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L’importanza (anche in tempi covid) del ‘drive time’

L'importanza (anche in tempi covid) del 'drive time'

10 Marzo 2021

La pubblicazione dei volumi RadioTER relativi al secondo semestre 2020 ha evidenziato che, anche nell'anno colpito dalla pandemia, l'apice dell'ascolto della radio si conferma quello del 'drive time' ed in particolare dalle 8.00 alle 9.00 del mattino. In questi sessanta minuti, secondo i dati del Giorno Medio, sono 12.896.000 gli italiani che seguono il 'mezzo'.

La pubblicazione dei volumi RadioTER relativi al secondo semestre 2020 ha evidenziato che, anche nell'anno colpito dalla pandemia, l'apice dell'ascolto della radio si conferma quello del 'drive time' ed in particolare dalle 8.00 alle 9.00 del mattino.

In questi sessanta minuti, secondo i dati del Giorno Medio, sono 12.896.000 gli italiani che seguono il 'mezzo'.

Al secondo posto, la fascia 10.00-11.00 con 12.512.000 persone sintonizzate.

Seguono gli 11.735.000 dell'ora 11.00-12.00 e gli 11.001.000 del momento del ritorno a casa per la maggior parte della gente (17.00-18.00).

Sopra i dieci milioni, altri due "blocchi" della mattina: quello compreso tra le 7.00 e le 8.00 (10.267.000) e quello tra le 9.00 e le 10.00 (10.248.000).

La radio si conferma dunque complementare alla televisione e raggiunge il minimo, come presumibile, a notte fonda (317.000 ascoltatori tra le 2.00 e le 3.00, 313.000 tra le 3.00 e le 4.00).

Rai Radio1 è leader degli ascolti dalle 6.00 alle 8.00 del mattino, per poi cedere lo scettro ai network privati nel resto della giornata.

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