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L’importanza dell’imaging design per una radio: dal Belgio, la testimonanza del giovane Milan Sweeck

L'importanza dell'imaging design per una radio: dal Belgio, la testimonanza del giovane Milan Sweeck

07 Agosto 2020

FM-world torna ad occuparsi del rapporto tra i giovani e la radio nel mondo. A raccontarcelo è Max Pandini che ha intervistato il giovane belga Milan Sweeck, 'imaging designer' e produttore per le radio.

FM-world torna ad occuparsi del rapporto tra i giovani e la radio nel mondo.

A raccontarcelo è Max Pandini che ha intervistato il giovane belga Milan Sweeck, 'imaging designer' e produttore per le radio.

Ci sono un paio di tesi tra le altre che spesso ricorrono. Innanzitutto l’importanza dell’imaging design per una radio. Purtroppo spesso in Italia riduciamo questo elemento al ‘quanti jingles’ e ‘quanto costano’, dimenticando invece come gli elementi non musicali siano parte del prodotto, aiutino la spiegazione, ne amplifichino l’impatto e la percezione, e siano parte dell’orchestra.

La dinamica deve diventare ricerca attenta di quali elementi, dei suoni giusti, di una produzione adatta al format e un posizionamento corretto. E anche il Budget su questo aspetto non dovrebbe badare a risparmi.

L’altra tesi, ormai ben nota, è la relazione tra radio e giovani: un amore che continua ed è dimostrato e sottolineato da decine di casi in Europa e in anche in Italia di giovani che vivono la radio a 360° e non solo come trampolino per magari avere visibilità e fare altro. C’è ancora molta gente giovane che ama la radio in tutti i suoi aspetti: la produzione, la gestione della musica, la tecnica.

Probabilmente se vogliamo pensare alla radio per le nuove generazioni dobbiamo intendere un rapporto evoluto al mezzo, libero dal nostro immaginario ereditato dagli anni 80 e, visto che la radio continua ad affascinare le nuove generazioni, questo diventa stimolo anche per le ‘vecchie’ per nuove idee e creatività. Bisogna lasciarsi travolgere dalla novità, non porre mai ‘fine’ all’imparare.

Nei viaggi ed incursioni europee ho incontrato e raccontato di 25enni proprietari di radio FM, 20enni che realizzano format e amano lavorare nel backstage, altri 20 anni che si armano di CAD e disegnano studi e li realizzano (sì, avete capite bene).

Oggi incontriamo MILAN SWEECK, 19 anni, dal Belgio: è un Imaging Designer e produttore per le radio.

Prima di fargli qualche domanda, facciamo parlare le sue produzioni, ascoltate qui cosa sa fare (da autodidatta ndr.):

https://soundcloud.com/milansweeck/mnm-powerintros-2020-2
https://soundcloud.com/milansweeck/mnm-powerintros-2020-1

  • Ciao, Milan, da dove viene la tua passione per la radio e la produzione?

Anche mio Papà è un malato di radio, quindi credo che la passione sia stata instillata. Ho iniziato a 12 anni facendo il Dj, da lì la mia passione per la musica e la produzione è stata un continuo crescendo. Non avevo mai fatto niente per la radio, ma ne avevo sempre avuto un certo interesse. Nel 2017 mi sono imbattuto in alcuni jingles di Radio 538, una delle più grandi radio olandesi, li ho sentiti su Soundcloud e sono rimasto colpito; da quel momento ho iniziato a creare Power Intro per delle radio locali, giusto per imparare e accrescere le capacità, mi ricordo che avevo fatto tutto con un software di editing video perché non avevo né gli strumenti né la conoscenza. Nel frattempo ho lavorato come volontario per altre stazioni, ma giusto per imparare, fare pratica. E ora, qualche anno dopo… Eccoci qui!

  • Perché hai scelto di lavorare dietro le quinte invece che stare davanti a un microfono?

