MilleRegioni, le voci del territorio (a cura di Mauro Roffi)

Questa è l’ultima puntata di questa rubrica del sabato di FM-world per questo 2020, prima della sospensione natalizia, e vi rinvio pertanto al 2021.

La speranza è di aver dato ai lettori tutta una serie di notizie interessanti sull’amato mondo della Radio, a tutti i livelli.

Ringrazio il direttore Nicola Franceschini per l’ospitalità e arrivederci a presto.

Mauro Roffi

  • Una settimana agitatissima, fra Radio e Tv

Settimana di grandi discussioni a livello politico per ciò che riguarda i media, sia nel campo radiofonico che in quello televisivo.

A inizio settimana è scoppiato il ‘caso’ dell’approvazione dell’emendamento al decreto Maxi Ristori, che fa da ‘quadro riepilogativo’ anche dei decreti Ristori precedenti e che riguarda in questo caso le Radio comunitarie. Su proposta di Fratelli d’Italia, la norma consente in sostanza alle Radio comunitarie, sia nazionali che locali, di ottenere il passaggio a Radio commerciali, con effetti rilevanti, soprattutto per ciò che concerne i limiti alla diffusione di pubblicità, ovviamente più alti per ciò che riguarda le Radio commerciali.

‘Repubblica’ ha messo nel mirino Lorenzo Suraci di Rtl, in riferimento a Radiofreccia, che è una Radio comunitaria nazionale (l’unica con Radio Maria) e potrebbe trarre vantaggi da questa nuova opportunità. Ma Suraci ha negato ogni presunto ‘regalo’, aggiungendo: “La legge, nel 1990, istituì le ‘Radio comunitarie’, senza fini di lucro, con facilitazioni, finanziamenti e minore affollamento pubblicitario. Nel tempo sono venuti meno facilitazioni e finanziamenti, restando solo i limiti pubblicitari, a quel punto del tutto illogici”.

Sono seguiti commenti, in generale negativi sull’emendamento, da vari soggetti coinvolti nella questione (da Aeranti-Corallo a Eduardo Montefusco), fino a che martedì notte il Senato ha approvato con la fiducia il decreto. Poi il provvedimento è passato alla Camera e, dati i tempi strettissimi per la conversione, non ci sono state modifiche.

Una cosa da notare è appunto che l’emendamento radiofonico ‘della discordia’ è stato inserito nel decreto Maxi Ristori, che con i media in teoria non c’entra molto, a dimostrazione di come le cose in Parlamento non funzionino sempre al meglio. E la stessa cosa infatti (un emendamento approvato a uno dei decreti Ristori) si è verificata anche nel caso della norma su Mediaset e Vivendi, l’altro grande elemento di discussione della settimana politica. E qui è veramente successo di tutto.

La norma in questione è stata approvata nelle scorse settimane per ovviare alla bocciatura europea in settembre di alcuni vincoli antitrust contenuti nella Legge Gasparri. È stata dunque predisposta una nuova regolamentazione (la cosiddetta ‘salva Mediaset’) che prevede che l’Agcom possa intervenire con sue istruttorie (e eventuali successivi provvedimenti) nell’arco di sei mesi, a tutela del pluralismo, essenzialmente nel caso di soggetti operanti contemporaneamente sui mercati della Tv (o comunicazioni elettroniche) e in altri appartenenti al famoso Sic (Sistema Integrato delle Comunicazioni), ma soprattutto delle tlc. Ed è naturalmente il caso di Vivendi, che è importante azionista di Mediaset e primo azionista di Tim.

Ricordiamo che la guerra (legale ma non solo) fra la Fininvest di Berlusconi (primo azionista di Mediaset) e i francesi di Vivendi (Vincent Bollorè) va avanti da anni e non ha trovati finora sbocchi definitivi.

Sulla base della nuova norma, l’Agcom ha così effettivamente appena aperto un’istruttoria di 120 giorni su Vivendi (e assieme una su Sky). Senonchè anche le nuove regole (che così nuove poi non sembrano) sono state ufficialmente di nuovo contestate in sede europea, con tanto di replica da parte del nostro Governo.

