Milleregioni, le voci del territorio

Il Prix Italia anticipa: si svolgerà a Milano in giugno

La sorpresa (che, messa in rapporto con l’imminente scadenza dei vertici Rai, ha pure destato qualche ‘sospetto’), è che il Prix Italia quest’anno, nonostante il Covid, anticipa addirittura di qualche mese la sua consueta scadenza di settembre e si svolgerà a Milano in giugno. “Rebuilding Culture and Entertainment. Media’s Role for a New Start” è il titolo della 73esima edizione del Prix Italia, che si terrà nel capoluogo lombardo dal 14 al 18 giugno e affronterà il tema del “ruolo dei media per un nuovo inizio”. L’obiettivo dichiarato è riportare al centro del dibattito pubblico il mondo dell’arte in tutte le sue espressioni. La manifestazione radiotelevisiva internazionale della Rai conferma la capacità di attrazione e l’originalità espansiva del concorso, con 241 opere presentate da 56 broadcaster di tutto il mondo. Cifre ancor più significative se si considera che per più di un anno le produzioni si sono in buona misura fermate. Oltre 60 i giurati, che decideranno i 10 prestigiosi riconoscimenti. Non basta: l’edizione di Milano del Prix è segnata da importanti ritorni, come quello nientemeno che di Mediaset, che torna dopo sei anni di assenza con tre programmi televisivi e la presenza in giuria. E, dopo una pausa di due anni, concorre anche Radio24 – Il Sole24 Ore, che al Prix aveva aderito nel 2010. Quanto ai partner internazionali, Russia Television and Radio (RTR), la principale emittente pubblica della Russia, membro del Prix Italia dal 1974 ma assente dal 2003, partecipa a sua volta quest’anno al concorso con tre programmi televisivi. Ma la sfida decisiva di questa 73esima edizione del Prix Italia è quella di presentarsi come occasione di scambio e riflessione per superare la battuta d’arresto che ha colpito tutto il mondo della cultura, indicando le possibili strategie per una rinascita autentica degli spettacoli teatrali, degli eventi dal vivo, del cinema e dei festival culturali nel contesto post-pandemico. Un ruolo di primo piano sarà di nuovo riservato ai giovani e agli universitari, grazie a un accordo firmato tra Rai e CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.

In vista promettenti sviluppi per Radio Immagina del PD

Secondo quanto è trapelato sui quotidiani, il PD lancerà una campagna di azionariato popolare per Radio Immagina, la sua emittente radiofonica on line inaugurata solo pochi mesi fa (ancora in ‘epoca Zingaretti’) ma sempre più presente nell’ambito politico; i suoi studi e le sue trasmissioni, per dirne una, sono spesso visibili nelle immagini dei vari Tg nazionali. “Credo molto nella Radio come strumento di dialogo e di partecipazione – ha del resto dichiarato il segretario PD Enrico Letta – ma per potenziare l’infrastruttura servono risorse”. Il progetto – si dice – è piuttosto ambizioso: si tratterebbe di reclutare firme del giornalismo e voci della cultura, dello spettacolo e dell’arte per arricchire l’emittente e cercare di farle svolgere un ruolo più diretto nell’informazione e nel dibattito politico.

Grave furto ai danni di Radio Alfa

Brutta vicenda per la nota e seguita Radio Alfa di Teggiano, nel Salernitano. Qualche giorno fa, come riporta il sito dell’emittente, c’è stato un grave furto in alcune postazioni tecniche: “Radio Alfa ed altre emittenti locali e nazionali hanno subito nella notte il furto degli apparati di trasmissione allocati nell’area tecnica dei ripetitori a San Giovanni a Piro. I malviventi con la fiamma ossidrica portatile hanno letteralmente divelto le porte dei box ripetitori. Da un po’ di tempo simili furti si stanno verificando sull’intero territorio salernitano. Probabilmente, come da supposizioni del nostro servizio tecnico, i malviventi stanno facendo incetta di impianti di trasmissione da spedire all’estero con qualche anonimo container e pertanto è da presumersi che difficilmente potranno essere mai ritrovati dalle forze dell’ordine, seppur allertate”. In conseguenza del furto Radio Alfa (e non solo lei) per qualche giorno non è stata ricevibile: sulla frequenza dei 103 per l’area del Golfo di Policastro e la Costa Maratea; sulla frequenza dei 102.8 per la valle del Bussento; sui 101.3 di Sapri; sui 102.8 di Scalea per la riviera dei cedri; sui 103 di Marina di Camerota e sui 93 di Palinuro. In sostanza le conseguenze sono state pesanti per l’intera costa tirrenica che va da Diamante in Calabria a Palinuro in Campania, passando per Maratea. Radio Alfa in queste zone poteva tuttavia essere ancora ascoltata attraverso il digitale terrestre sul canale 687, in streaming o sulla sua app.

