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MilleRegioni: le voci del territorio

MilleRegioni: le voci del territorio

26 Giugno 2020

Appuntamento numero 14 con “MilleRegioni”. Mauro Roffi ci accompagna in giro per l’Italia, come ogni settimana, a conoscere le novità relative alle “voci del territorio”.

Appuntamento numero 14 con “MilleRegioni”.

Mauro Roffi ci accompagna in giro per l’Italia, come ogni settimana, a conoscere le novità relative alle “voci del territorio”.

  • Belle testimonianze dal mondo della Radio a Roma e altrove

Il giornale on line del Lazio dentromagazine.com ha pubblicato di recente alcune interessanti interviste con speaker e ‘addetti ai lavori’ del mondo radiofonico su quale sia l’attuale (complicata) situazione del settore, dopo il periodo della pandemia.

Vediamo alcune di queste testimonianze dal mondo della Radio, raccolte da Alessandra Paparelli e riferite soprattutto (ma non solo) all’area romana e del Lazio.

A parlare per primo è Andrea Pranovi, giornalista e caporedattore di Radio Roma Capitale, che parla anche di smart working:

“Credo che lavorare da casa comporti la perdita delle relazioni sociali che si instaurano sul posto di lavoro e questo nel tempo potrebbe avere effetti negativi sui rapporti interpersonali. La Radio è un mezzo di comunicazione che, a mio avviso, ha una componente di magia e penso che sia molto difficile ricostruire quella magia in un ambiente diverso dallo studio radiofonico. Ovviamente, se l’unica soluzione è trasmettere da casa, allora ben venga lo smart working. Ma se non è indispensabile, credo che la trasmissione da studio sia qualitativamente migliore ed emotivamente più coinvolgente…

Durante il lockdown la Radio ha offerto svago e intrattenimento, ma non solo. Ancora una volta la Radio ha mantenuto la sua grande funzione informativa. L’informazione radiofonica gode di grande autorevolezza e affidabilità e diversi studi hanno messo in risalto la fiducia degli ascoltatori nei confronti di questo mezzo. Di fronte alle innumerevoli bufale sul Coronavirus circolate in rete la Radio ha rappresentato ancora una volta una fonte seria.

Adesso, come in qualsiasi settore produttivo, la ripresa potrebbe essere difficile, ma nel corso della sua lunga storia la Radio è sempre sopravvissuta ai cambiamenti e sono sicuro che lo farà anche questa volta. Credo che già il ritorno alla libertà di circolazione e, quindi, agli spostamenti in macchina, aiuterà la Radio a tornare centrale nei consumi mediali di tutti coloro che la ascoltano mentre si trovano in automobile”.

Tocca poi a Elisabetta Laurini, oggi conduttrice a Radio Elettrica di Roma, dopo molti anni di carriera nelle Radio toscane e romane:

“Ho cominciato la mia avventura nel 1986 e non ho mai smesso di credere alla Radio come mezzo di comunicazione per eccellenza. Un mezzo immediato che non ha perso il proprio fascino nel corso degli anni, anzi, per certi versi lo ha riacquistato con più forza. Siamo appena ripartiti con la programmazione ufficiale di Radio Elettrica e sono grata a questa emittente fatta di storici professionisti per avermi dato l’opportunità di esprimermi a 360°, senza censure e senza alcun tipo di condizionamento editoriale. La libertà non ha prezzo e lo penso ogni giorno che passa in modo più prepotente.

La reclusione forzata ha avuto il pregio di farmi riflettere su tante sfumature della mia vita, ho tagliato qualche ramo secco, letto molto, ascoltato un’infinità di musica. Alla fine di tutto ho capito, se ancora ce ne fosse bisogno, che non potrei mai fare a meno della Radio, della mia trasmissione “Dark Entries (e Uscite di Sicurezza)” e di tutte le persone che mi hanno seguita negli anni e sostenuta in ogni percorso lavorativo…

Purtroppo ci siamo dovuti fermare per l’intero periodo di lockdown visto che non eravamo pronti a trasmettere da casa ma comunque sono convinta che lo smart working possa essere solo un’alternativa o un complemento al lavoro abituale in sede…

(La Radio è) un mezzo immediato che non ha perso il proprio fascino nel corso degli anni, anzi, per certi versi lo ha riacquistato con più forza. Il potere comunicativo è fatto di mille sfumature, la Radio accompagna, sostiene, consola, informa un numero inimmaginabile di persone facendo servizio pubblico grazie anche alle piccole realtà che procedono solo grazie alla passione e all’amore di tanti addetti ai lavori, pronti anche a sacrificare buona parte del proprio tempo libero.

