Best of Talkmedia 2024, tutto quanto ha acceso il dibattito sui nostri social

Si chiude il 2024, anno che ha visto la più importante community radiofonica d’Italia, quella di FM-world/Talkmedia, attiva e spumeggiante come sempre. Ricordiamo oggi insieme alcuni dei “post” che hanno avuto più riscontro nel corso degli ultimi sei mesi del 2024.

Dicembre

The Flying Dutchman appende la cuffia al chiodo

Non possiamo non aprire con l’ultima trasmissione di una delle primissime voci del panorama radiofonico non statale italiano. Si tratta ovviamente dell’Olandese Volante, che avevamo potuto sentire per la prima volta sulle onde corte di RMC. Fu Noel Coutisson stesso – pare – a suggerirgli l’appellativo di “Olandese Volante” per il suo programma Federico Show. Il resto lo sappiamo: RAI, 105 (dove molti anni fa trasmise il primo “non vinile” – un brano da CD – dell’emittente), poi RTL 102.5, R101 e infine (?) Radio Norba.

Onde Medie

Inaspettato numero di like e commenti per un articolo che presentava un elenco (vagamente ottimista) delle stazioni private in Onde Medie operanti in Italia. Alcune di esse non ci paiono operative, altre hanno contenuti di valore, spesso differenti dai soliti format che affliggono le Very High Frequencies (insomma, l’FM) e una – attiva da anni – trasmette addirittura in AM Stereo.

Incurante del fatto che i ricevitori C-Quam in Italia non si siano mai trovati.

Novembre

DOLBY System

A novembre, buon riscontro per un singolare post che ci ha ricordato i bei tempi in cui gli esperti di radio – lungi dal citare studi di psicoacustica per giustificare i magri 32 Kbit/sec del DAB – inseguivano a tutti i costi la qualità del suono.

Ci scusiamo con i lettori: non “i 32 Kbit/sec”, termine orribilmente obsoleto, i “36 CU’ (ci torneremo).

Il post di Salvatore forse era ironico (o almeno così pare dagli emoticon gialli) ma l’idea di usare la codifica e decodifica simmetrica DOLBY B anche per la radio (oltre che per le musicassette) era affascinante e – nonostante le difficoltà nelle connessioni casalinghe – quasi efficace.

A Milano ricordiamo che usava questo sistema la GBR International di Roberto Tondolo.

Ottobre

NEWS… sul traffico

Non tantissimi commenti, ma senza dubbio la notizia di Ottobre è stato il cambio di nome (e di formato) di RTL 102.5 News che è tornata a essere una radio dedicata alle notizie sulla circolazione. In questa versione, se non andiamo errati, non è più presente il co-branding con Autostrade per l’Italia.

Come Caroline

Sempre a ottobre interessante discussione sulla “radio vera”. Un lettore ha ricordato i tempi in cui in Radio si potevano ascoltare – oltre i soliti “grandi successi” – anche brani meno famosi tratti appunto dagli Album. Un formato tutt’ora utilizzato dalla prima radio pirata/privata d’Europa, l’inglese Radio Caroline, oggi attiva in IP, DAB e sugli storici 648 KHz (ex BBC World Service) dal Regno Unito.

Settembre

Cento anni

A settembre FM-world e Talkmedia hanno iniziato a proporre una serie di articoli, post e interviste dedicate ai 100 anni dalla prima trasmissione radiofonica italiana. Con l’occasione, il fondatore e direttore di FM-world ha voluto regalarci la fotografia di una ormai dimenticata radio a transistor: un bellissimo ricevitore senza FM, ma con le magiche Onde Corte. Quelle che aprirono gli occhi a tanti adolescenti sulle vicende del mondo globale, che non si fermava – e non si ferma – ai palazzi romani.

Claudio

Il 23 settembre il fondatore di Radio Deejay è stato ospite di FM-world/22HBG.

Non c’è molto da aggiungere, a parte la nostra speranza – forse illusoria – che Radio Cecchetto possa farci rivivere le emozioni dei novantanovemilasettecento megahertz. Ma i tempi sono diversi e – a dirla tutta – molti di noi ascoltatori non hanno più l’età del liceo, quella delle prime emozioni musicali.

Birikina

Il format di Radio Birikina fa molto discutere. In questo e in altri posti, sempre molto commentati.

Magari – chissà – proprio perché lontano dalla logica degli inflessibili clock e più prossimo a quello delle prime radio private. Che poi, a ben guardare, non era per nulla un “format”.

Gennaio-Dicembre

Tozzo, ti prego

Non potevamo non chiudere con uno dei frequentatori più affascinanti del gruppo TalkMedia. Manuel, sempre pronto a fornire a tutti gli editori preziosi consigli su scambi di frequenze, ottimizzazioni di impianti e cessioni di postazioni.

Forse nel 2025 gli verrà infine offerta la posizione di presidente ad honorem di AGCOM: potremo così godere di una FM piena di Dance e priva di interferenze, prima che il digitale e la IA la rendano muta per sempre.

Buon 2025!

