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Nato a Roma il 20 ottobre 1941, Santalmassi ha attraversato più di mezzo secolo di storia italiana raccontandola con rigore, passione e un piglio spesso fuori dagli schemi.
Entrato in Rai nel 1961, fu uno dei pionieri della conduzione televisiva "all’americana", ruolo che gli fu affidato dopo la nomina a caposervizio. Rimasto nella memoria collettiva è il suo volto serio e composto, la mattina del 16 marzo 1978, quando alle ore 10.01.30 diede per primo, in un’edizione straordinaria del TG2, la notizia del rapimento di Aldo Moro e della strage della sua scorta per mano delle Brigate Rosse. Un evento che Santalmassi seguì giorno per giorno fino al tragico ritrovamento del corpo dello statista, il 9 maggio successivo.
La sua voce ha raccontato al Paese anche altri momenti cruciali: l’attentato a papa Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 e la drammatica vicenda del piccolo Alfredino Rampi, nella tragedia di Vermicino, nel giugno dello stesso anno.
Appassionato di cultura americana, tra il 1992 e il 1993 curò il ciclo Nonsolofilm - Voglio scoprir l’America, una rassegna con dibattito in studio dedicata agli Stati Uniti, in occasione del cinquecentenario della scoperta del Nuovo Mondo.
Nel 1994 fu nominato vicedirettore dei Giornali Radio Rai, per poi diventare direttore di Radio Rai nel 1998, dove diede vita al programma Zapping, destinato a segnare una nuova modalità di racconto dell’attualità.
Nel 1999 approdò a Radio 24, l’emittente del Gruppo 24 Ore, dove si impose come una delle voci più riconoscibili con i talk show Viva Voce e Hellzapoppin’. Memorabile il suo impegno nella controversa vicenda dell’italoamericano Derek Rocco Barnabei, condannato a morte negli Stati Uniti: Santalmassi fu tra i pochi giornalisti italiani a seguirla con attenzione e spirito critico.
Nel 2002 si rese protagonista, in diretta, di un acceso confronto con l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, durante il quale vennero rivolte dure critiche ad Antonio D’Amato, all’epoca presidente di Confindustria. L’episodio gli costò, nel 2003, l’allontanamento da Radio 24.
Rientrò però due anni dopo, nel 2005, come direttore responsabile dell’emittente, rinnovando la linea editoriale e introducendo rubriche innovative, tra cui Lettere al direttore. Riportò in palinsesto Viva Voce, poi affidata ad Alessandro Milan e curò anche Una poltrona per due. Nel 2006 un celebre scontro in diretta con Giulio Tremonti gli costò la conduzione del programma. Nel 2008 fu infine sostituito alla guida della radio da Gianfranco Fabi.
Con la scomparsa di Giancarlo Santalmassi se ne va una delle figure più autorevoli del giornalismo italiano del secondo Novecento, capace di coniugare competenza, coraggio e una visione sempre personale del mestiere dell’informazione.
* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]