più nutrito.

Quello degli indifferenti, imperturbabili di fronte all’esistenza o meno dell’emittente.

I due gruppi, insieme, hanno contribuito a spegnere i microfoni di Radio RCS. Che, ad onor del vero, è stato dovuto soprattutto al mercato (pochissime, nell’ultimo periodo, le ditte che hanno pubblicizzato i loro prodotti e loro attività sull’emittente), alla natura ‘no profit’ di Radio RCS (nessuno fra chi l’ha gestita ci ha mai guadagnato un centesimo, adesso, o una lira, prima) e al (mancato) cambio generazionale…”.

Con Ferrantelli erano rimasti a fine 2020 solo altri due ‘sopravvissuti’ nella quarantennale storia di Radio RCS: Totó Benfante e Lillo Lauricella. Ma anche loro avevano deciso di gettare la spugna.

Ma, quasi come nelle favole, sono bastati pochi giorni, dopo la decisione di chiudere… per riaprire. A rilevare Radio RCS è stato Salvatore (Totò) Vancheri, che aveva collaborato con l’emittente in passato e ora ha deciso di fare il grande passo. Nel fatidico giorno dell’Epifania Vancheri ha telefonato a Lauricella e gli ha illustrato la sua idea di rilevare l’attività e di rilanciarla. Cosa che è avvenuta subito, quasi senza soluzione di continuità per RCS, dunque. E si è (ri)partiti con un’iniziativa singolare: mettere a disposizione in forma gratuita per 15 giorni i canali pubblicitari dell’emittente a sostegno delle piccole e grandi realtà commerciali (e non solo) locali.

“In questo momento di difficoltà RCS ha deciso di esserci e di stare al fianco di chi lavora e di chi necessita di un sostegno morale – ha detto Vancheri – ; questa nostra iniziativa vuole essere un piccolo aiuto a tutti, perché la nostra è sempre stata, per antonomasia, la Radio di tutti”.

E Lauricella? Ora, di nuovo entusiasta, è il supervisore tecnico della ‘nuova’ RCS. E non mancheranno neppure i collaboratori, vecchi e nuovi.

  • Radio City4You si mette in luce fra Radio e Tv

Radio City4You, nota anche e soprattutto in Tv, è sempre più alla ribalta. Ne scrive in un recente articolo infovercelli24.it, sottolineando anche i buoni risultati di ascolto conseguiti sull’aggregatore Fm World, legato a questo periodico, in virtù anche del cambio di gestione nell’emittente, avvenuto nel febbraio 2020, e di una “programmazione giovane e dinamica”.

«Un ottimo passo – dice l’editore di Radio City4You Marco Cantarella – . Sono contento della piattaforma streaming che rende fruibile l’ascolto della Radio non solo in Italia ma in tutto il mondo. Siamo molto soddisfatti (però) anche dell’ascolto in Fm su 89.9 MHz per le province di Vercelli, Biella, Novara, Milano, Pavia e Varese, sugli 88.6 per la Valsesia e sul digitale DAB+ per le città di Torino, Cuneo e rispettive province».

Radio City4You, tra l’altro, ha anche una forte programmazione sportiva in streaming: sulla piattaforma dedicata vengono infatti trasmesse le partite della Pro Vercelli e di Edilnol Pallacanestro Biella. Ancora secondo Cantarella, “City4You sta solo aspettando la fine di questa pandemia per programmare una serie continua di live che la vedranno protagonista insieme ai suoi collaboratori in feste, dirette e manifestazioni e per inaugurare i nuovi studi radio- televisivi in realizzazione alle porte di Novara”.

E poi, manco a dirlo, c’è la Tv: “Ringraziamo anche 4You Tv, sempre del nostro gruppo editoriale che diffonde diverse nostre trasmissioni in contemporanea sui canali del digitale terrestre 91 e 194 in Piemonte, 194 in Lombardia, 194 in Emilia-Romagna e 194 nel Lazio”.

  • A Milano va in onda Radio Parini

Il mondo della scuola è sempre alla ribalta, in relazione alla famosa D.A.D. e alle richieste invece di garantire anche ai ragazzi più grandi l’insegnamento in presenza.

Ne sanno qualcosa, fra gli altri, al noto liceo classico ‘Parini’ di Milano, dove ora si è aggiunta alle voci via social degli studenti anche una vera e propria Radio dell’istituto. Ne ha parlato in dettaglio l’edizione milanese di ‘Repubblica’, in un recente articolo di Sara Bernacchia.

In riferimento a Radio Parini, Federica, 17 anni, ha detto: “Dopo un anno passato dietro lo schermo del computer abbiamo sentito il bisogno di creare questo strumento, rispolverando il lavoro fatto con il predecessore, Radiologia”.