È vero, siamo talmente iperconnessi e super-informati, musicalmente e giornalisticamente parlando, che la Radio di questi tempi potrebbe sembrare un surplus, un’astrazione romantica destinata ai nostalgici, un concetto datato e sorvolabile, ma il rapporto intimo e confidenziale che si instaura nel tempo tra conduttore e ascoltatore non è paragonabile a nessun altro: per questo sono sicura che non sarà mai possibile spegnere l’emozione della Radio e di tutto il mondo che le gira intorno…”.

Infine la parola è andata a Roberto Bagazzoli speaker noto a livello nazionale, con esperienze, fra l’altro, a Radio Globo, Radio Reporter e Radio Sabbia:

“Ci sono nazioni dove lo smart working è una realtà rodata; qui in Italia lo abbiamo fatto per forza. Io ho scelto lo smart working a giugno del 2019, mi sono licenziato da Radio Sabbia di Riccione scegliendo di accettare la proposta di Radio Sound Piacenza e di lavorare quotidianamente in smart working. Mi hanno fornito tutti i mezzi per poter essere in diretta con le informazioni dal territorio, dal traffico al Meteo in tempo reale, fino agli eventi, arrivando al materiale utile per le interviste.

La tecnologia da questo punto di vista è una grande alleata, nonostante i ‘puristi’ del mezzo non siano d’accordo con la mia tesi”…

“(Quella di queste settimane) è stata una grande opportunità per le Radio locali ancora strutturate di mostrare il loro valore. Io per uno strano scherzo del Covid 19, vivo a Pesaro una delle città martoriate dai contagi e dai decessi e sono stato in onda a Radio Sound Piacenza, altra città devastata dal virus umanamente e fisicamente.

Sono stato il primo ad annunciare la scoperta del Paziente Uno di Codogno, senza sapere che da lì a poco sarebbe accaduto quello che nessuno avrebbe mai immaginato. La Radio ha chiuso la sede, il personale di Piacenza è stato messo subito a lavorare da casa. La nostra stazione radiofonica si è completamente trasformata, da stazione di intrattenimento con un’alta percentuale di informazione locale è diventata prima una sirena d’allarme poi un punto di riferimento per tutte le informazioni utili per il territorio e per i residenti.

Avevamo canali aperti con la Asl, il Comune, la Provincia, la Regione Emilia Romagna. Abbiamo seguito anche tutte le evoluzioni che hanno riguardato la Lombardia, regione confinante e raggiunta nelle provincie di Lodi, Cremona e Monza Brianza dal nostro segnale; le informazioni erano in tempo reale, avevano la priorità sulla musica ed erano un flusso continuo dalle 6.00 del mattino alle 21.00.

Siamo tornati alla nostra ‘normalità’ soltanto da pochi giorni. Nella fase 3 continua il nostro lavoro quotidiano fatto di ‘contenuti’, io credo che la Radio abbia bisogno di riappropriarsi di una credibilità smarrita fatta di computer che diffondono musica senza conduttori e comunque oggi un conduttore deve prepararsi a fare di più che un annuncio esteticamente perfetto, serve empatia e comunicazione che passa anche attraverso gli argomenti. Il Covid19 è stato anche il virus che ha messo in risalto la professionalità, la passione e direi l’amore di certi editori per il mezzo, che hanno cominciato a rimettere in pista per la raccolta pubblicitaria anche attraverso un approccio creativo, a dispetto di chi aveva automatizzato anche l’aspetto commerciale”.

  • Nuovo allarme per il futuro di Radio Veneto Uno

“Radio Veneto Uno, la voce della città, rischia di sparire”. È l’allarmante titolo apparso in questi giorni sulle pagine di Treviso del quotidiano ‘Il Gazzettino’.

L’emittente trevigiana ha una lunga serie di peculiarità, come la quasi incredibile presenza di una sua (completamente sua, come la Rai di un tempo) orchestra classica e la conseguente produzione di eventi e concerti in serie per la città e la Marca. Ma tutto è legato a un finanziamento pubblico riservato a pochissime emittenti in Italia e da anni a rischio.

