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L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha pubblicato nei giorni scorsi gli esiti della prima fase della nuova consultazione pubblica attivata di recente sul sistema italiano dell’informazione.
La consultazione, avviata dall’Autorità a partire dalla pubblicazione del precedente Rapporto ‘La professione alla prova dell’emergenza COVID-19’ (riferita naturalmente al lavoro dei giornalisti), affronta, ad ampio raggio le principali tematiche relative al nuovo quadro economico e sociale. È l’ultima iniziativa lungo un percorso di analisi e indagini avviato da Agcom nel decennio scorso, il cui fattor comune è l’analisi degli effetti della rivoluzione digitale sui comparti regolati dell’informazione e della comunicazione.
L’attuale contesto recessivo del comparto industriale della comunicazione, e del settore editoriale in particolare, determina, secondo l’Agcom, immediate e profonde conseguenze sull’organizzazione del lavoro giornalistico e sulla qualità e lo status della professione. Si tratta di: graduale e costante invecchiamento e crescente precarizzazione della forza lavoro, in primis giovani e donne; significativo aumento delle fasce reddituali più basse; aggravamento della discriminazione di genere; crescente fragilità economica e di status, con maggiore esposizione al ricatto del silenzio e maggiore fragilità rispetto al fenomeno delle minacce.
Sono tutti fattori che riflettono una situazione di strutturale crisi della professione, che naturalmente ha effetti sia sull’ordinamento professionale (accesso, formazione, contratti) sia sugli aspetti previdenziali e pensionistici (la crisi dell’INPGI ne è un aspetto).
La consultazione pubblica avviata ha quindi abbracciato tutte queste situazioni, giovandosi dei contributi, in forma scritta, provenienti da 19 soggetti che hanno partecipato attivamente alla prima fase, conclusasi il 25 gennaio scorso. I soggetti coinvolti sono rappresentativi, a vario titolo, sia del mondo dell’informazione professionale - editori, associazioni giornalistiche, sindacato, ordine professionale - che della società civile e del mondo accademico.
Il quadro complessivo che emerge, pur nella differenza di ruoli, accenti e interessi, presenta alcune costanti. Innanzitutto, la presa d’atto della crisi strutturale di identità e sostenibilità del comparto classico dell’informazione, per effetto dei rivolgimenti indotti dalla rivoluzione digitale e dall’irrompere sul mercato di nuovi player globali. Conseguentemente, tutti i soggetti intervenuti, ritengono necessari interventi di struttura, sia sul piano legislativo, sia sotto il profilo delle misure di riorganizzazione e ridefinizione dei rispettivi ruoli di impresa, di associazione rappresentativa, di categoria professionale.
Su alcuni temi di riforma urgente (ordinamento della professione giornalistica, formazione, accesso) sussiste poi una sostanziale identità di vedute anche tra soggetti portatori di differenti interessi. In materia contrattuale viene invece in luce il conflitto dialettico tra portatori degli interessi dei giornalisti e associazioni rappresentative degli editori.
Su ulteriori temi si registra altresì una sostanziale identità di vedute, come ad esempio sulla preoccupazione dinanzi all’estendersi del fenomeno della disinformazione online, e sull’avanzare di nuove forme e modalità, sempre più pervasive della vita professionale e privata, di minacce ai professionisti dell’informazione.
Un discorso a parte meriteranno le molte proposte di policy pervenute da più parti, con specifico riferimento alle misure di sostegno pubblico necessarie a sostenere la crisi del settore e a guidarne (auspicabilmente) la lunga e difficile transizione nel nuovo scenario digitale. Su questo aspetto specifico, e più in generale su tutte le altre proposte di policy, l’Autorità attuerà ora audizioni con gli altri livelli istituzionali coinvolti e valuterà, alla chiusura della seconda fase della consultazione pubblica, l’opportunità di produrre un contributo ad hoc.
Torneremo sul tema del documento Agcom la prossima settimana, poiché, fra le otto aree tematiche individuate nel documento relativo alla consultazione Agcom, ce n’è una che ci riguarda più da vicino. Si tratta del sesto ‘capitolo’, quello relativo all’informazione locale.
Roberto Paci Dalò, artista e docente multimediale dell’Università del Titano, ha lanciato da poco il Centro di ricerche per la radiofonia di San Marino, inaugurato per la precisione il 30 gennaio scorso. “Sette anni dopo la nascita della Scuola di radiofonia (2014) e quattro anni dopo la nascita dell’emittente Usmaradio (2017) - avverte corrierediromagna.it - , nasce ora a San Marino un Centro di ricerca interamente dedicato alla Radio in tutti i suoi aspetti. Si tratta dell’unico Centro di questo tipo in Italia e uno dei pochissimi al mondo”.
