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“La vita a piccoli passi”: Luca Viscardi rivive in un libro i difficili mesi del covid

"La vita a piccoli passi": Luca Viscardi rivive in un libro i difficili mesi del covid

22 Dicembre 2020

Sta per terminare il 2020 e per Luca Viscardi si conclude un anno indubbiamente non semplice, in seguito al covid che l'ha colpito nel momento più difficile, quell'indimenticabile mese di marzo in cui del virus si conosceva ancora poco e non si sapeva come comportarsi. Tutto questo è successo appena poche settimane dopo il Festival di Sanremo, dove Viscardi era stato tra i protagonisti dalla postazione radiofonica nella Città dei Fiori.

Sta per terminare il 2020 e per Luca Viscardi si conclude un anno indubbiamente non semplice, in seguito al covid che l'ha colpito nel momento più difficile, quell'indimenticabile mese di marzo in cui del virus si conosceva ancora poco e non si sapeva come comportarsi.

Tutto questo è successo appena poche settimane dopo il Festival di Sanremo, dove Viscardi era stato tra i protagonisti dalla postazione radiofonica nella Città dei Fiori.

Tanti incontri e interviste, una delle quali anche con noi di FM-world, in cui era inimmaginabile pensare a quello che sarebbe successo soltanto poche settimane dopo.

Luca è guarito, ma quei mesi di sofferenza (non solo fisica) sono stati 'tradotti' in un libro chiamato "La vita a piccoli passi".

Mercoledì 23 dicembre, Viscardi farà una presentazione on-line sulla pagina Facebook 'Mister Gadget', insieme a tanti amici e colleghi radiofonici.

Lo abbiamo contattato per entrare nel vivo del libro e dell'incontro pubblico delle prossime ore.

  • Cominciamo forse dalla domanda più banale anche se non scontata: perchè la scelta di raccontare la tua vicenda col covid?

Dopo tanti anni in cui ho usato la voce per raccontare le storie degli altri, ho pensato che per raccontare la mia fosse necessario scrivere. In un certo senso mi è servito anche come forma di liberazione, quasi una sorta di esorcismo di un’esperienza devastante come quella che mi è capitato di vivere tra marzo e aprile.

In realtà, l’esigenza di raccontare quanto è successo è arrivata dopo aver ascoltato le prime voci “negazioniste”, le prime reazioni di coloro che non credevano quasi all’esistenza del virus e che pensavano che fosse un rischio solo per anziani o persone già malate. Mi è venuto spontaneo raccontare il percorso, perché fosse più facile comprendere di che cosa si stesse parlando.

  • Una sofferenza così forte ha cambiato la tua scala di valori e priorità della vita?

Può sembrare banale, ma trovarsi all’improvviso, nel giro di pochi giorni, proiettato da una vita iper frenetica alla condizione di non riuscire a camminare, mangiare, fare tutto quello che sembrava assolutamente banale nel corso di una normale giornata, inevitabilmente ti fa stilare una sorta di priorità delle cose che ti mancano di più, di quelli che ti piacciono e anche di quelle che magari non hai più voglia di fare.

Avevo passato indenne la soglia dei cinquant’anni, senza la classica crisi di mezza età, ma questo mese così surreale, vissuto quasi come un film sicuramente a spostato molte delle mie priorità. Passi una vita ascoltando il racconto di chi dice che “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, poi scopri che è davvero così, non è solo una metafora e allora ti viene voglia di prendere pieno possesso del tuo tempo e di come lo impieghi.

Non posso dire che la scala dei valori sia cambiata, ma di averla messa in un diverso ordine sicuramente sì.

  • Essendo in primis uomo di radio, come pensi che i mezzi di comunicazione si siano comportati nel gestire questo anno difficile?

