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17 Maggio 2025
“Oggi mi arriva questa foto: consegna di un veicolo commerciale nuovo, senza autoradio integrata, solo con il Bluetooth. Bentornati nel passato, e Spotify ringrazia!”
Con questo post, un utente ha condiviso l’immagine di un nuovo modello – un veicolo commerciale della galassia Stellantis – sprovvisto di autoradio di serie. Un dettaglio che, per molti, non è affatto trascurabile.
Le reazioni non si sono fatte attendere, e una delle riflessioni più articolate arriva da chi continua a vedere nella radio “via etere” (AM, FM o DAB) un valore insostituibile:
“Il fascino di un bandscan non ha prezzo. Ma con questi veicoli, dotati solo di bluetooth, le emittenti dovrebbero puntare molto di più sugli aggregatori e app dedicate.”
Insomma, in un’auto senza autoradio, lo zapping radiofonico – gesto iconico per chi ama “girare la manopola” alla scoperta di stazioni – perde senso. E allora? Chi non vuole legarsi a una sola app o a un’unica emittente, dovrà passare attraverso servizi come FM-world, TuneIn, RadioPlayer ed altri aggregatori digitali.
Non mancano le domande più concrete:
“Se volessi installarne una io, è ancora possibile come una volta? O questi veicoli lo impediscono?”
La risposta – almeno stando a chi lavora nel settore – sembra sconfortante: le personalizzazioni aftermarket diventano sempre più difficili, sia per ragioni di design (cruscotti integrati, display multifunzione), sia per le politiche delle case produttrici.
Un utente conferma:
“Mia moglie lavora in concessionaria: ormai quasi tutti i veicoli commerciali Stellantis vengono ordinati senza autoradio e i clienti non se ne preoccupano affatto. Il bluetooth basta e avanza.”
Un cambiamento silenzioso, ma radicale. Mentre le auto diventano sempre più smart e integrate con gli smartphone, l’autoradio – per decenni simbolo di compagnia in viaggio – rischia di diventare un optional trascurabile, almeno per il grande pubblico.
Non tutti si arrendono:
“Io prima di cambiare auto mi informo se ha l'autoradio, altrimenti me ne vado in bici con la radio portatile o con le cuffie. Sarò vecchio, ma la radio non si tocca.”
C’è chi contesta l’entusiasmo per il "tutto sullo smartphone", definendo il display sul cruscotto “inutile”. Altri si interrogano su come si regola il volume in assenza di controlli fisici: “solo dallo smartphone?”, si chiede qualcuno.
Infine, un commento sintetizza l’umore di molti:
“Spotify a me non ringrazia. Io uso il bluetooth per ascoltare solo la radio.”
Il paradosso è servito: le auto diventano “digital only”, ma non è detto che tutti vogliano abbandonare la radio. Per le emittenti, è un campanello d’allarme: l’adattamento al mondo connesso non è più un’opzione, ma una necessità. Senza dimenticare chi ancora - e sono tanti - cerca le onde nell’etere, con affetto e ostinazione.
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