Data la situazione almeno all’inizio si è trasmesso a distanza: “Ciascuno ha registrato la sua parte da casa propria. Non è certo lo scopo del progetto, che punta a coinvolgere più studenti possibile, ma siamo soddisfatti”.

La redazione di Radio Parini è composta da una quindicina di studenti, ciascuno con un compito preciso. Numerosi sono i ragazzi di prima, forse più desiderosi degli altri di partecipare alla vita della scuola.

In realtà, come è comprensibile e avviene in casi come questo, più che di una vera e propria Radio, con un palinsesto, parliamo della realizzazione di podcast. Il primo ha ripercorso alcuni fatti del 2020, ricordando naturalmente la doppia chiusura delle scuole, il 22 febbraio e il 26 ottobre, per poi proporre musica e consigli in tema di libri e film.

  • Mantova: Rete180 chiude in attesa di un nuovo progetto

Come abbiamo già scritto in questa rubrica, l’inizio del nuovo anno ha segnato la fine delle trasmissioni di Rete180, ‘la voce di chi sente le voci’, web radio del Centro Psicosociale di Mantova che per 18 anni ha ‘curato’, con successo, decine di pazienti affetti da problematiche di salute mentale utilizzando, come unica terapia, l’attività radiofonica.

Proviamo questa settimana ad approfondire un attimo il tema.

L’esperienza di Rete180, la prima per l’Italia, ha anche generato, col trascorrere degli anni, numerose emulazioni (circa una ventina, che diffondono sia in rete che in etere), tanto che, oggi, si potrebbe quasi parlare di una vera e propria syndication ‘de facto’, con stazioni sparse lungo tutto lo Stivale.

Rete180 è nata, ufficialmente, il 10 ottobre 2003 (giornata mondiale della salute mentale) per volontà di Giovanni Rossi (all’epoca primario di psichiatria presso l’ospedale Carlo Poma di Mantova e, da sempre, considerato come l’editore della radio), con la collaborazione del collega Enrico Baraldi (anch’egli medico presso la medesima struttura) in qualità di direttore artistico.

L’idea di replicare anche in Italia l’esperienza argentina de ‘La Colifata’, emittente creata nel 1991 all’interno di un istituto neuropsichiatrico di Buenos Aires, prese forma, nel giugno del 2003, durante la registrazione di una puntata del ‘Maurizio Costanzo Show’ a cui partecipavano alcuni ospiti del Centro Psicosociale mantovano. L’estrema tranquillità e l’assoluto distacco con cui alcuni di loro raccontavano, davanti alle telecamere del Parioli, le rispettive patologie convinsero Rossi e Baraldi, seduti in platea, a tentare un trattamento sanitario del tutto innovativo ma molto promettente: fare radio.

Scelto il nome per la neonata testata (ricorrendo direttamente al numero della legge Basaglia che ridisegnava completamente i trattamenti neuropsichiatrici) l’emittente nacque come parte integrante dell’Unità Operativa di Psichiatria dell’ospedale mantovano.

Gli studi e la redazione, attrezzati di tutto punto, furono inizialmente reperiti all’interno dei locali del Centro Psicosociale, in viale della Repubblica, dove rimasero fino al 2011. La stazione, non potendo contare su concessione e frequenza Fm, decise di appoggiarsi immediatamente, ancora una volta da pioniera, alla rete internet, veicolando l’intero palinsesto in streaming dal sito www.rete180.it.

Terminata la lunga fase sperimentale, iniziata proprio con un collegamento in simulcast con la Colifata argentina e con ‘Caterpillar’ di Radio 2, Rete180 iniziò, nel 2006, una diffusione H24 grazie all’operato di 12 pazienti-redattori, due tutor e la supervisione editoriale di Rossi e Baraldi. Grazie ad un claim particolarmente indovinato (il già ricordato ‘La voce di chi sente le voci’) ed al clamore mediatico suscitato dall’iniziativa (con decine e decine di articoli sulla stampa nazionale e vari servizi televisivi) Rete180 si distinse subito per l’originalità dei suoi format; uno su tutti è stato costituito dalle famose ‘Pillole’, dove, nell’arco di pochi minuti, un argomento veniva sviscerato da un gruppo di ospiti.

La notorietà conseguita dalla piccola radio mantovana era, però, paradossalmente penalizzata proprio dalla sua diffusione limitata al solo web (al tempo non ancora dominato dai social e, dunque, non ancora così familiare al grande pubblico). Così, per qualche tempo, Rossi e Baraldi cercarono di trovare un possibile sbocco nell’etere (si parlò persino di sfruttare una frequenza in onde medie), abbandonando, poi, definitivamente l’ipotesi a causa degli oneri imposti dalla legge.