Ma siccome la guerra legale è in pieno corso, intanto la Procura di Milano ha chiuso le indagini avviate nell’ormai lontano 2016 per l’originario mancato acquisto da parte dei francesi di Vivendi di Mediaset Premium, con successivo tentativo di scalata all’intero gruppo. Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine sono accusati di ‘manipolazione del mercato e ostacolo all’esercizio delle funzioni di autorità pubblica di vigilanza’. C’è poi anche una causa civile in cui Mediaset chiede 3 miliardi di euro a Vivendi quale risarcimento per il mancato acquisto di Mediaset Premium.

E c’è anche il ruolo del Tar del Lazio, chiamato a decidere sulla precedente delibera dell’Agcom che ha parzialmente ‘sterilizzato’ le quote di Vivendi in Mediaset (‘depositate’ presso la Simon Fiduciaria), con conseguenze notevoli sulla possibilità dei francesi di incidere nelle scelte societarie.

Insomma, la situazione in Mediaset, bloccata da anni, non si sblocca. E la guerra continua.

  • Chiude Radio Disney

Il presidente di Radio Disney ha annunciato l’imminente chiusura di questa parte dell’impero della ‘società di Topolino’, fortemente cresciuta (ancora) negli ultimi anni, per esempio con il fortunato lancio della piattaforma Disney+.

Radio Disney, fondata nel 1996, è forse la parte meno nota, almeno da noi, di questo colosso dei media ma ha rappresentato finora una struttura tutt’altro che secondaria della società. Si parla anzi della fine di un’era per decine di giovani adulti americani.

Radio Disney (con i suoi due network) è stato un vero marchio di fabbrica per la cultura musicale (e non solo) di migliaia di adolescenti e giovani adulti nel mondo e ha lanciato alcuni dei cantanti più amati degli ultimi anni.

L’unica sezione della Radio che sarà salvata, secondo quanto comunicato, sarà quella dell’America Latina.

  • TRS Radio si dedica anche al radiodramma

Bella iniziativa della piemontese TRS Radio (Tele Radio Savigliano, della provincia di Cuneo) che la domenica sera alle 22 ha in onda un nuovo appuntamento nientemeno che con il ‘radiodramma’. Il programma si chiama ‘Confessioni Senza Storia’.

“TRS Radio rispolvera antiche consuetudini per adeguarsi a questi tempi particolari e ripropone il radiodramma – scrive il periodico locale ierioggidomani.it – . Sarà poi così anacronistico?”.

“Abbiamo pensato di fare un esperimento – dicono in realtà a TRS Radio – , grazie al lavoro di un brillante gruppo di giovani doppiatori. Ci piaceva l’idea di immaginarci seduti sul sofà, o su una comoda poltrona, la domenica sera e di lasciarci raccontare storie”.

Questa notizia è anche l’occasione per ripercorrere la lunga parabola di TRS.

La storia parte nel lontano 1977, anno in cui un gruppo di amici, già coinvolti in un’altra esperienza radiofonica locale (Radio Nuova Informazione), decide di impegnarsi in prima persona per far nascere una Radio a Savigliano.

TRS inizia la sua avventura irradiando i 10 Watt del segnale che, usciti dal trasmettitore, attraverso l’antenna collocata sui tetti della sede in via del Teatro, nel centro storico di Savigliano, si diffondono per un raggio di 5 o 6 chilometri.

Il passo successivo è quello di ampliare l’area di ascolto, per cui, ad un anno dall’inizio delle trasmissioni, si decide di costruire e collocare un ripetitore sulla collina di Saluzzo. Con 1000 Watt di potenza a disposizione Tele Radio Savigliano arriva ad avere così una maggiore copertura, arrivando da Revello a Bra.

L’emittente cresce, l’appetito vien mangiando ed allora si cerca un altro sito per installare un nuovo impianto ripetitore, più in alto rispetto al precedente e quindi in una posizione tale da garantire la diffusione di un segnale migliore. La scelta cade su Montoso e l’area di ascolto si allarga di conseguenza alla zona sud della provincia di Torino, al Cuneese fin verso Montezemolo, all’Albese ed alla provincia di Asti.

Nei vari traslochi di sede di quegli anni si perde intanto per strada una frequenza (quella dei 104.100 MHz) ma l’emittente ha la possibilità di essere presente con il proprio segnale su Cuneo, città in cui mai era giunta prima (in isofrequenza sui 103.800 MHz).

