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Si tratta di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige (con due graduatorie per le due province, naturalmente), Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. Resta fuori nel Nord la sola Liguria, come si vede, e le graduatorie sono così complessivamente otto.
Il tutto avviene con una sollecitudine e un’efficienza, anche rispetto alle scadenze (fissate per il passaggio di frequenze delle Tv locali in queste zone all’inizio del 2022), che hanno pochi precedenti, a mia memoria, e tende forse a evitare, nelle intenzioni, gli ‘inconvenienti’ riscontrati nella regione-cavia per questo passaggio, ovvero la Sardegna, dove le operazioni sono solo un po’ più avanti.
Attualmente nell’isola si attendono esiti più definitivi degli inevitabili ricorsi al Tar e soprattutto è imminente l’assegnazione degli Lcn alle Tv ‘superstiti’; sono poi in corso le trattative fra emittenti e operatori di rete, mentre a metà novembre dovrebbe iniziare lo spegnimento delle frequenze precedenti e il passaggio sulle nuove. Nel frattempo la sassarese Telegì, che infatti non compariva nella lista delle Tv ammesse, ha annunciato che non trasmetterà più in Dtt ma solo via Web.
Il grande attivismo con cui sono state predisposte queste graduatorie del Nord e il fatto che adesso si intenda proseguire sullo stesso standard (la prima ‘udienza pubblica’ per assegnare le capacità trasmissive disponibili, vero ‘banco di prova’ per capire chi potrà davvero trasmettere in futuro, è già fissata per il 3 novembre e riguarda nientemeno che la Lombardia) non può evidentemente evitare errori ed omissioni e quindi possibili revisioni, ragion per cui anche i ricorsi probabilmente non mancheranno, specie dopo che sarà avvenuta la seconda fase (quella delle udienze pubbliche di cui sopra); ricordiamo che in Sardegna si è dovuti ricorrere a una ‘seconda udienza pubblica’, dopo aver riscontrato ‘errori’ nella prima graduatoria.
Detto questo, va evidenziato che la prima selezione delle domande ha già ‘fatto vittime’, specie in alcune regioni, visto che i numeri sono i seguenti: in Piemonte sono state presentate 61 domande da parte delle emittenti e ne risultano ammesse alla procedura 52; in Valle D’Aosta 20 domande di partecipazione a fronte di 12 ammissioni alla procedura; nell’area Lombardia e Piemonte Orientale (zona-chiave, come si sa) 112 domande e 84 accoglimenti; nella Provincia Autonoma di Trento 26 domande e 20 ‘esiti positivi’; nella Provincia Autonoma di Bolzano 23 domande e 17 Tv ammesse alla procedura; in Veneto 59 domande e 44 esiti favorevoli; in Friuli-Venezia Giulia 63 domande e solo 32 Tv ammesse alla procedura. Infine l’Emilia-Romagna, dove le cose sono pure andate maluccio per le emittenti: 65 domande e 39 ammissioni alla procedura.
Nei prossimi giorni tenteremo un’analisi delle varie situazioni in queste regioni, con particolare riguardo, naturalmente, alla presenza nelle liste di Televisioni ‘che fanno riferimento’ ad emittenti radiofoniche.
Mauro Roffi
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