Vediamo come spiega le cose il quotidiano veneto:

“A fine estate saranno 45 anni sempre in onda, sempre sulla frequenza 97.500, come recita un jingle ormai entrato nella testa di ogni trevigiano. Ma quel compleanno così carico di significati, Radio Veneto Uno, unica emittente radiofonica rimasta in città, rischia di non festeggiarlo mai. E tutto per la decisione di bloccare i finanziamenti previsti per l'editoria da una legge del 1990.

Radio Veneto Uno da più di 20 anni riceve la provvidenza per lo sforzo sostenuto a favore dell'informazione e della cultura. Nel corso degli anni l'emittente è stata punto di riferimento per l’informazione sportiva e per la cronaca formando decine di professionisti. E dal 2010 è diventata una realtà di respiro nazionale per la diffusione della musica classica, unica Radio locale in Italia ad avere una propria orchestra e a produrre concerti ed eventi diffusi poi via radio, tv e web…

La commissione che ogni anno gestisce la distribuzione dei fondi ha però deciso che può bastare così, negando il contributo per il 2018 che doveva servire a coprire il 2020. Roberto Ghizzo, fondatore, direttore e anima della Radio, è riuscito a tirare avanti fino a oggi.

Ma anche lui è arrivato allo stremo: «Se la situazione non cambia, entro un mese e mezzo dovrò portare i libri in tribunale». Ghizzo però non ci sta. E denuncia due ingiustizie: «A un diritto acquisito inviolabile in uno Stato di diritto e al principio costituzionale del pluralismo dell’informazione. La provvidenza che ci è riconosciuta da oltre 20 anni improvvisamente ci è stata negata…».

Parliamo di cifre che oscillano dai 140 ai 400mila euro all’anno: «Usati per creare posti di lavoro veri, per sostenere l'informazione locale e la cultura»”.

La questione è complessa ma, a quanto pare, gli effetti possono essere pesanti per una Radio diversa da quasi tutte le altre e per Treviso fonte storica di informazione e, soprattutto, cultura.

  • Molise: la scomparsa di Pino Niro, creatore di Radio Valentina

È mancato nei giorni scorsi, a soli 64 anni, Pino Niro, molto noto nell’ambiente radiofonico di Campobasso, e del Molise in generale, soprattutto come creatore della locale (e popolare) Radio Valentina, a cui diede il nome della figlia: Valentina, appunto. Radio Valentina negli anni è diventata un’amica fedele per molti ascoltatori, con tanti conduttori che si sono succeduti ai suoi microfoni.

Pino Niro si era poi dedicato ad altri progetti, prima di tornare però proprio al mondo della Radio ma stavolta con un occhio proiettato verso il futuro, perché lui era sempre al passo con ogni evoluzione tecnologica.

“Pino è stato un uomo felice, innamorato della vita, un autentico appassionato del suo lavoro - ricorda Gennaro Ventresca su teleregionemolise.it - . Grazie alla magia della musica si fece rapire dal fascino dell’etere. E mise su Radio Splash. Una radio per il popolo che si abituò in fretta a interagire attraverso il telefono. Con le dediche, ma soprattutto con le esternazioni, spesso in dialetto, ma sempre spontanee…

Sino a che annusò l’aria innovativa delle Radio libere e ne seguì la scia, per crescere un po’ alla volta. Con intuito cancellò dalle onde Radio Splash e la trasformò in Radio Valentina, in onore della sua bellissima figliola, che con gli anni, sarebbe diventata un perno dell’emittente. Un’emittente che per diversi anni ha catalizzato l’attenzione generale dei molisani divenendo leader di ascolti…

Pino aveva capito dove andare a parare. Per questo scelse come speaker personaggi semplici che presto rapirono i cuori della gente. Non si può fare a meno di sottolineare ciò che è stato capace di fare Pelè con la sua rubrica di canzoni napoletane, (mentre) Tonino Scoccimarra lo ha accompagnato sino a qualche settimana fa, senza dimenticare Paride, Miriam e altri ancora”.

Ma si ricorda in particolare la parabola di Paolino Oriunno, il cui arrivo a Radio Valentina “fu un terno al lotto. Affiancato da Mario Villani, esperto raffinatissimo di musica, il professore diede il meglio di sé con i suoi velenosi aculei. Le sue interviste sono diventate un cult, dai pezzi grossi alle casalinghe diede spazio a tutti. Il resto era immensa quanto riuscita improvvisazione”.