Penso di essere una persona introversa e non un grande parlatore. Quindi il mio interesse per la radio è stato essere parte del dietro le quinte. Imaging, Sound Processing, Formati…

La maggior parte delle persone inizia sognando di diventare un presentatore e magari fare qualcosa nel backstage o la combinazione di entrambi. Il mio interesse è partito invece proprio dall’essere parte del dietro le quinte (in particolare l’imaging) ed è rimasto lì. Mi piace sentire i miei lavori in radio, specialmente quando sai di averci speso un sacco di lavoro e sforzi personali, e sapere che adesso il tuo prodotto è in onda davvero in radio, per della gente vera, degli ascoltatori reali (anche se penso che gli ascoltatori non notino nulla) è fantastico.

  • Quanto pensi sia importante la formazione per chi decide di lavorare in radio e nel tuo caso quale il tuo background?

La formazione è molto importante. Per esempio, devi avere un certo grado di preparazione, conoscenza e istruzione per creare uno show, per andare in onda, almeno la storia della radio, dei media in generale, come creare un format, ecc. Puoi avere una buona conoscenza anche senza essere adeguatamente istruito, ma la combinazione di formazione, pratica e passione è la chiave del successo secondo me.

Per l’imaging radiofonico non c’è un corso che puoi fare, puoi solo esercitarti, guardare dei tutorial e restare in contatto con altri producers, e così acquisisci le tue capacità. Attualmente io sto studiando “Media & Entertainment Business” perché ne sono interessato. Lì puoi imparare ogni cosa sui Media e l’Entertainment, inclusa la radio, in combinazione con la parte business, così da poter far partire un giorno la tua attività personale.

Il corso è molto concentrato sulla parte pratica dell’industria e mi piace davvero molto! Perché puoi imparare come funziona ogni cosa ed è utile se inizi a lavorare per un’azienda nel settore dei media.

  • Si dice che i giovani non amino più la radio. Secondo te è vero? Che ne pensi?

Forse dall’introduzione dei servizi di streaming come Spotify molti ragazzi non ascoltano più la radio, forse sono meno attratti dalla radio per la mancanza di libertà, visto che non c’è modo di scegliere la tua musica. Per catturare l’interesse di quel target servirebbe ‘tarare’ la musica per loro, creare dei format per quell’audience, mentre talvolta le radio si concentrano su formati più adulti; sarebbe importante anche far crescere il tuo brand nel suo insieme, perché anche quello è ‘Radio’; poi per esempio si potrebbe cercare la tua audience potenziale on line, dove si trova, e creare dei contenuti on line forti per catturarne l’interesse e promuovere il tuo brand; trovare nuove strade, nuove declinazioni, potrebbe aiutare a catturare l’attenzione di questo target e portarli verso l’ascolto radiofonico. La radio NON è morta. Serve solo trovare nuove forme per approcciarsi, visto che i media cambiano costantemente, e così anche la Radio.

  • Come ti vedi tra 10 anni nel tuo lavoro e cosa consiglieresti ai tuoi coetanei che volessero avvicinarsi al mondo della radio?

Tra 10 anni spero di continuare a lavorare come Imaging Producer per una radio di successo o una Media Company. Non solo per creare audio, ma anche per inventare nuove strategie, introdurre nuove forme di Imaging e cercare di implementare davvero il marchio dell’azienda con il suo imaging.

Per quanto riguarda i consigli, direi che se vuoi iniziare a fare radio il mio consiglio è di farlo subito! I media non sono mai stati così attivi come ora. Quindi inizia! Le due cose importanti sono allenarsi, provare e avere contatti.

Più ti alleni, migliore diventi, più cresci. Inoltre se conosci gente che lavora nell’industria dei media, sicuramente ti può dare molti consigli, o addirittura magari un lavoro. Stai connesso con loro tramite LinkedIn, seguili su Instagram o semplicemente prenditi un caffé con loro.

Max Pandini

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