A partire dal 2011, in concomitanza con il progressivo disimpegno dell’Azienda Ospedaliera dal progetto, iniziò per Rete180 un travagliato periodo, caratterizzato da ripetuti stop & go accompagnati da diversi trasferimenti di sede, durante il quale Rossi e Baraldi cercarono di difendere strenuamente la loro creatura col nuovo appoggio ricevuto dal mondo del volontariato. Purtroppo, nonostante le numerose battaglie vinte in precedenza, la decisione d’interrompere nuovamente le trasmissioni sembra ora essere definitiva.

Secondo quanto dichiarato pubblicamente dallo stesso Giovanni Rossi, la chiusura, su cui probabilmente pesa anche l’aspetto economico, è dovuta alla consapevolezza che ormai “i social sono pieni di contenuti deliranti che soverchiano l’intento della voce di chi sente le voci di connettere questo pensiero al mondo reale”.

Rete180, nel corso della sua quasi ventennale attività, ha offerto ad una moltitudine di pazienti con problemi di salute mentale l’opportunità di acquisire numerose competenze tecniche, dimostrando ripetutamente all’opinione pubblica che tali persone possono rappresentare, per l’intera comunità, una risorsa e non un problema. Secondo Rossi ora, per proseguire l’esperienza nata con Rete180, è necessario “un nuovo progetto che abbia protagonisti e strumenti diversi. Noi abbiamo dimostrato che si può fare. Altri continueranno”.

(a cura di Claudio Gatti)

  • Furto a Foggia ai danni di Radio Antenna 1

Un articolo di Foggia Today informa di un episodio sgradevole avvenuto nei giorni scorsi nella città pugliese:

“Radio Antenna 1, locale emittente foggiana facente parte del gruppo di Radio Master, finisce nel mirino di ladri. Nella tarda mattinata (del) 22 gennaio, intorno alle 12.50, una Fiat 500 L trekking bianca con tettuccio in vetro scuro utilizzata per servizio tecnico dagli addetti della nota emittente foggiana che trasmette successi napoletani, è stata portata via mentre era parcheggiata in via Michele Papa angolo viale Michelangelo”.

In segno di protesta e vista anche l’impossibilità a svolgere il proprio lavoro, i dipendenti e la proprietà di Radio Antenna 1 hanno sospeso le trasmissioni per 48 ore.

  • Due emittenti alla ribalta in Abruzzo

È stata presentata il 20 gennaio scorso Radio Iperbole, la Radio Web della struttura didattica Polo Scientifico Tecnologico di Sulmona, in Abruzzo. Secondo quanto comunicato dai promotori, si tratta di “un veicolo di informazioni, un luogo di dibattito e di scambio di opinioni, un momento di pausa e di riflessione, uno spazio ludico e ricreativo in cui esprimere la propria creatività, in una città e in un territorio in cui i momenti di aggregazione e di condivisione sono ormai rari e quasi inesistenti e i luoghi di incontro e di discussione assenti”.

Ancora: “Il nome ed i loghi, in continuità con l’esperienza del giornale d’Istituto, ben sintetizzano il messaggio del Polo: armonizzare e fondere cultura umanistica e scientifica, ‘rompere’ i canoni del conformismo perbenista ed urlare al mondo i nostri sì e no, con temerarietà ed autenticità. A breve sarà pubblicato un palinsesto e la programmazione delle attività, gestite direttamente dagli studenti”.

Più ‘intrigante’ la seconda emittente che voglio segnalare dall’Abruzzo (e zone limitrofe). Si tratta di Radio Parco – La Radio che non c’è, che viene definita in zona “la più attiva realtà di comunicazione emersa negli ultimi tempi nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, un’area protetta e molto apprezzata, ma non abbastanza raccontata”.

L’ideatore del singolare progetto radiofonico (che opera via internet su Facebook (@radioparco e su Spreaker e Spotify) è Stefano Dark (nome d’arte di Stefano D’Arcangelo), professionista del mondo della comunicazione ma anche personaggio pieno di passione per il territorio del Parco in questione.

Radio Parco è nata nel 2018 a Pescasseroli ma all’inizio era un puro esperimento, poi perseguito più di recente con maggiore convinzione. L’idea è quella di raccontare il territorio nelle sue molteplici declinazioni e di diventare un punto di riferimento per tutti coloro che vivono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ma anche per chi visita questa terra soltanto a livello turistico, di norma rimanendone affascinato.

Da gennaio l’attività di Radio Parco si è ampliata con altre due rubriche settimanali, ovvero ‘Opificium’, spazio dedicato alla scoperta delle giovani realtà imprenditoriali locali legate al mondo del food, dell’artigianato e della ristorazione, con Mariapia Gentile, e ‘Abbini i vini, migliori i sapori’, con Piero Forti, il cui titolo dice già tutto.

Radio Parco è in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle ore 18.00 alle 19.00.

Mauro Roffi