Fortemente voluto dal rettore di Unirsm, Corrado Petrocelli, il Centro si avvale di un comitato scientifico internazionale, affiancato da un Advisory board in cui figurano, tra gli altri, nientemeno che Laurie Anderson (vedova di Lou Reed), il critico Achille Bonito Oliva, il regista teatrale Romeo Castellucci, l’attore Willem Dafoe e l’architetto Daniel Libeskind.
Il Centro intende anche sviluppare una pratica radiofonica innovativa, con pedagogie basate su una relazione tra teoria e pratica, con particolare riferimento a podcasting, live radio, radio art, sound art, soundscape, tecnologie della trasmissione, radio come luogo di performance, rapporto tra immagine e suono, media design, studi di musica elettronica nelle radio, arte contemporanea, giornalismo radiofonico, community radio.
Le attività si svolgono soprattutto nell’Antico Monastero Santa Chiara a San Marino e presso il caffè e libreria Bar Lento di Rimini. Sullo sfondo, l’ambizione (per ora un sogno) è quella di poter usare in futuro una frequenza Fm per le attività didattiche e per scopi di ricerca, non commerciali ed educativi.
Intanto esiste già la citata Usmaradio, ascoltabile sul sito www.usmaradio.org.
È nata la prima Web Radio/Tv per gli italiani all’estero, diretta dal giornalista Filippo Giuffrida. Si tratta di RadioCom.tv, un progetto sostenuto dal ministero degli Esteri, che da Bruxelles, Palermo e Roma - e presto Londra e Zurigo - intende portare alla ribalta la voce dei milioni di italiani che hanno lasciato il Paese e si trovano adesso in tutto il mondo.
Giuffrida è ligure e ha mosso i primi passi a Radio Riviera Tre, è passato per Tele Gallinara ed è stato uno dei fondatori di RadioOne di Alassio.
RadioCom.tv ha ottenuto il patrocinio anche del Ministero del Lavoro, dell’Associazione dei Comuni Italiani e della Città metropolitana di Palermo, dove hanno sede la testata giornalistica e lo studio di produzione italiano.
È una ‘notizia televisiva’ ma mi piace darla nell’ambito di questa rubrica che presta una particolare attenzione al mondo dell’emittenza locale, comunque inteso.
Con la trasmissione ‘Resistenti. La comunità fa la forza’ Tv Libera di Pistoia ha vinto l’edizione relativa al 2020 del concorso ‘Fatto in Toscana’, voluto dal Corecom regionale, che dal 2018 premia la migliore trasmissione televisiva locale autoprodotta. Purtroppo, almeno per ora, non è stata prevista un’iniziativa analoga per il mondo delle Radio toscane.
La commissione di valutazione era composta, tra gli altri, da tre giovani del Parlamento Regionale degli Studenti (Giulio da Milano, Pietro Grassi e Filippo Nardini) e ha scelto la trasmissione ideata e condotta da Simone Gai su TVL “per la sua efficacia comunicativa elevata, l’originalità del soggetto e l’ottima qualità tecnica e registica”.
‘Resistenti’ esplora una Toscana nascosta e poco conosciuta attraverso le voci di piccole comunità che mediante progetti culturali, sociali ed economici condivisi con le istituzioni locali hanno contribuito a valorizzare le tante ricchezze che il territorio toscano offre. In 12 puntate tematiche, ‘Resistenti’ è riuscita a raccontare storie virtuose, che possono rappresentare un esempio per tante altre realtà locali spesso alle prese con problemi di spopolamento e impoverimento del tessuto sociale.
“Il giudizio della commissione è stato unanime - ha fatto sapere Enzo Brogi, presidente del Corecom della Toscana, e della commissione di valutazione di cui sopra - . Abbiamo voluto premiare anche il coraggio di affrontare temi e contesti apparentemente marginali e fuori dalla Toscana che solitamente viene raccontata dai media, tra l’altro con una qualità produttiva davvero notevole”.
L’amico Giampaolo Mirandola mi ha segnalato un articolo del sito fattoalatina.it che ha il merito di rievocare con cura la ‘storia radiofonica’ della città del basso Lazio e i suoi personaggi, che in alcuni casi sono riusciti pure a ‘fare carriera’, eccome.
