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Un conto alla rovescia silenzioso rischia di spegnere una voce storica dell’etere: quella delle onde medie.
Con la consultazione pubblica lanciata dall’AGCOM (Delibera n. 110/25/CONS), il destino della banda AM nei veicoli è appeso a un filo. E l’associazione OMItaliane, che rappresenta oltre 30 emittenti comunitarie italiane in onde medie, lancia un appello accorato: “Tu puoi salvarle. Adesso.”
La consultazione, aperta a tutti i cittadini, si chiuderà tra pochi giorni. In gioco non c’è solo una frequenza, ma il diritto all’informazione libera e accessibile, specialmente nelle aree più isolate e in caso di emergenze. Proprio dove la radio AM resta l’unico canale di comunicazione funzionante.
“Senza un obbligo normativo che imponga ai costruttori di auto di mantenere il ricevitore AM nei veicoli, rischiamo di trovarci con autoradio che mostrano il logo AM ma non ricevono alcun segnale. Una radio muta. Un pluralismo silenziato”, avverte Emanuele Scatarzi, presidente di OMItaliane.
Lontano dai cliché retrò, la battaglia per salvare le onde medie ha radici ben piantate nel presente: l’AM in digitale (DRM30) è già realtà e rappresenta un’evoluzione tecnologica che consente alta qualità audio, bassi consumi energetici e ampia copertura. OMItaliane è l’unico ente in Italia a promuovere questa tecnologia, riconosciuta anche a livello internazionale.
Grazie al lavoro dell’associazione, l’AGCOM ha già inserito l’AM (nella versione DRM) tra i Servizi di Interesse Generale (SIG), insieme a FM e DAB+, nella Delibera n. 390/24/CONS. Tuttavia, manca un passaggio cruciale: l’obbligo per i costruttori di includere l’hardware necessario alla ricezione.
“Senza hardware, anche con la prominence, l’AM scompare. È come avere un’insegna luminosa su un negozio… vuoto”, sintetizza OMItaliane.
Le emittenti AM italiane non solo sono attive e in crescita, ma rappresentano un presidio informativo per i territori. Eppure, non ricevono contributi pubblici, al contrario delle emittenti FM e DAB+. Una disparità che minaccia di cancellare una rete che, dal 2017, grazie alla legge 115/2015, garantisce informazione gratuita e capillare.
“Abbiamo emittenti che trasmettono per comunità locali, aree rurali, territori montani e periferici. Realtà che spesso vengono ignorate dai grandi network, ma che danno voce a chi altrimenti non ne avrebbe”, sottolinea Scatarzi.
Al centro della consultazione AGCOM c’è il concetto di “prominence”: ovvero la garanzia che i servizi di interesse generale – come le radio pubbliche o locali – siano sempre visibili e accessibili sulle interfacce digitali (autoradio, smartphone, smart TV). Ma se il ricevitore AM non è fisicamente presente, ogni tentativo normativo diventa vuoto.
OMItaliane chiede quindi un intervento legislativo urgente per equiparare l’obbligo di ricezione AM a quello di FM e DAB+. Non si tratta di nostalgia, ma di resilienza democratica.
Chiunque – cittadino, associazione, ente – può partecipare alla consultazione pubblica AGCOM entro 30 giorni inviando un contributo via PEC a:
📧 [email protected]
📝 Oggetto: “Consultazione pubblica di cui alla delibera n. 110/25/CONS”
🔗 Info e documenti: www.agcom.it/provvedimenti/delibera-110-25-cons#allegati
OMItaliane offre supporto a chi vuole contribuire. Basta scrivere a: [email protected]
* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]