Il gruppo che aveva dato vita a Tele Radio Savigliano è poi andato assottigliandosi nel corso degli anni e si arriva alla fine ad una svolta molto negativa: alla fine del 2000 gli impianti vengono venduti a Radio Reporter e Tele Radio Savigliano termina le proprie trasmissioni.

Nell’ottobre del 2001, però, un nuovo via: TRS riparte sui 104.050 MHz, per l’impegno e la voglia di alcuni ‘vecchi’ soci e di altri subentrati nella nuova società. Con il passare del tempo la società si riduce a tre soci: a Pietro Davico e Aldo Solavaggione, già fondatori di Tele Radio Savigliano, si aggiunge ora Simona Solavaggione.

Nel 2007 la concessione della nuova frequenza dei 104.800 permette di trasmettere con un segnale migliore e più pulito che copre la provincia di Cuneo (esclusa Cuneo città) e Torino sud.

Attualmente soci di TRS Radio sono rimasti Pietro Davico (Amministratore Delegato) e l’attuale direttrice Simona Solavaggione. Obiettivo: diffondere una Radio radicata sul territorio che sappia tenere compagnia e raccontare la storia di tutti i giorni, sempre con un pizzico di leggerezza ed ironia.

Il segnale dei 104.800 MHz è trasmesso con 1000 W dal ripetitore di Montoso e TRS opera anche sul DAB.

  • Ancora di scena Radiolina, Canale 40 e Media Live Tv

Ancora la Sardegna alla ribalta, fra Radio e Tv.

Nel mux Videolina 1 è comparsa, alla numerazione 601, una nuova emittente musicale tutta ‘made in Sardegna’. “Il nuovo progetto televisivo dedicato alle sonorità isolane – informa litaliaindigitale.it – è denominato Sa Radiolina (La Radiolina). La linea grafica è quella già utilizzata dalla versione televisiva di Radiolina, in onda in questo bouquet su Videolina 2 sulla Lcn 110, con il logo della nuova stazione a tutto schermo e lo slogan Sardegna Canta, mentre in alto a sinistra è indicato il brano in onda”.

Precedentemente alla numerazione 601 venivano trasmesse televendite 24 ore al giorno con la sigla Videolina Quattro.

Ma torniamo, come preannunciato la settimana scorsa, sulla nuova ‘dimensione regionale’ conquistata da Canale 40 di Carbonia. Dopo un black-out di 48 ore (2-4 dicembre) la Tv, edita da Francesca Arrius, abbinata in precedenza a Media Live Tv (logo ora scomparso dal video), è tornata regolarmente in onda in tutta l’isola. Per capirne di più abbiamo sentito l’editrice di Canale 40 e Marco Saccu, editore di Media Live Tv.

Francesca, siete diventati un’emittente regionale, da locale che eravate (ricordiamo che Canale 40 trasmetteva solo per il Sulcis sul ch 24, Lcn 15; N.d.R.). Perchè questa scelta?

“Abbiamo deciso di diffondere il nostro segnale in tutta l’isola nonostante il forte periodo di crisi, ma era un progetto che avevamo in mente già prima della pandemia. Ci è capitata questa occasione e l’abbiamo colta al volo…”.

Siete diffusi dal mux di Sardegna 1 all’interno del canale Media Live Tv con Lcn 607. Come mai questo accordo?

“Abbiamo acquistato un ramo d’azienda della Media Live Tv, in specifico il loro Lcn 607, per cui ora subentriamo a loro all’interno del mux di Sardegna 1. Dovremmo strutturarci per diventare una vera e propria emittente regionale, pian piano faremo anche questo. Per ora siamo partiti, anche se questo guasto improvviso non ci voleva”.

Sentiamo ora cosa ci ha dichiarato Marco Saccu della Media Live Tv.

Marco, cos’è successo a Media Live Tv? Come mai trasmetti i programmi di Canale 40?

