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22 Aprile 2025
Lo afferma Mikko Sams, professore presso la Helsinki University of Technology, in un articolo ripreso in questi giorni dal sito di Radio Monte Carlo.
Secondo Sams, i musicisti, ad esempio, sono più attenti nel riconoscere le sfumature emotive nella voce altrui e apprendono con maggiore facilità le lingue straniere. Questo accade perché il cervello è allenato ad ascoltare con attenzione, a cogliere i dettagli sonori, e ad attribuire loro un significato.
La radio richiede più attenzione della televisione
Ascoltare la radio, rispetto alla televisione, sollecita una maggiore concentrazione. "La radio obbliga l’ascoltatore a prestare più attenzione, e maggiore è l’attenzione richiesta, maggiore sarà anche l’apprendimento", spiega Sams. L’assenza di immagini impone infatti al cervello uno sforzo supplementare per comprendere e immaginare ciò che viene detto.
Ascoltare modella il modo in cui percepiamo il mondo
Sams ha condotto studi anche sul modo in cui il cervello dei finlandesi è allenato a riconoscere suoni tipici del finlandese, suoni che spesso risultano impercettibili agli stranieri. L’ambiente e la lingua madre influenzano profondamente il nostro modo di ascoltare e interpretare i suoni.
Un esempio curioso è la parola finlandese "hääyöaie", che unisce hääyö ("notte di nozze") e aie ("intenzione"). Questa parola è composta da una combinazione di suoni che solo un madrelingua riesce a percepire e ripetere correttamente.
"Queste scoperte sono sorprendenti, perché tendiamo a credere che tutti ascoltiamo il mondo allo stesso modo", conclude Sams. Tuttavia, la realtà è ben più complessa: ciò che sentiamo dipende anche da ciò a cui siamo abituati a prestare attenzione.
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