Come spiega quindi Emilio Andreoli in ‘Quando Latina parlava alla Radio’, la rivoluzione anche qui arrivò con le Radio private locali nel 1975/’76, anzi “Latina non fece eccezioni (e) fu protagonista di un fermento radiofonico incredibile”.
Infatti, “il 24 dicembre del 1975, mentre in città tutti pensano al cenone natalizio, quattro ragazzi stanno pensando a ben altro, sta nascendo una loro creatura che diverrà storia e farà da spartiacque tra il prima e il dopo. Nasce così la prima Radio della città, Radio Latina Uno. I quattro ragazzi sono: Gianfranco Iaccarino, Giorgio Capurso, Remo Miranda ed Enzo Molinari, tutti appassionati di musica. L’idea è partita da Gianfranco, che ha coinvolto i suoi amici e ha messo a disposizione il suo scantinato per lo studio radiofonico. Con un trasmettitore americano parte così la prima trasmissione”.
Il 25 marzo 1976 è però già la volta di Musica Radio, che nasce “alternativa come i suoi fondatori, Mario Di Lembo, Stefano Bossa e Nando Ciriello”, appassionati di hard rock. La connotazione è quella di emittente di sinistra, con tanto di ‘giornalisti d’assalto’.
Alcuni mesi dopo tocca a Radio Pontina di Sergio Raffa: lo studio sta nel suo negozio di elettrodomestici in via del Lido e lì muove i suoi primi passi Gianmaurizio Foderaro, oggi notissimo dirigente della radiofonia Rai.
Ma non è finita, perché arrivano anche Radio Immagine di Claudio Mangani, dopo qualche anno passata di mano all’imprenditore Giuseppe Bolognesi, e la Radio di quartiere R6, che in seguito giocherà un ruolo importante, quando i due fondatori, Giorgio Mazzola ed Enzo Salvagni, si legheranno al network nazionale Radio Luna.
Altre sigle ancora, di varia evoluzione, sono Teleradio di Renato Di Bella, “passata a Bruno Bruni e Loredana Ferretti di Radio Latina Uno, ora network nazionale Lattemiele”, e le stazioni della provincia di Latina: Onda Blu a Sabaudia, Studio 93 ad Aprilia, Radio Antenne Erreci a Cisterna.
Indimenticabili erano naturalmente le trasmissioni in cui si potevano fare le dediche. Ecco come ricorda quel glorioso periodo Carlo Montefusco, voce storica di Musica Radio:
“Musica Radio era considerata una Radio impegnata, politicamente schierata a sinistra, ma poi il programma di dediche era quello che andava per la maggiore. Ricordo che in quel periodo avevamo la fila di persone fuori lo studio, soprattutto ragazze che ci portavano di tutto, dolci, bibite, panini, ognuno di noi aveva almeno tre fidanzate. Con noi collaborò anche Martufello agli inizi della sua carriera, raccontava le barzellette e faceva le traduzioni dal sezzese all’italiano… Anche Tiziano Ferro che era poco più di un ragazzino venne inizialmente da noi, poi si spostò a Radio Luna”.
Riccardo Francavilla invece racconta di Radio Latina Uno:
“Iniziammo quasi tutti da lì, eravamo tutti ragazzi più o meno della stessa età. C’ero io, con Dino Lucchetti, Luigi Molella, Roberto D’Erme, che era l’anima tecnologica, Roberto Biolcati, Daniele Vellani, grande dj indimenticato. C’era un programma che fece storia: ‘Occhio al disco’. Daniele metteva un disco per una frazione di secondo e il pubblico telefonava per indovinare il titolo… Poi con le aperture delle altre Radio ci sparpagliammo, io collaborai con Musica Radio e poi andai a Radio Immagine per qualche anno”.
Non poteva mancare il ricordo del già citato Gianmaurizio Foderaro:
“In effetti quello è stato un periodo molto effervescente che ricordo con molto piacere, anche perché per me è stato l’inizio di un percorso che mi ha portato alla realizzazione professionale. Da Radio Pontina a Radio Luna, da Dimensione Suono fino alla posizione che occupo ora nella Rai. Io credo che in quel periodo tutti abbiamo avuto un’opportunità almeno formativa. Ripenso spesso al mio passato e quando torno a Latina e ascolto Radio Luna il cuore mi batte forte”.
