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Per scoprirlo, Geopop è entrata negli studi di Radio Deejay, accompagnata da Linus - direttore artistico e voce simbolo dell’emittente - e Matteo Curti, station manager. Il risultato è un racconto appassionante e ricco di curiosità, che rivela i meccanismi nascosti della macchina radiofonica.
La visita parte dal simbolo per eccellenza della radio: l’antenna. Curti spiega come il segnale parta dagli studi, passi per i ponti radio e venga diffuso tramite satellite, “illuminando” tutta Italia. Ma prima di arrivare agli ascoltatori, c’è un complesso sistema di trasmissione, fatto di teleporti, sala macchine e backup intelligenti pronti a intervenire in caso di problemi. Un’architettura tanto affascinante quanto invisibile per chi ascolta da casa o in auto.
Uno degli aneddoti più curiosi riguarda la voce iconica del jingle “Radio Deejay”, che appartiene a Mel B, ex Spice Girl. La cantante, in visita promozionale nel 1996, registrò per gioco alcune prove. Quelle "D" incerte e spontanee furono poi rielaborate in montaggio e divennero il sound distintivo della radio. Un colpo di fortuna? Forse. Ma anche un segno del gusto e della sensibilità che caratterizzano la produzione di Deejay.
Si parla poi di che cosa "regge" un'azienda così importante: come guadagna una radio? “Quasi esclusivamente dalla pubblicità”, chiarisce Linus. La gestione degli spazi pubblicitari è però calibrata con cura: massimo 12 minuti all’ora per legge, ma Deejay opta per due sole interruzioni, più lunghe ma meglio integrate, per garantire continuità al flusso di contenuti.
A differenza delle radio musicali tradizionali, Deejay si definisce “radio di contenuti”, dove sono le voci, le personalità e i racconti dei conduttori a fare la differenza. La musica, pur restando fondamentale, viene spesso in secondo piano rispetto alla capacità di coinvolgere, informare e intrattenere.
Entrando nel cuore pulsante di Radio Deejay, si rimane colpiti dagli studi: ambienti grandi, tecnologicamente avanzati, trattati acusticamente per garantire la massima qualità sonora. Dalle pareti inclinate in vetro ai pannelli assorbenti, ogni dettaglio serve a “domare” le onde sonore. Il microfono analogico, sospeso su una struttura elastica, è il vero protagonista: sensibile, preciso, pronto a catturare ogni sfumatura della voce.
Anche la regia ha il suo fascino, con mixer, instant replay, computer multicanale e strumenti che permettono allo speaker di gestire in autonomia jingle, basi e interazioni in diretta. “È come un’orchestra dove ogni gesto deve essere perfettamente sincronizzato”, racconta Curti.
A costruire il palinsesto è proprio Linus, con un occhio attento ai gusti del pubblico e alla coerenza editoriale. La selezione musicale è affidata a un team guidato da Francesco Quarna, che spiega come vengano monitorati Spotify, TikTok, EarOne e naturalmente il feedback degli ascoltatori. “Sappiamo quando è il momento giusto per lanciare un brano o per lasciarlo andare”, dice.
La radio, quindi, si adatta. “Siamo sopravvissuti alla TV, ai social e allo streaming”, riflette Linus. “Forse perché la radio è semplice, diretta, immediata. Se ci fossimo fermati agli anni ’80, oggi saremmo estinti.”
Con l’arrivo del digitale e delle app, Radio Deejay è ora accessibile ovunque, in diretta o on demand, in tutto il mondo. Ma non ha mai perso il suo spirito originario: una voce amica, un flusso continuo di energia, musica e parole. E forse, proprio in questo equilibrio tra innovazione e tradizione, risiede la sua forza.
L'intervista integrale è disponibile su geopop.it.
* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]