Credo che questo periodo storico, come tutti i momenti dirompenti dell’esistenza dell’uomo, probabilmente richiederà molto tempo prima di poter essere valutato con lucidità e con la capacità di vedere un quadro d’insieme molto più ampio. Probabilmente, anche il lavoro dei mezzi di comunicazione potrà essere analizzato in futuro e compreso fino in fondo quando questo momento sarà un ricordo.

Cercando di valutare la partita, quando l’arbitro non ha ancora fischiato la fine, mi pare di poter dire che i mezzi di informazione hanno in un primo momento svolto un ruolo prezioso, nel secondo invece buttato pericolosamente benzina sul fuoco che stava cominciando ad ardere un po’ ovunque nel mondo. In mezzo a questa infodemia credo che la Radio abbia avuto un ruolo importantissimo nel fare ciò che le riesce meglio, e tenere compagnia ai suoi utenti informando senza sensazionalismo e terrorismo.

Alcuni lo hanno fatto meglio di altri, ma in linea generale credo che si possa dire che la Radio si sia comportata bene e non a caso i risultati sono stati più che discreti, nonostante il radicale cambiamento di abitudini dei suoi ascoltatori.

Purtroppo, alla tenuta degli ascolti sappiamo che si è invece aggiunta una crisi economica devastante per tutto il settore, probabilmente questo sarà un momento che porterà ad una forte selezione dei soggetti presenti sul mercato.

  • Il 23 dicembre sarai al centro di un incontro online con amici e professionisti, in cui parlerai dei tuo libro. Quale messaggio vuoi far emergere? E perchè hai scelto proprio questi interlocutori?

Quella di mercoledì è una diretta che ho pensato perché sono stato ospitato un po’ ovunque in queste settimane per raccontare la nascita e i contenuti del mio primo libro, ma non ho mai fatto una presentazione ufficiale sui miei canali. Devo tra l’altro cogliere l’occasione per ringraziare i tantissimi colleghi della radio che mi hanno ospitato, così come hanno fatto anche tantissime realtà televisive in Italia, ma anche molti appassionati di lettura che gestiscono blog o canali social dedicati ai Libri.

Mercoledì sera, invece, faremo qualcosa di un po’ diverso: ho raccolto un po’ di amici, con una delle persone che stimo di più in assoluto, Don Antonio mazzi, per un giro di auguri e un piccolo approfondimento sui temi del libro, che purtroppo sono ancora attualissimi. A me piacerebbe trasferire un messaggio di positività, pur nella difficoltà di questo periodo e ben consapevole di quanto difficile sia stato questo anno per moltissime persone e per tantissimi professionisti.

Quando parlo di positività, parlo della propensione, che io credo sia indispensabile, nel cercare di guardare il bicchiere mezzo pieno e di guardare avanti, perché con le polemiche, le recriminazioni, la ricerca spasmodica di un nemico non si va da nessuna parte. Ho scelto alcuni degli amici che ho sentito spesso in questi mesi, che lavorano per molte radio importanti in tutta Italia, perché le loro voci sono quelle che hanno raccontato le tante storie che io ho sintetizzato nel mio libro.

  • Pensiamo, per finire, al 2021. Come lo vedi sia per te che il nostro Paese?

Il 2021 sarà un anno molto difficile, non dobbiamo illuderci che la sola disponibilità del vaccino sia sufficiente per spazzare via all’improvviso le difficoltà che abbiamo vissuto nel corso del 2020. Questo non vuole essere un approccio pessimista, ma realista, con la convinzione che un momento complicato come questo si possa superare solo con la voglia di combattere, la capacità di cambiare, ma soprattutto l’agilità di capire in quale direzione stiamo andando, per adattare molto velocemente le nostre professionalità o il nostro business.

Per me sarà un anno intenso, ricco di tantissime sfide, che affronto con l’entusiasmo di sempre e un’energia rinnovata.

Come diceva qualcuno, the best is yet to come.

Auguri a tutti!

* FM-world --> per contatti e segnalazioni: [email protected]

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