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Roberto Sergio (Rai): “Inviduiamo una regione pilota per completare il DAB+ e spegnere l’FM”

Roberto Sergio (Rai): "Inviduiamo una regione pilota per completare il DAB+ e spegnere l'FM"

13 Aprile 2022

In occasione dei 90 anni della sede di via Asiago a Roma, il presidente di Rai Radio Roberto Sergio ha affrontato diversi temi, tra cui il passaggio verso il digitale.

Questi i comunicati a riguardo.

I 90 anni di via Asiago, che si stanno festeggiando oggi, comprendono le visite guidate del Fai nella sede Rai Radio e un concerto evento della Banda musicale della Polizia di Stato con musiche di Ennio Morricone, in diretta tv, radio e web.

“C’è una cosa che accomuna questi che di fatto sono tre eventi in uno – spiega Roberto Sergio, direttore Rai Radio -: la missione di servizio pubblico. Aprire le porte ai visitatori, ospitare la Banda della Polizia che compie 170 anni, ricordare il grande maestro Morricone sono tutti elementi del nostro ruolo di servizio per il pubblico. In un momento così delicato per la storia dell’umanità, credo che anche questo sia un modo per sottolineare i valori di unità, coesione e fratellanza”.

Il concerto di questa sera, in particolare, verrà trasmesso su Rai 5, Rai Play, Rai Play Sound e tre radio: Rai Radio 1, Gr Parlamento, Rai Radio 3 Classica. In platea è prevista la presenza di alte cariche dello Stato, fra cui il Prefetto e il Questore di Roma. La conduzione della serata è affidata a Benedetta Rinaldi e la direzione della banda al Maestro Maurizio Billi.

I 90 anni di via Asiago sono solo un’anticipazione di ciò che avverrà fra due anni, quando si celebreranno i 100 anni della radio. Il 6 ottobre 1924 iniziarono infatti le trasmissioni dell’Uri, oggi Rai Radio. “Siamo partiti dalle valvole – conclude Sergio – e siamo oggi alla visual radio, ai podcast, alle produzioni multipiattaforma. Siamo total audio e total digital. Come diciamo spesso: la radio siamo noi”.

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In occasione dell’apertura al pubblico della sede di via Asiago per i 90 anni di attività, il direttore Roberto Sergio è tornato sul tema dello spegnimento dell’Fm con una proposta concreta. “Lo scenario attuale – ha dichiarato – con i costi dell’energia alle stelle impone più che mai una riflessione seria sullo spegnimento del segnale Fm”. La rete analogica, come è noto, ha costi molto alti di manutenzione e di alimentazione, con un dispendio di energia elettrica molto più importante rispetto alla rete digitale e un conseguente alto livello di inquinamento elettromagnetico.

“Credo che la transizione al digital only e lo spegnimento dell’Fm sia un tema che non può più essere rimandato – ha continuato Sergio – . In questi giorni ho avuto dei colloqui con colleghi di altre radio e ho avuto modo di notare un inizio di convergenza di idee su questo argomento. Più volte ho chiesto di sederci tutti intorno a un tavolo per definire una data di switch over e switch off. In attesa che si arrivi a una tale decisione, potrebbe essere utile ragionare in termini di regione pilota. Individuiamo una regione d’Italia in cui completare tutti insieme la copertura del Dab+ e conseguentemente spengere l’Fm, coordinando tutte le attività di comunicazione e informazione ai cittadini. Poi analizziamo il feedback e ragioniamo sulle tempistiche per il resto d’Italia”.

Un percorso simile del resto è stato realizzato in occasione dello switch off televisivo, con alcune aree regionali che hanno spento il segnale per prime, fornendo indicazioni utili per il completamento del passaggio al segnale digitale, avvenuto ormai 10 anni fa.

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Continuano gli eventi di via Asiago per i festeggiamenti dei 90 anni. E mentre si susseguono le visite della sede gestite dal Fai, Fondo Ambiente Italiano, il Direttore Roberto Sergio commenta il recente avvio della cosiddetta “total audience”, il sistema di monitoraggio degli ascolti multimediali.

“In un’epoca in cui tutti noi siamo sempre più connessi e multipiattaforma – ha spiegato Sergio – monitorare i consumi mediatici mezzo per mezzo ha poca utilità. La convergenza digitale ha reso il panorama dei media fluido e ha abbattuto le barriere tra i singoli mezzi. Andare quindi nella direzione di un monitoraggio complessivo, che unisca e misuri le performance dei contenuti passando di device in device credo sia la ricetta migliore per avere un quadro chiaro di cosa funzioni e cosa non funzioni. E’ un peccato, che la radio ne resti al di fuori con il suo sistema di rilevazione”.

Il sistema attuale di monitoraggio ascolti si fonda difatti su indagini telefoniche, non compatibili con le altre metodologie di ricerca. “Ancora una volta - ha continuato Sergio – il nostro sistema dimostra di non essere adeguato alla realtà attuale. E così la total audience di fatto non è realmente total, dal momento che manca l’ascolto delle radio. Sono anni che Rai ribadisce la necessità di aggiornare la ricerca con l’utilizzo di tecniche digitali. Ma è sempre rimasta inascoltata e il risultato è che oggi le radio rischiano di rimanere ai margini dal sistema complessivo dei media. Pertanto, invito tutti a riflettere, soprattutto gli amici colleghi delle radio commerciali: se non ci adeguiamo velocemente, sono sicuro che centri media e clienti rifletteranno sul reale valore del nostro mezzo, non misurato in termini di reali risultati di comunicazione, e pertanto di difficile utilizzo per le strategie di marketing avanzate”.

(Comunicato stampa)

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