E Radio Luna è stato il trampolino di lancio anche per altri: “È stata una Radio che ha portato fortuna ad alcuni di noi, il primo che mi viene in mente è Tiziano Ferro, poi Alessandro Allocca che ora vive in Inghilterra e fa il corrispondente per ‘Repubblica’, Emanuela Gasbarroni, affermata documentarista, Egidio Fia in RDS, oggi direttore di Lazio Tv. Loro facevano parte della redazione. Invece tra gli speaker, Renzo Di Falco oggi lavora in RDS, Elena Carbonari su Isoradio, Gabriele Brocani in Rai e Susanna Scalzi, dopo Radio Subasio, oggi è a Radio Zeta - gruppo Rtl”.
Venerdì 5 marzo alle 18 sul nuovo canale televisivo Sa Radiolina Sardegna Canta, Lcn 601, interamente dedicato alla programmazione della musica sarda, è partito il primo programma ‘dal vivo’, dopo un paio di mesi di sola musica di sottofondo, eccezion fatta per alcuni video.
La trasmissione, della durata di un’ora, è denominata ‘Attobius’ (‘Incontri’) e prevede un ciclo di ben 40 puntate, fino al 3 dicembre prossimo; è condotta dalla giornalista Paola Pilia, ex direttrice di Radio Press sino alla sua scomparsa e voce di Radiolina ed oggi in forza anche al quotidiano di Sergio Zuncheddu ‘L’Unione Sarda’.
A farle da compagno di viaggio è il cabarettista Alessandro Pili, meglio noto agli spettatori sardi come il sindaco di Scraffingiu (Prurito), un paese immaginario della Sardegna: è il personaggio che interpreta negli spettacoli della compagnia teatrale cagliaritana dei La Pola e in questi panni intervista anche una volta a settimana i sindaci dei comuni dell’isola, per conto del già citato quotidiano ‘L’Unione Sarda’.
Il programma è rivolto in modo particolare a quella fascia di radioteleascoltatori lontana dalla lingua sarda o che si dimostra indifferente nei confronti della stessa, con particolare attenzione al target di età che va dai 15 ai 30 anni. ‘Atobius’ si propone di avvicinare questa fascia di persone alla lingua sarda, raccontando con leggerezza e ironia i sardi e la Sardegna.
Pili è alla sua prima esperienza in carriera con una rubrica interamente in lingua sarda: “Ho sempre utilizzato il sardo, ma mai così come in ‘Atobius’”- ha detto. Un suo ringraziamento va anche alla compagna di viaggio: “Il programma è una grande esperienza dall’alto profilo sia artistico che professionale, anche grazie alla co-conduzione con la brillante Paola Pilia”.
(hanno collaborato Pierpaolo e Giuseppe Podda)
Si è spento nei giorni scorsi il decano dell’Ordine dei Giornalisti del Molise, Raffaele Orlando. Giornalista dal 1972, era stato anche docente e consigliere comunale e provinciale. Ma Raffaele Orlando era stato anche promotore della cultura molisana all’estero, in particolare nell’Est europeo.
Ma soprattutto Orlando aveva fondato TRT Radio Termoli, che negli anni Ottanta costituì una novità capace di coinvolgere tutta la città e specialmente i giovani con musica, programmi e ospiti. L’emittente opera tuttora (98.700 MHz), gestita dai figli di Raffaele, Massimiliano e Marcello Orlando. Per capirne l’importanza anche oggi, leggete cosa ha fatto TRT in occasione del Capodanno 2021:
“Giovedi 31 dicembre TRT Radio Termoli, la Radio della città che il 6 gennaio 2020 ha compiuto i suoi primi 40 anni di attività, ha in programma una sorpresa per i suoi ascoltatori: il Capodanno House più esclusivo d’Italia. (Ovvero) ‘Tendence Radioshow’, dodici ore di musica ininterrotta a partire dalle 20.00 del 31 dicembre 2020 fino alle 8.00 del mattino del 1° gennaio 2021”. Dodici acclamati dj italiani si sono alternati nell’occasione alla consolle, ciascuno con una performance di un’ora.
E ancora: “‘Tendance Radioshow’ è uno dei programmi di TRT Radio Termoli più seguiti sin dal 2008, anno in cui l’art director Tony Cortese, l’ingegnere del suono Lello Ambrosini e l’editore di mixati Dario Martino lo hanno lanciato su ben 100 Radio italiane. Su TRT va in onda settimanalmente il venerdì, sabato e domenica per 2 ore al giorno a partire dalle 23.00”.