Salerno: Radio libere ieri, oggi e domani…

Restiamo a Salerno e nella sua provincia per una notizia di segno decisamente diverso. Qui l’amore per le Radio locali è forte – udite, udite! – anche a livello politico. Sentite infatti cosa racconta giornaledelcilento.it rispetto al vicepresidente della Provincia di Salerno Carmelo Stanziola. Quest’ultimo ha voluto ricordare con una apposita mozione in Consiglio Provinciale il felice periodo delle ‘Radio libere 1976’, in occasione dei 45 anni della storica sentenza della Corte Costituzionale che diede il ‘via libera’. La mozione “è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Provinciale di Salerno”. Stanziola ha ricordato il siciliano Peppino Impastato di Radio Aut, ucciso dalla mafia nel 1978. E ancora, Radio Alice di Bologna, protagonista delle lotte studentesche di quel periodo, chiusa in diretta da un’irruzione della polizia. Infine, ha “messo in evidenza l’intervista a Papa Karol Wojtyla che il giovane direttore di Radio Sapri, Tonino Luppino, il 17 gennaio del 1979 realizzò in modo rocambolesco, perché travestito da missionario sudamericano. «La mitica emittente della nostra provincia – ha evidenziato Stanziola – è stata la prima al mondo ad intervistare, dopo tre mesi di Pontificato, il futuro Santo polacco»”. Stanziola è molto deciso ma sembra non essere l’unico su questa linea. Infatti, “il vicepresidente e sindaco di Centola Palinuro, dopo aver parlato dell’iniziativa (di) Tonino Luppino di intitolare alle ‘Radio Libere 1976’ piazze, piazzette ed aree verdi​​ (oggi, sono 20 i Comuni che lo hanno fatto), ha concluso il suo intervento osservando che, in un’altra occasione, sarà posizionata una targa-ricordo in onore delle Radio in Fm, che «caratterizzarono, dal punto di vista sociale, culturale e politico i decenni a venire, oltre a risolvere problemi territoriali, con un forte impegno nel sociale»… «È stata una giornata storica – ha commentato Luppino – il vicepresidente Stanziola ha ricordato un periodo indimenticabile. Sono orgoglioso e fiero, perché è la mia provincia ad onorare le Radio libere e la grande stagione di libertà di espressione. Sono felice io ed è felice l’associazione Rea che le Radio rappresenta»”.

Radio e Covid: la testimonianza di due Radio sarde

Come avevamo già fatto in passato, abbiamo sentito due editori radiofonici sardi per farci illustrare le problematiche di oggi e del recente passato dovute al difficile periodo della pandemia. Per la precisione, abbiamo sentito prima la voce di Roberto Salvatore Melis, editore di Radio Macomer Centrale, e poi quella di Luciano La Mantia di Radio Luna Carbonia. Ecco la prima delle due ‘chiacchierate’.

Roberto Melis, è cambiato qualcosa in questi ultimi tempi? Qual è l’attuale situazione?

Qual è la situazione? Un casino, passatemi il termine, perché purtroppo ultimamente non abbiamo ricevuto nessun contributo, visto che avevamo utilizzato l’anno scorso due mesi di cassa integrazione per il nostro giornalista e questo non ci permette di essere inseriti nella graduatoria dei finanziamenti per quest’anno ed anche per il prossimo.

Le uscite invece restano, vero?

Ma certo! Per esempio, quelle relative ai diritti d’autore, sempre più pressanti. Per non parlare della corrente elettrica e dell’acqua. Dobbiamo pagare e pagare, anche se non incassiamo nulla.

La famosa pubblicità istituzionale che doveva ‘alleviare’, diciamo così, i conti delle emittenti, voi l’avete ricevuta?

Sì, la campagna pubblicitaria sui vaccini ce l’abbiamo, ma sono 6 passaggi al giorno per 15 giorni, poco meno di 200 Euro. Hai voglia a pagare le bollette con questi soldi…

Nonostante tutte queste problematiche, però, conti di resistere ancora, vero?

Resistiamo, come tutti. Resisteremo sino alla morte.

  • Adesso voce a Luciano La Mantia di Radio Luna.

Luciano, a più di un anno dall’arrivo del Covid è cambiato qualcosa? E in meglio o in peggio?

Se i negozi e i locali sono chiusi, possiamo cercare di sopravvivere pagando solo le bollette della corrente. Di lavoro ce n’è ben poco. Quindi non lo so! Dobbiamo sperare che questa cosa finisca al più presto…

Avete ricevuto qualcosa da Stato, Regione, Provincia, Comune?