  • Radio Beckwith approda in Liguria

Dal 5 giugno è arrivato in Liguria sui 91.500 MHz in Fm il segnale della nota e apprezzata Radio evangelica di Luserna San Giovanni (Torino), ovvero Radio Beckwith Evangelica.

“Un grande passo per la Radio di Luserna San Giovanni che ha allargato il proprio bacino di ascoltatori accendendo un ripetitore su un traliccio a Ventimiglia - scrive riforma.it (‘Riforma’ è l’organo di informazione delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia) - . «Un secondo verrà attivato prossimamente nel Savonese, nel comune di Cengio - spiega il direttore Matteo Scali - , con l’obiettivo di coprire una parte della riviera di Ponente, dove è forte e radicata la presenza delle chiese valdesi»”.

Dopo essersi stabilizzata nelle zone storiche del Nord Ovest, con miglioramenti al segnale che hanno fatto sì che Rbe sia diventata facilmente ascoltabile nei territori che l’hanno vista nascere, è stata ora decisa l’espansione oltre l’Appennino. La zona del Ponente ligure ha una certa continuità con il Piemonte e quindi è stato naturale guardare in quella direzione.

Ancora Scali: «Il nostro progetto è costruire qualcosa insieme alle chiese valdesi, così come accade dove arrivano le Onde Medie… Rimanere nel locale non era più la soluzione migliore, è necessario guardare oltre i confini tradizionali e questa opportunità di sbarcare in Liguria non ce la siamo lasciata sfuggire».

  • Calcio e Radio: Radiolina e il Cagliari

È tempo di ripartenza per il campionato di calcio e quindi anche per tutto il grande mondo radiotelevisivo che sul calcio si basa e di cui sviscera ogni minimo movimento, nel corso delle partite e anche fuori.

Vediamo a titolo di esempio, sulla base delle informazioni di Pierpaolo e Giuseppe Podda, cosa succede in Sardegna per ciò che riguarda il Cagliari calcio di serie A.

Radiolina ricomincia così a trasmettere le radiocronache delle partite del Cagliari. La voce narrante purtroppo non è più quella dello storico radiocronista Vittorio Sanna, nel frattempo accasatosi a Radio Super Sound (come abbiamo visto in altre occasioni in questa rubrica), bensì quella della sua ex spalla che coordinava dallo studio centrale le radiocronache, e cioè Lele Casini, a sua volta sostituito nel precedente compito da Silvio Camboni, che si occupava delle interviste allo stadio (se il Cagliari giocava in casa).

Un’altra novità da segnalare però è anche l’approdo delle radiocronache sul Dtt televisivo di Radiolina da poco inaugurato, sul canale 110 Lcn: prima della gara viene mostrato il conduttore in studio ma durante la stessa lo schermo compare nero, con al centro il nome dell’emittente, o anche totalmente nero, fatto salvo, al di sotto, il banner informativo.

  • Un’esperienza universitaria sulla Radio con la proposta di nuovi formati

Una segnalazione di Giampaolo Mirandola ci consente di parlare di quanto comparso sul sito astorri.it di ‘Paco’ Astorri e che concerne una bella iniziativa da lui seguita in ambito universitario. Si è dunque “concluso il Laboratorio di Progettazione Radiofonica del Master in Comunicazione Musicale dell’Università Cattolica di Milano.

Dopo il corso di Teoria e Tecniche della Radio Musicale sempre da me tenuto, gli studenti sono entrati dal 17 febbraio 2020 nella fase del Laboratorio, quella attuativa, quella della realtà. Il completamento con la presentazione dei progetti è stato l’11 maggio, dopo 10 sessioni.

Solo in termini riassuntivi, gli studenti hanno approfondito la realtà radiofonica di una regione, quest’anno è toccato alla Campania. Ne hanno analizzato le emittenti Top 30 tra emittenti pubbliche, nazionali e locali. Hanno verificato sia il profilo del pubblico che l’offerta editoriale delle singole stazioni. E solo successivamente hanno prodotto 4 idee di progetti radiofonici che si riferiscono a formati mancanti a livello della regione”.

