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“Più attenzione al DAB+, alle interferenze con i Paesi esteri ed ai costi dell’energia”: CRTV si confronta con le radio associate

"Più attenzione al DAB+, alle interferenze con i Paesi esteri ed ai costi dell'energia": CRTV si confronta con le radio associate

05 Maggio 2022

Avanti col DAB+, ma no allo spegnimento dell'FM. Maggior attenzione alle interferenze con i Paesi esteri ed ai costi dell'energia.

Sono questi alcuni dei temi trattati in un incontro, organizzato da Confindustria Radio TV, alla presenza delle imprese radiofoniche associate.

I temi dello sviluppo ordinato e programmato del digitale radiofonico (DAB+), il problema delle interferenze con i paesi esteri e dei rapporti con le società di intermediazione del diritto d’autore e dei diritti connessi, e i costi energetici sono stati al centro di una riunione dei rappresentanti delle emittenti radiofoniche nazionali e locali associate in Confindustria Radio Televisioni. Un lavoro importante, che segnala la preoccupazione e allo stesso tempo la decisa volontà di essere protagonisti di un nuovo rapporto con le Istituzioni che tenga in dovuto conto delle richieste ineludibili e le proposte di cambiamento del settore radiofonico.

Le problematiche relative alla pianificazione delle frequenze del DAB e dell'evoluzione dell’FM sono i punti decisivi per l'assetto del sistema attuale e del suo sviluppo futuro. CRTV e le imprese radiofoniche associate (Rai, RTL 102.5, RDS, RadioMediaset, Radio24, CN Media, Radio Italia, Elemedia e le radio locali riunite nell’Associazione Radio FRT) hanno confermato unitariamente quanto sia necessario sviluppare la rete infrastrutturale del DAB e verificare l'evoluzione della penetrazione della nuova tecnologia sui ricevitori, soprattutto sulle automobili. In Italia ci sono circa 40 milioni di autoveicoli circolanti, di questi solo 3 milioni sono dotati di device capaci di ricevere la radio digitale. Tenendo in considerazione la media di 2 milioni di nuove immatricolazioni all’anno, occorrerebbero oltre 18 anni per rinnovare l’intero parco automobili. Tali considerazioni rendono improponibile oggi alcune ipotesi di spegnimento delle FM e richiedono, analogamente a quanto fatto per il refarming delle frequenze televisive, un piano di sviluppo e di proiezione futura attento a garantire la ricevibilità del segnale a tutti i cittadini italiani e allo stesso tempo a salvaguardare investimenti e patrimoni delle imprese di settore. Secondo CRTV è urgente a mettere a punto un piano strategico ed è indispensabile non lasciare irrisolte questioni antiche, come quella del coordinamento internazionale delle frequenze, che rischiano di mettere a repentaglio l'attività di molte emittenti. La quadratura su quest’ultimo punto è particolarmente necessaria per quanto attiene all'area adriatica che non può essere penalizzata per altri equilibri. Al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero degli Esteri e alle altre autorità competenti, si chiede di affrontare la questione attraverso un confronto stringente che non può essere solo di carattere tecnocratico.

La riforma della gestione dell’intermediazione del diritto d’autore e dei diritti connessi, che ha introdotto la liberalizzazione e il conseguente moltiplicarsi delle c.d. “collecting”,  ha destabilizzato il mercato generando confusione e incertezze sia sul piano economico che normativo. A cinque anni dall’entrata in vigore della riforma, l’unica certezza è quella dell’insostenibilità dell’intero sistema, che rischia di collassare se non si interviene con dei correttivi sul piano legislativo.

“Il tempo è maturo, e anzi si fa urgente, per aprire un tavolo di confronto istituzionale volto alla a tutela, allo sviluppo e all'innovazione della radiofonia italiana” ha dichiarato il presidente di CRTV Franco Siddi a margine della riunione. “La radio rimane un comparto fondamentale per la comunicazione, l’informazione, l'intrattenimento e la coesione sociale, nella sua articolazione plurale pubblica e privata, e merita adeguata considerazione anche in relazione alle difficoltà patite durante gli anni della pandemia e oggi a causa della crisi energetica. Su quest’ultimo aspetto si rileva una difficoltà di comprensione politica e non è fuori luogo rappresentare che per le imprese radiofoniche l’energia è una voce di costo importante e il problema non va risolto in termini di interventi puntuali sui costi, né semplicemente abbassando le potenze di trasmissione. Questa è una condizione assolutamente improponibile.”

CRTV avanzerà precise istanze di incontro e di regolazione alle istituzioni per una messa a punto di tali problematiche.

(Comunicato stampa)

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