No! Niente. Non abbiamo ricevuto nulla…

Dunque, ci pare di capire che stai andando avanti con le tue sole forze?

E certo! Solo l’amore per questo lavoro mi fa proseguire, altrimenti ci sarebbe davvero da mollare tutto. Quindi resistiamo, andiamo avanti e vediamo che cosa succede.

Conoscendoti, ci viene da chiederti: non avrai mica intenzione di gettare la spugna?

No, assolutamente no! La spugna non la getto proprio. Però è davvero difficile…

(a cura di Pierpaolo e Giuseppe Podda)

Bari: il successo del progetto radiofonico Rko

Ce ne eravamo occupati in questa rubrica al momento dei suoi esordi, lo scorso anno, e poi quando, qualche mese dopo, era arrivata la sorprendente notizia che proprio su quel palcoscenico e su quella Radio tornava il programma di Concita De Gregorio ‘Cactus’, uscito dal palinsesto della ‘nuova’ Radio Capital. E ‘Cactus’ è tuttora in onda sull’emittente cui facciamo riferimento, ovvero Rko, nata per sviluppare in modo nuovo l’attività e l’esperienza del Teatro Kismet di Bari. E la Radio (Web) in questione è diventata nel frattempo piuttosto rilevante. Ne ha riferito di recente il sito della ‘Gazzetta del Mezzogiorno’, il noto quotidiano pugliese: “Centomila seguaci da ogni parte del mondo. «Rko – rkonair.com» celebra centomila utenti unici. Un grande traguardo per l’associazione Microsolco e il teatro Kismet, il primo ad ospitarla. La Web Radio ha aperto la sua prima sede nel foyer del teatro Kismet di Bari e oggi conta un ricco palinsesto con oltre 40 rubriche radiofoniche e circa 50 collaboratori, autori e curatori. Il progetto della Radio è nel cassetto dei desideri del Kismet sin dagli anni Novanta. Risale a gennaio ’96 il numero zero della prima edizione cartacea della rivista culturale RKO – Radio Kismet Opera, che porta le firme di Fabrizio Versienti, Lello Tedeschi, Carlo Bruni, Mariangela Gualtieri, Vittorino Curci, per citarne alcuni. Allora l’investimento per la creazione di una redazione radiofonica non fu possibile e si scelse di fondare una rivista. Carlo Chicco, giornalista, storico speaker radiofonico e presidente dell’associazione Microsolco, ha accolto questo progetto”. Secondo le dichiarazioni di Augusto Masiello, presidente del Tric-Teatri di Bari, non era possibile “prevedere che una ‘piccola’ Radio all’interno del teatro potesse raggiungere in così poco tempo un risultato così importante. La Radio è diventata la nostra unica voce quando le platee e i palcoscenici dei nostri teatri sono rimasti vuoti. Ci ha permesso di mantenere un contatto con i nostri spettatori, ma anche di raggiungere nuovi pubblici e costruire nuove relazioni”. Il direttore dell’emittente, il già citato Carlo Chicco, dà un’idea della (molto incoraggiante) situazione: “In un anno e mezzo di programmazione il progetto radiofonico RKO è decollato, forse grazie anche ai lockdown causati dalla pandemia. Abbiamo creato una rete nazionale di collaboratori, mentre in Puglia oltre alla sede principale di Bari all’interno del Teatro Kismet, abbiamo aperto innumerevoli home-station, postazioni a Taranto e Lecce e stiamo per avviarne anche a Foggia e Brindisi”. Inoltre, «durante le dirette ci arrivano messaggi anche dall’Australia e dall’America. Il figlio di Bono Vox ci ha ringraziato per aver passato un brano della sua band, gli Inhaler. Sui nostri social abbiamo guadagnato like di grandi personalità come Franco Battiato, Johnny Marr il chitarrista degli Smiths, il manager di Boy George, solo per citarne alcuni». E in futuro chissà che non si raggiungano altri traguardi…

