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Per questo diamo conto anche dell’audizione e della posizione dell’associazione CNRTv, al contempo manifestando piena disponibilità a pubblicare su FM-world anche le opinioni degli altri gruppi e di tutte le associazioni coinvolte.
Ecco dunque nello specifico comunicato stampa la posizione di CNRTv:
“CNRTv ha espresso la propria preoccupazione per il mancato accordo con i Paesi adriatici e per la carenza di risorse pianificabili che ne deriva. Ha chiesto pertanto che l’Autorità e il Ministero facciano ogni sforzo per arrivare alla sottoscrizione dell’Accordo. Peraltro, anche in caso di futura sottoscrizione dell’accordo, gli operatori assegnatari delle frequenze ora pianificate dovranno sostenere i costi di risintonizzazione degli impianti mentre gli operatori assegnatari delle eventuali ulteriori frequenze assicurate dallo stesso accordo saranno danneggiati dal ritardato ingresso nel mercato. Per questi motivi sarebbe stato auspicabile che, prima dell’adozione del PNAF-DAB da parte dell’Autorità, il MiSE avesse imposto la firma dell’accordo agli altri Paesi adriatici vincendone le resistenze ed evitando che il Tavolo adriatico-ionico venisse condizionato da quelle che CNRTv giudica recriminazioni basate su problematiche interferenziali ormai superate”.
L’associazione (anzi, in specifico la sua ‘parte radiofonica’) esprime poi un giudizio più generale sul Piano in questione:
“Nel merito del documento di consultazione e dello schema di piano, CNRTv non rileva sostanziali miglioramenti rispetto alle ipotesi presentate nelle precedenti audizioni. La scarsa disponibilità di risorse pregiudica l’offerta di servizi di qualità e ciò risulta un impedimento a un effettivo sviluppo del mercato. A giudizio di CNRTv, il Piano resta insufficiente nel numero di reti locali pianificate e carente dal punto di vista tecnico, anche perché non ha previsto reti nazionali con struttura integralmente isofrequenziale (1-SFN). Inoltre, la pianificazione basata prevalentemente su bacini di tipo amministrativo non è quella ottimale, in quanto dovrebbe seguire invece maggiormente i bacini di tipo geografico. Dovrebbe, in tale ottica, essere valutata quindi la possibilità di incrementare il numero di reti a estensione interprovinciale al fine di meglio replicare gli attuali bacini di servizio delle emittenti radiofoniche analogiche. Quanto alla pianificazione del blocco 7B nelle regioni adriatiche meridionali, CNRTv ritiene sia assurda, sia per ragioni socio-demografiche che di mercato, la pianificazione di una rete pluriregionale estesa alle tre regioni Abruzzo, Molise e Puglia”.
Infine, “CNRTv ha chiesto l’uso esclusivo della banda III VHF per il sistema DAB”.
Mauro Roffi
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