Davvero interessante, come si vede, e il seguito del resoconto non è da meno, con il dettaglio dei 4 formati mancanti di cui sopra:
“MALAMMORE, un formato urban interessante e creativo, oltre che locale.
RADIO INDIE VISIONE, un’offerta innovativa su un segmento poco servito dall’emittenza.
RADIO SEVEN, un’idea di emittente basata sulla musica delle colonne sonore.
SOUNDCHECK RADIO, un nuovo concetto di stazione rock fortemente orientata alle esibizioni dal vivo…”.

E poiché siamo proprio sul concreto, “qualora i lettori, magari anche editori e direttori del mondo della Radio, trovino interessanti le idee proposte dagli studenti… possono restituire le ispirazioni ricevute con l’offerta di uno stage. È il modo progressivo e vincente per aprire ai giovani e coinvolgerli in base alle proprie necessità aziendali”.

  • Una bella collaborazione tra Laboratori Permanenti e Errevutì

Dopo il successo ottenuto con ‘La pagina più bella del mondo on air’ si consolida e prosegue la collaborazione, nell’Aretino, tra il gruppo Laboratori Permanenti (che collabora ora anche con Tevere Tv) e l’emittente radiofonica Errevutì di Sansepolcro.

Laboratori Permanenti, all’interno di RAT Residenze Artistiche della Toscana, rete regionale attiva con 33 imprese professioniste di teatro e danza, cerca di mantenere costante la propria presenza anche in questo complicato periodo, promuovendo il rapporto con il territorio, con l’intento di proseguire il dialogo e di condividere con il pubblico la cultura del Teatro.

Partendo da un progetto realizzato da Laboratori Permanenti alcuni anni fa, è nata così ‘Intervista al Futuro: 4 incontri con artisti per discutere sulla situazione attuale e sulle progettazioni future’, programma in onda ogni venerdì alle 19.15 in diretta sulla nota Radio locale di San Sepolcro Errevutì.

Il primo incontro è andato in onda il 29 maggio ed era con Alberto Fortuzzi, regista e attore tra Roma e Berlino. I successivi incontri sono stati di scena il 5, 12 e 19 giugno.

Il tutto sulle frequenze in Fm (e non solo, naturalmente) di Errevutì e in Tv sui canali 632 e 603 del digitale terrestre.

  • Il clamoroso ritorno di Radio Spoleto International

Da tuttoggi.info, giornale on line di Spoleto, in Umbria, apprendiamo che dopo tanti anni è di nuovo in onda Radio Spoleto International. Vediamo bene come sono andate le cose:

“Quando nel 1976, tra le primissime in Italia, nasceva a Spoleto Radio Spoleto International, fu per l’iniziativa… di un gruppetto di amici che per passione, tecnica e musicale, e per divertimento, lanciarono qualcosa che poi nel contesto umbro e anche nazionale non mancò di distinguersi…

Tante sono state le vicissitudini che nel tempo portarono quella Radio prima a crescere anche imprenditorialmente, poi a cambiare nome in Radio Italia Internazionale, fino alla vendita degli impianti, negli anni ’90…

Sono passati quasi 45 anni, da quell’anno. Quasi tutto il contesto radiofonico che all’epoca ‘si agitava’ sulla modulazione di frequenza e in alcuni casi come quello dell’emittente spoletina, in onde medie (con ovvi riscontri internazionali), oggi si è praticamente trasferito, grazie a internet, sulla rete web. Qualcuno che all’epoca era stato uno dei principali protagonisti della Radio spoletina, pensò bene, già qualche anno fa, di acquisire comunque i domini con il nome dell’emittente, più per ‘affetto’ che per altro…”.

Ma ora, “con lo stesso identico spirito di amicale divertimento che li contraddistinse nell’avventura tutta da vivere e inventare dell’epoca, Nicola, Sabatino, Pietro (forse da sognatori irriducibili), si sono detti… “perché no?”. Così dopo 45 anni torna Radio Spoleto International”. Sul Web, naturalmente.

E dal prossimo 1° luglio non ci sarà solo musica: tornerà invece un appuntamento che all’epoca, nella sua semplicità, “si trasformò in un incaccellabile successo radiofonico. Il programma di musica a richiesta con dediche intitolato ‘Dediche Dediche Dediche’, che sarà, ancora dopo 45 anni, condotto dal mitico Saba”.

Mauro Roffi

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