La scomparsa di Nino Corleo, ‘anima’ di Radio Liberty Castelvetrano

La recente scomparsa a 78 anni di Nino Corleo ha fatto tornare d’attualità nella zona di Castelvetrano (in Sicilia) la memoria di Radio Liberty, che è stata a lungo una voce importante di questa parte della provincia di Trapani. Scrive infatti, appunto in memoria di Corleo, il sito locale castelvetranoselinunte.it: “Un malore improvviso se l’è portato via. La sua carriera l’ha costruita con la Radio, la sua più grande passione, della quale (aveva) fatto un lavoro. Radio Liberty sin dal 1976 ha dato voce alla Valle del Belìce: Nino considerava la Radio, oltre la musica, come cassa di risonanza per le problematiche della città, nell’ottica della risoluzione. Aveva sempre l’idea della Radio come luogo per tutti, palestra di formazione per aspiranti giornalisti, speaker e dj. In mezzo ai vinili e alle cassette a nastro sono cresciuti ragazzi felici di far sentire la loro voce dai quei microfoni all’intera provincia. Per Nino Corleo la Radio è stato luogo di confronto, voce di democrazia. Ecco perché volle che ogni domenica mattina in studio venissero sindaci e politici per confrontarsi su temi caldi e problematiche della città. Discutevano, governanti e oppositori, in un dibattito mai scivolato nel cortile. Fu lui che pensò, per la prima volta, alle dirette radio del consiglio comunale. Quello fu un ulteriore tassello in quel percorso che Nino Corleo voleva per far acquisire a Radio Liberty un ruolo nella vita cittadina di Castelvetrano. La Radio era per Nino Corleo la sua seconda casa. Lui c’era sempre, anche quando il figlio Kiko iniziò a prendere il timone dell’emittente. Due i programmi storici che ha condotto per decenni: ‘Buongiorno, un altro giorno in musica’ (che apriva il palinsesto quotidiano) e poi ‘Pronto chi canta’, alle ore 14. Nonostante la crisi del settore, gli adeguamenti burocratici e l’innovazione galoppante per le attrezzature, Corleo è riuscito sempre a resistere e a tenere acceso il segnale della sua Radio Liberty, facendo vivere anche quella piccola redazione giornalistica, guidata, nei tempi, da Salvatore Giacalone, Peppe Martino, Attilio Vinci e poi dalla figlia Giusy Corleo”. Alla fine però anche il ‘nostro eroe’ dovette cedere alle circostanze avverse: Corleo, così, “ha resistito sino al 2015, poi, insieme al figlio Kiko, a malincuore, ha deciso di mollare”. Di Radio Liberty e della sua storica frequenza dei 95 MHz rimangono solo i bei ricordi.

Grossa novità a Pordenone: nasce Pn Tv – La voce del Nordest

Chiudiamo con una novità televisiva locale, sicuramente interessante anche per i lettori di Fm-world. Si tratta di una nuova ambiziosa emittente che sta per partire a Pordenone, provincia friulana che si conferma come la più ‘prolifica’ della sua regione nel campo televisivo, se si considerano le esperienze, tuttora in atto, di Telepordenone e quella (partita più di recente) di Il13 di Gigi Di Meo. L’ulteriore novità è adesso Pn Tv – La voce del Nordest, che dovrebbe partire fra poche settimane sul canale 113 (su cui finora ha operato BH Tv, altra Tv friulana di recente nascita) ed essere visibile in tutta la regione e nel Veneto orientale. Dovrebbe trattarsi di una Tv (secondo la presentazione di alcuni giorni fa) “altamente tecnologica e con basi solide, grazie al sostegno finanziario che imprenditori e professionisti hanno assicurato sposando il progetto”. La società che l’ha costituta è la Pordenone Tv srl, una start-up presieduta da Beppino Nosella. E quest’ultimo vuol partire con decisione: “Dell’informazione e dello sviluppo tecnologico abbiamo voluto fare i nostri capisaldi. Saremo la Televisione del territorio e assicureremo una programmazione costante sulle 24 ore”. I contenuti, in fase di definizione, spazieranno dalla cultura allo sport, dall’economia alla sanità. Avranno una parte rilevante, inoltre, gli approfondimenti politici e quelli improntati sulla promozione dei luoghi più suggestivi del Triveneto. La sede di PN Tv sarà il Centro direzionale dell’Interporto di Pordenone. Ancora Nosella: “Abbiamo già assunto dei tecnici dalla comprovata esperienza. Saremo in grado, in ogni momento e in qualsiasi luogo, di arrivare nelle case dei nostri telespettatori. Saremo la voce del territorio, di un territorio, il Friuli Occidentale, troppo spesso bistrattato e marginalizzato. Fagocitato, mi spiace dirlo, da Udine e Trieste. Pordenone, che non è da meno rispetto alle altre due città, tornerà a contare: ne sono sicuro”. Quanto all’informazione, “le idee sono chiare ma prima di annunciare nomi e volti vogliamo essere sicuri che ogni singolo contratto, con dipendenti e collaboratori, sia stato definito e chiuso”. Così per adesso non si sa ancora chi sarà il direttore. Neanche per l’avvio dei programmi c’è una data certa ma Nosella assicura che la nuova emittente sarà assolutamente in onda entro metà giugno.

Mauro Roffi
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