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25 Giugno 2025
In seguito alla guerra tra Iran e Israele (che peraltro si spera conclusa), l’amministrazione Trump ha deciso di rilanciare le attività di trasmissione dell’USAGM (United States Agency for Global Media) dirette verso l’Iran.
I giornalisti di Voice of America sono stati richiamati in servizio per riprendere le operazioni. Tuttavia, le difficoltà sono notevoli: i contratti con le agenzie di stampa sono stati interrotti, le connessioni satellitari sono state sospese e i tecnici hanno abbandonato le postazioni di trasmissione.
Ne ha parlato Andrea Borgnino nell'ambito di Interferenze, mercoledì 25 giugno su Rai Radio3: la registrazione è disponibile su RaiPlay Sound.
Internet censurato in Iran, unico modo di raggiungere la popolazione è dunque quello antico, le analogiche Onde Corte e Medie. Questa la notizia:
Il 20 giugno, Radio Farda, emittente gestita da Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL) e rivolta al pubblico iraniano, ha riattivato il suo servizio su onde corte. Radio Farda gode di un’autonomia rispetto all’USAGM e riceve finanziamenti anche da alcuni Paesi europei, il che le consente una maggiore flessibilità operativa.
Non potendo riattivare i trasmettitori dell’USAGM, l’agenzia si è rivolta a Encompass Digital Media Services, una multinazionale del settore mediatico che gestisce ex centri di trasmissione della BBC.
Encompass garantisce una copertura di 24 ore su 24 verso l’Iran, utilizzando diverse frequenze e orari, con trasmissioni originate da Woofferton (Regno Unito) e Dhabayya (Emirati Arabi Uniti).
Le frequenze e gli orari UTC registrati presso l’HFCC (High Frequency Coordination Conference) per Radio Farda sono i seguenti:
Ancora una volta, i vecchi trasmettitori della BBC World Service si rivelano fondamentali, come già accaduto per France Médias Monde, che ha affittato slot di trasmissione dalla stazione di Limassol, a Cipro, per coprire Gaza, dopo la dismissione del proprio trasmettitore a Capo Bon.
L'Italia, che unica tra i grandi Paesi non ha neppure un canale televisivo internazionale satellitare (come invece hanno la Francia, gli Usa, la Germania, la Turchia, il Quatar, Israele, la lista è davvero lunga) ha smantellato tutte le infrastrutture analogiche quindi - come ovvio - non può contribuire a questo sforzo informativo.
Ma potrebbe farlo il Vaticano, anche in considerazione della grande importanza data dal nuovo pontefice alle emissioni in onde medie e corte (ricordiamo che il precedente papa aveva semmai sminuito la gloriosa Radio Vaticana che oggi non ha neppure diritto a un sito web autonomo).
M.H.B. per FM-world