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È questo il titolo dell'editoriale di Linus, pubblicato da La Stampa di domenica 8 agosto (pagina 21) e che ha già generato diversi commenti su forum, chat e social network.
Probabilmente legato alle vicende di forte attualità del TUSMAR (che però il direttore di Radio Deejay mai cita), parla dei sentimenti contrastanti che gli crea l'idea di un futuro ormai non troppo lontano senza FM.
In una serie di riflessioni che si legano al suo passato, Linus racconta dei tempi in cui si faceva la colletta per comprare un trasmettitore che permettesse di farsi sentire non solo nel proprio paese, ma anche in quelli circostanti.
Poi la graduale evoluzione fino alla situazione attuale, dove per coprire l'intero territorio italiano sono necessari centinaia e centinaia di impianti, con costi enormi.
"Abbiamo visto arrivare mille nuove tecnologie (per gli altri)" - dichiara - "e noi eravamo sempre quelli dell'FM".
Linus conclude con un generico "Vedremo. Anzi, sentiremo" in merito all'evoluzione tecnologica del mezzo. Con due PS.
Il primo dedicato ai figli, le cui iniziali sono F e M, giurando però di essersene accorto solo quando erano grandi.
Il secondo ricordando di suonare "FM" degli Steely Dan, nel momento in cui si staccherà la spina.
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