“Ho ceduto loro il mio Lcn 607 perché il mio core business è quello della produzione in HD di eventi; la Tv era una vetrina, che però non ha dato i frutti sperati. Ho cercato di contattare varie amministrazioni comunali ed enti anche lontani dal nostro bacino d’utenza (Alghero; N.d.R.) ma le risposte non sono arrivate, per cui ho deciso di cedere il mio Lcn a Canale 40. Ciò non significa però che le mie produzioni non continuino ad essere mandate in onda, perché tra noi la collaborazione continuerà, anche se la Tv non mostrerà più il mio logo ma solo quello della nuova proprietà” (hanno collaborato Pierpaolo e Giuseppe Podda).

  • A Messina riparte Radio Zenith

Messinamagazine.it riferisce di una buona notizia dalla Sicilia: riapre, sempre a Messina, la storica Radio Zenith, che nei mesi scorsi era stata travolta dalla crisi.

Secondo il periodico on line, “il rilancio di una delle più storiche emittenti locali dismesse anche a causa della crisi, Radio Zenith Messina, avviene attraverso l’encomiabile operato di un gruppo di professionisti conosciuto in città: Teresa Impollonia, agente finanziario; Giuseppe D’Angelo, perito assicurativo; Antonio D’Angelo, ingegnere civile e già conduttore per la storica emittente; Salvo Grasso, odontoiatra con la passione per il cinema, già autore di diversi film…

Si rivela poi dalle parole di Teresa Impollonia, presidente di Radio Zenith, l’importante ruolo di Padre Claudio, responsabile dell’Istituto dei Padri Rogazionisti di Cristo Re, che ha dato la possibilità di ospitare la sede della Radio nel centro di carità più importante di Messina”.

L’Istituto Cristo Re, fra l’altro, vede nella rinascita di questa Radio siciliana la possibilità di farsi conoscere e apprezzare anche a livello di comunicazione.

L’emittente, inoltre, “si avvale di una tecnologia moderna e di elementi scenografici innovativi, la cui moltitudine di colori e di luci ha la finalità di alludere al senso di rinascita, come se fosse un inno alla vita stessa.

I contenuti di Radio Zenith saranno destinati a un pubblico eterogeneo, on uno sguardo particolare al mondo giovanile, grazie alla collaborazione di affermati dj provenienti sia dalla storica emittente sia da altre consolidate realtà locali”.

  • E torna anche Radio Adria

Torna a trasmettere in Veneto la storica Radio Adria, nella ‘nuova versione’ di Radio Adria Tv.

Radio Adria è stata una fra le prime stazioni radiofoniche a sorgere durante i famosi anni della nascita delle ‘radio libere’ e trasmetteva, soprattutto nel Polesine, sulle frequenze dei 97.750 e 101, oltre che, successivamente, su quella, più nota, dei 99 MHz. Le trasmissioni erano terminate definitivamente nel 2002.

Ma ora, usufruendo delle tecnologie più avanzate, Radio Adria torna, legandosi però alla Tv o meglio alla smart tv, senza negarsi altri devices digitali.

L’idea è dello storico editore Renzo Rossi e l’inizio dei programmi è previsto per domenica 20 dicembre. Assieme a Rossi ci sono quali speakers-volti in onda Cristina Paco e Daniele ‘Dielle’ Lucchiari.

  • Una maratona radiofonica per ricordare Antonio Megalizzi

‘Non fermiamo questa voce’ è stata la sigla che ha caratterizzato la maratona radiofonica organizzata qualche giorno fa per ricordare Antonio Megalizzi e Bartosz Orent-Niedzielski, vittime dell’attentato a Strasburgo del 2018, sulle emittenti del circuito RadUni. Le Radio dell’Associazione degli operatori e dei media universitari italiani hanno trasmesso, a reti unificate, interviste realizzate dai redattori di Europhonica, appunto Megalizzi e Orent-Niedzielski.

La maratona è stata organizzata in collaborazione fra la citata Europhonica e la Fondazione Megalizzi. Sono stati diffusi anche i contributi dell’associazione Maison Bartek, delle associazioni delle vittime di Strasburgo e delle Radio universitarie locali francesi. Hanno partecipato anche il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, Paolo Borrometi e il direttore di Radio3 Rai Marino Sinibaldi. Oltre a Radio 3 ha aderito all’iniziativa anche l’alsaziana Radio Quetsch.

