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01 Aprile 2025
Nella trasmissione “Arrivano i nastri”, dedicata alla storia della radio sia pubblica che privata, è stata mandata in onda la registrazione di un’emittente radiofonica privata romana, relativa al 1968.
“Non vogliamo scimmiottare né Orson Welles, né Vladimiro Caioli in televisione con 'I figli di Medea'. Il nostro è un innocente falso storico, svelato subito, ma realizzato con uno scopo ben preciso, approfittando della data e quindi congegnandolo come pesce d’aprile - spiega Camera. - Volevamo far capire come oggi, con un po’ di memoria storica e l’ausilio dell’intelligenza artificiale, sia facile spacciare come vero qualcosa di verosimile. Una frontiera purtroppo già superata in molte situazioni, dove la cosiddetta verità virtuale talvolta finisca per superare quella reale”.
Negli anni '60, imperante il monopolio Rai e strettamente sorvegliate le frequenze, non ci furono esperimenti di radio private, mentre per quello che riguarda la tv, Pietrangelo Gregorio faceva nascere Telediffusione Napoli.
Solo nel 1970 per 26 ore, Danilo Dolci fece il tentativo di Radio Sicilia Libera, ma nessuno mai prima aveva tentato nulla in ambito radiofonico, dove gli apparecchi a transistor riproducevano solo le onde medie, sulle quali trasmetteva la Rai e talvolta quelle corte.
“Un mondo difficile da spiegare oggi e quindi diventa facile creare una narrazione alternativa, come il falso ritrovamento nel mercatino romano di Porta Portese di due bobine registrate con un apparecchio domestico, con il sistema empirico del microfono sull’altoparlante della radio, come si faceva allora per registrare le canzoni” racconta Camera sulla genesi di questo che in realtà, più che uno scherzo, è dunque un esperimento.
“Siamo stati molto attenti nell’esegesi storica della radiofonia di quegli anni, quando la radio italiana era molto diversa, con prosa, letture, programmi annunciati in modo rigoroso, e quindi abbiamo ricreato quel tipo di impostazione, immaginando una radio privata, Radiotilt, che avrebbe trasmesso nel 1968 da Roma in modulazione di frequenza - allora quasi deserta a parte la Rai - e diffusa in un ambito limitato, immaginando che l’ente radiotelevisivo fingesse di ignorarne l’esistenza, utilizzandola come palestra per futuri collaboratori. Una cosa allora assolutamente impossibile, ma adesso che sono passati 57 anni, potrebbe raccontarlo solo chi c’era o chi ha studiato la materia. Ecco dunque che, se fatto a regola d’arte, il verosimile può assurgere a verità, con tutti i pericoli che ne derivano”.
Dietro questa operazione, c’è uno studio approfondito che Davide Camera sta compiendo sull’intelligenza artificiale, pregi, insidie “e fortunatamente anche limiti, soprattutto nella comprensione dei quesiti o nella stesura dei testi. Speriamo che questo continui, intanto nel nostro piccolo teniamo alta l’attenzione”, conclude il direttore di Radio7 Sette volte radio.
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