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La domanda si ripropone nuovamente, dopo l'ennesima critica che arriva da un importante protagonista dello scenario italiano.
Lui è Francesco De Gregori, di cui ogni presentazione risulta essere superflua, dato che i suoi brani sono noti a tutti.
Il celebre cantautore si è cimentato in un concerto alle Terme di Caracalla, dove ha proposto i tanti brani che hanno caratterizzato la sua lunga carriera, accompagnati (e riarrangiati) dalla Gaga Symphony Orchestra, dallo Gnu Quartet e dalla sua band abituale.
L'evento ha fortemente emozionato i presenti che hanno potuto cantare, in una chiave inedita, da "Alice" a "Buonanotte Fiorellino" a "Rimmel" a molti altri successi dell'artista.
Fino a "Pezzi di vetro", altro pezzo che gli amanti di De Gregori conoscono bene, ma che il cantautore ha dichiarato sul palco di non essere "mai stata una hit, perchè le radio trasmettono solo musica di m...".
Vero o non vero che sia, lo sfogo di De Gregori non è il primo che muove critiche alle playlist, giunte quasi sempre da artisti che hanno goduto dei favori della radiofonia fino ad un certo momento della propria carriera, per poi ripudiarne i benefici una volta usciti dal "giro" (anche se lo stesso artista romano passa ancora spesso con i suoi classici su diverse realtà).
Indubbiamente però oggi, più di una volta, le emittenti italiane stanno sempre più differenziando la propria programmazione, facendo sì che l'utente possa riconoscere una playlist di hit contemporanee da una di "classici", o da una rock ad una dance.
Per non parlare, poi, delle seconde reti tematiche, orientate verso "rotazioni" verticali e poco propense a sforare dai loro confini.
Poi, esiste il pubblico, non più utente passivo, ma sempre più "padrone" dei contenuti di un'emittente che può scegliere o "skippare", ma soprattutto con cui può interagire, mostrando il proprio stato di gradimento.
L'offerta radiofonica, oggi, è sempre più ricca grazie alla piattaforme digitali. E siamo certi che, pur non essendo accaduto forse in passato, anche "Pezzi di vetro" potrà trovare spazio tra i classici di qualche playlist, orientata alla musica di qualità.