Intanto arriva la notizia che l’apposito fondo, deciso in sede parlamentare qualche tempo fa per sostenere e promuovere l’attività delle Radio universitarie con dotazione di un milione di euro, ha fatto un passo avanti importante nella sua attuazione, mediante un decreto che stabilisce le modalità di gestione e che è in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

  • Radio Activa all’insegna della tecnologia

Radio Activa è una stazione on line interamente dedicata all’innovazione e alla divulgazione della cultura digitale e di impresa. Di recente è stata avviata la terza stagione dell’emittente, con una programmazione più ricca grazie a nuove collaborazioni con partner scientifici, stakeholders ed esperti del settore.

Tra le collaborazioni spiccano quelle con The European House Ambrosetti, Innovup – Italian Innovation & Startup Ecosystem, il consorzio europeo Cryptovalues, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e molti altri. Grazie all’uso della piattaforma di web monitoring di Chorally, la redazione di Radio Activa raccoglie poi le novità della settimana, dando voce ai protagonisti del momento: manager delle imprese, professori, esponenti delle istituzioni e giovani.

“Questa Radio è uno streaming di voci sparse che servono a tenerci presenti al nostro esterno, mentre gli scenari mutano in modo incomprensibile senza una cultura tecnologica consapevole – ha scritto l’editore di Radio Activa Lelio Borgherese – . Nei nostri programmi parleremo quindi di salute, di sport, di comunicazione, di organizzazioni e risorse umane, di psicologia, sostenibilità e di musica, di famiglia e lavoro, arte, economia, formazione ed etica ma sempre lo faremo tenendo a mente problemi, strumenti e soluzioni, conseguenze e implicazioni, tenendo cioè ferma una prospettiva che inquadra e interpreta chi siamo e chi abbiamo intenzione di diventare”.

  • A Bologna la Radio a Natale si rivolge anche ai detenuti della Dozza

Si riparla di trasmissioni radiofoniche (ma anche televisive) rivolte ai detenuti del carcere bolognese della Dozza, dopo l’esperienza di ‘Liberi dentro’, in onda nei mesi scorsi sulla felsinea Radio Città Fujiko, di cui abbiamo riferito a suo tempo in questa rubrica.

A Natale, dunque, i detenuti della Dozza non saranno del tutto soli, perché tra la notte del 24 e la giornata del 25 dicembre sarà di scena una lunga maratona radio-televisiva composta da teatro, musica e parole.

“La sta organizzando – riferisce ‘Repubblica Bologna’ – padre Ignazio De Francesco, monaco della comunità di Montesole, da una decina d’anni volontario all’interno della casa circondariale come mediatore interreligioso”.

L’idea è dunque quella di trasmettere via radio ma sul canale 636 del digitale terrestre (nel mux della reggiana Medianews-TeleTricolore) un lungo programma, condotto da Caterina Bombarda, realizzato dagli operatori che fino a qualche settimana fa alla Dozza tenevano appositi laboratori.

Spiega padre De Francesco: “La sera della vigilia trasmetteremo una mezz’ora di riflessione sulla festa. Poi riprenderemo il 25, a partire dalle 10, con i contributi artistici di Cantieri Meticci, Paolo Billi, Teatro dell’Argine”. Non mancheranno un messaggio del cardinale Zuppi e un momento di confronto con la cultura islamica. Ma tra le particolarità della trasmissione ci sarà anche la rubrica di cucina proposta dallo chef Fausto Rivola.
Lo speciale natalizio potrebbe poi trasformarsi a metà gennaio in un format culturale radiofonico (e televisivo).

  • Radio Rosa Blu: il basket ad Altopascio

Ad Altopascio, in Toscana, è partita Radio Rosa Blu, stazione dedicata interamente al basket, anzi alla squadra del Nuovo Basket Altopascio. Si tratta di realizzare dei podcast dedicati a raccontare le vicende del club lucchese che, ovviamente, ha per colori sociali il rosa e il blu.

“Sono 4 le puntate andate finora in onda – informano dal Nuovo Basket Altopascio – . Le trovate sia sul sito del club, che su Spreaker, la piattaforma che consente di creare e diffondere podcast. Sono ben ordinati, con data di pubblicazione, durata e titolo della puntata. Si parte da ‘Il Presidente’, per continuare con ‘Il Minibasket’, ‘I coach della Serie D’ e ‘Gli anni del boom’”.

Mauro Roffi