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Le ‘location torinesi’ di questo Eurovision Song Contest saranno essenzialmente due (a parte varie manifestazioni ‘di contorno’ di cui diremo): l’Eurovillage al Parco del Valentino e il ‘cuore pulsante’ della manifestazione (con gli studi, il palco e la sala che ospiterà le tre serate, più tutto il ‘contorno mediatico’), che sarà nella struttura multifunzionale del Pala Olimpico, vicino allo Stadio Olimpico Grande Torino, su corso Sebastopoli. Di questa struttura mi occuperò in un altro articolo, mentre stavolta tocca all’Eurovillage.
Il Parco del Valentino, noto ‘luogo del cuore’ di Torino, è una magnifica e vastissima zona verde in riva al Po (e con la bella collina torinese di fronte) che ospita un po’ di tutto, a partire dal Castello (dove si è installato il Dipartimento di Architettura del Politecnico), per proseguire con un liceo per danzatori e attori, un teatro, strutture espositive, una bella fontana monumentale con sculture ispirate ai dodici mesi dell’anno, il celebre borgo medievale, imbarchi con opportunità di piccole crociere sul Po e molte altre cose, attualmente persino un ‘ospedale temporaneo’.
Tra il Castello e la collinetta, dopo l’angolo tra corso Massimo D’Azeglio e corso Vittorio Emanuele, fino all’area dell’Arco monumentale, ci sarà l’Eurovillage, che sarà uno spazio aperto a tutti e gratuito, pensato soprattutto per giovani, famiglie, turisti d’occasione e quanti, pur interessati, non potranno comunque partecipare agli eventi del Pala Olimpico ma vorranno vivere ugualmente l’atmosfera internazionale che si respirerà a Torino in maggio.
L’organizzazione dell’Eurovillage è a cura del Comune di Torino, in accordo con Ebu e Rai. Ci saranno, delimitati da un Km. circa di barriere esterne, un palco, una ricca serie di concerti ed eventi (in qualche modo ‘paralleli’ rispetto a quelli della manifestazione ‘ufficiale’), megaschermi per vedere le serate dell’Eurovision Song Contest e altre cose ancora.
La programmazione musicale spazierà dal rock all’hip-hop, dalla world music all’elettronica. “Abbiamo voluto costruire un palco ‘glocale’, che unisse artisti provenienti da 40 Paesi diversi agli artisti italiani e a quelli del territorio, includendo giovani, organizzatori, festival e le realtà culturali che animano la nostra città” - ha detto Francesco Astore, responsabile della programmazione culturale di Eurovision Village Torino.
Diversi nomi dei circa 200 artisti previsti sono stati resi noti nelle scorse ore e lasciamo agli interessati approfondire e scoprire chi ci sarà. Si partirà il 7 maggio e si andrà avanti, dalle 17 alle 20.30, tutti i giorni, fino al 14 maggio.
Le serate, che comprenderanno anche incontri, altri tipi di spettacoli e dibattiti, per un totale calcolato in circa 40 ore, seguendo l’esempio di Lisbona nel 2018 e di Tel Aviv nel 2019, avranno ogni giorno una specifica programmazione tematica (per dare un’idea, i temi saranno, fra gli altri, la pace, i diritti e le tematiche LGBTQ+, l’Europa).
Si prevede la partecipazione di molte migliaia di persone e l’ospitalità per gli artisti delle delegazioni e ci saranno quindi, a quanto pare, anche una bella serie di chioschi, locali e dehors, sempre nell’ambito del Parco del Valentino, oltre agli stand degli sponsor. I lavori di allestimento finale dell’Eurovillage partiranno martedì 26 aprile.
A Torino sono invece già partiti i primi appuntamenti musicali e di spettacolo ‘paralleli’ in altri luoghi della città (fra cui la bella piazza Vittorio Veneto e la zona di San Salvario), con la sigla ‘Aspettando Eurovision’, voluti dai commercianti cittadini del centro città; si parlava in origine di qualcosa come 180 appuntamenti, che più realisticamente sembrano essere ora essere stati ridotti a circa un centinaio.
Ma alla fine Torino trarrà vantaggio da tutto questo anche in termini strettamente economici (viste le spese non indifferenti) e considerando la già difficile situazione finanziaria del Comune?
‘Eurovision, quanto ci costi?’ - si è chiesto Gabriele Ferraris in un dettagliatissimo articolo dell’edizione di Torino del ‘Corriere della sera’. Almeno per ora non entriamo nei dettagli della questione ma riportiamo comunque una conclusione dell’articolo che desta qualche apprensione: “Tra uscite e entrate risultano 9,55 milioni di differenza che dovrà coprire il Comune”. In ogni caso a Torino ritengono che stavolta valga proprio la pena.
Mauro Roffi
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