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Una delle 'anime' dell'iniziativa è Andrea Bianchessi, che ci ha spiegato origini e sviluppo dell'emittente.
* Ha compiuto in questi giorni due anni Freedom Street Radio: come nasce questo progetto? E da chi è composto?
Il progetto nasce da una associazione voluta e fondata da Giambattista Schiaffino in memoria del figlio Filippo mancato giovanissimo ed improvvisamente, da lì la voglia di coinvolgere giovani e meno giovani a delle attività che li appassionassero, quindi abbiamo tenuto i primi corsi per diventare regista radiofonico e la registrazione di alcuni podcast, poi ci siamo chiesti, e adesso? Li mandiamo in qualche radio o la apriamo noi? Così insieme a Giovanni Monteverdi, che ha anch'esso una lunga esperienza in ambito radiofonico e musicale, abbiamo deciso di aprirla.
* Del vostro caso, se ne è occupato anche la stampa. Quali sono le caratteristiche che rendono unico il vostro progetto?
Freedom Street Radio nasce da una mission ben precisa, che è la stessa della associazione, appassionare qualcuno a qualcosa, nel caso specifico la radio. Persone che non avevano mai fatto radio in vita loro, ma che si sono fatte coinvolgere, e soprattutto siamo diventati un mezzo di inclusione, abbiamo 2 programmi autogestiti da ragazzi disabili grazie alla preziosa collaborazione con un altra associazione che si occupa di loro, è un'esperienza che ti accresce umanamente.
* Una delle vostre mission è attirare i giovani: com'è cambiato oggi il rapporto dei ragazzi con la radio? E che cosa li attira, in un mondo sempre più social?
Coinvolgere i ragazzi è stata una scommessa ed io per primo ero scettico. Ed invece se riesci ad entrare nel loro mondo, se non hai pregiudizi nei loro confronti, se li coinvolgi senza fargli pesare le differenze generazionali, loro si lasciano andare dimostrando interesse, siamo noi adulti a doverli guidare, e senza frasi del tipo: ai miei tempi! Sanno implementare i social con la radio, ecco lì ad esempio abbiamo imparato da loro.
* Quando si parla di radio si parla anche di musica: che cosa proponete al vostro pubblico?
Non volevamo la programmazione con un unico genere musicale, sarebbe anche più facile, le radio mono tematiche si rivolgono ad un target preciso, e la scelta dei brani da mandare in onda è semplificata, nel nostro caso la programmazione musicale è speculare al nome, "Freedom" ovvero libera. Ogni conduttore decide in modo autonomo cosa mandare in onda, come avveniva nelle radio libere degli anni 70, certo con un minimo di criterio in base alle fasce orarie, durante il giorno siamo più pop, la sera ampia concessione a generi anche di nicchia.
* C'è differenza tra una radio FM/DAB e una radio web? O i contenuti sono gli stessi e cambia solo il device?
Nel nostro caso cambia solo i device, abbiamo investito molto nella struttura, siamo in vetrina (da qui il termine Street Radio) in una accogliente sede attigua alla associazione e ad un centro polifunzionale che include altre attività, gli studi sono allestiti con apparecchiature broadcast professionali paragonabili a quelle usate nelle importanti radio FM, abbiamo investito sul suono, sulle app e su tutte le forme di fruizione e comunicazione, siamo tra i primi ad avere una chat proprietaria implementata nelle app. Cerchiamo di proporre contenuti che non facciano rimpiangere la radio tradizionale, ormai diventata in molti casi solo una scatola che diffonde musica e chiacchere vuote.
* Questo weekend una grande festa per celebrare i due anni: ce ne puoi parlare?
Potevamo fare una cosa molto convenzionale, una serata in un locale con il classico dj set e l'animazione, invece abbiamo affittato una intera area all'aperto e una tensostruttura in caso di maltempo, ci saranno concerti e live show, un percorso espositivo con mercatini e altre associazioni, e poi ci sarà la ristorazione e ovviamente le nostre dirette. Una sorta di sagra della durata di 3 giorni, a cui abbiamo voluto dare il nome di Freedom Beer Fest per rendere l'idea.
* Quale futuro vedi per Freedom Street Radio? E per la radiofonia in Italia?
Guardiamo al presente, noi ce la stiamo mettendo tutta, nonostante le oggettive difficoltà, gestire e mantenere una struttura come la nostra non è semplice, soprattutto se vuoi mantenere uno standard qualitativo elevato, per il momento i numeri sono confortanti, ma abbiamo anche la consapevolezza che il web ha dei limiti, ci vorrà ancora qualche anno per abbatterli, cosi come l'evoluzione della radiofonia in Italia. Probabilmente si arriverà a sostituire l'FM con il Dab e il web, ma affinché ciò accada le tecnologie devono subire ulteriori sviluppi, il limite più grosso è in mobilità, lì si predilige ancora la radio FM, e si attende la possibilità di avere connessioni dirette verso le radio web direttamente dai sistemi audio integrati nelle auto. Oggi l'ascolto maggiore arriva dagli smart speaker, e un ruolo importante lo stanno avendo anche le smart TV, peraltro io non amo particolarmente la visual radio, ma devo ammettere che il pubblico ne è attratto. Il Dab sarà un passaggio obbligato per andare avanti. (N.F. per FM-world)
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