(M.H.B. per FM-world)

Mayotte, il disastro causato dal ciclone Chido mostra i limiti di una strategia che elimina le emissioni AM a favore dell’IP

Per anni in molti hanno denunciato come grave errore lo smantellamento delle reti AM – facilmente fruibili in caso di disastro naturale – sentendosi dire che ormai anche nei paesi meno sviluppati tutti usano il cellulare. Ma il disastro di Mayotte mostra che forse avevano ragione.

In Italia non se ne parla, ma da giorni questa è la notizia principale oltralpe: l‘isola francese di Mayotte è in ginocchio dopo che sabato 14 dicembre un ciclone tropicale ne ha distrutto gran parte delle infrastrutture, compresi gli ospedali. A oggi, quattro giorni dopo il disastro, nessuno sa dire quante vittime ci siano state: ufficialmente 22, ma probabilmente molte migliaia. Non si sa, anche perché nessuna infrastruttura di telecomunicazione è funzionante.

Mayotte?

Ma dove si trova questa isola, che fa parte al 100% del territorio francese?

Mayotte è un’isola francese situata nell’Oceano Indiano, appartenente all’arcipelago delle Comore. È la più grande delle isole Comore e si trova a circa 250 km a est della costa africana; superficie 374 km, circa 300.000 abitanti. E… sì, è Francia a tutti gli effetti. Non una ex-colonia, non un protettorato: proprio Francia, tanto da essere a tutti gli effetti territorio dell’Unione Europea, pur locata tra Madagascar e Mozambico.

Nessuna ridondanza, niente AM

Chi fosse interessato può leggere sui media internazionali gli ultimi aggiornamenti, noi vogliamo qui parlare di telecomunicazioni.

Ad oggi nulla funziona sull’isola: la rete radiofonica FM è muta e – e questo è davvero singolare – non è attiva alcuna rete cellulare.

Motivo? In base ai moderni criteri di ottimizzazione, tutti gli operatori mobili (quattro in Francia) utilizzano le stesse “torri”, le postazioni di trasmissione. Nessuna ridondanza: abbattuta la principale dalla furia dei venti tutto tace.

E la rete tradizionale in modulazione di ampiezza (che qui era in onde corte) è stata “ovviamente” smantellata negli scorsi decenni.

La popolazione non ha notizie, ad esempio è impossibile informare su dove sia disponibile acqua potabile (la rete idrica è interrotta, ma esistono alcuni punti di distribuzione improvvisati).

Una tipica informazione che potrebbe essere data in Onde Medie e ascoltata anche in assenza di energia elettrica, grazie alle radio che si caricano a manovella, come la Eton in copertina.

Da AM a FM

Eppure l’isola aveva una sua struttura radiofonica analogica: creata nel 1978 grazie a trasmettitori portati direttamente da Parigi, utilizzava le Onde Corte, ideali (tramite “onda di terra”) per coprire il piccolo territorio dell’isola, ma anche (tramite le onde riflesse dalla ionosfera) per raggiungere La Reunion, altro territorio francese a 1.400 Km di distanza.

Nel 1999, questa emissione (di nome “O.R.T.F. Radio Comores”, oggi “Mayotte 1re”) viene di fatto abbandonata a favore di una piccola rete statale composta da quattro trasmettitori FM e dalle più recenti radio private. Qui di seguito l’unico elenco che ci siamo riusciti a procurare:

Tutto tace

Non una di queste stazioni è oggi attiva. Così come le reti cellulari e di conseguenza WhatsApp, Telegram e i vari “social”.

Eppure, se non da Mayotte, da La Reunion sarebbe facile trasmettere verso l’isola. Dando magari agli abitanti la possibilità – se non di ricostruirsi una casa – di trovare almeno da bere. (M.H.B. per FM-world)

 

Podcast batte Radio e TV alle elezioni presidenziali: i numeri e alcune considerazioni dagli USA

Dopo i sorprendenti risultati delle elezioni presidenziali USA – che hanno visto Trump vincere di larga misura, quando i sondaggisti davano un lieve vantaggio per Harris – si sono moltiplicate le analisi delle strategie di comunicazione dei due candidati. Tante le considerazioni ma una sopra tutte: i podcast sono stati la chiave di volta – e sono destinati a continuare a esserlo.

In altre parole: TV e Radio “lineari” stanno  perdendo la loro importanza e risulta perdente anche la strategia di caricare i contenuti dei media tradizionali sulle piattaforme di podcasting, magari chiamandoli “catch up” radio. Vale dunque la pena riassumere quanto accaduto e fare qualche considerazione.

I numeri

Cominciamo dai numeri dei canali “lineari”.

Il classico dibattito elettorale in TV, quello dove i candidati hanno i minuti contati e i giornalisti pongono domande standardizzate, ha visto quest’anno circa 51,3 milioni di telespettatori. Un calo del 30% rispetto allo stesso identico dibattito del 2020, che era stato seguito da 73,1 milioni di telespettatori. Per quanto riguarda la radio, analogo dibattito ha avuto luogo su NPR, la rete pubblica statunitense, ma non sono noti i risultati di ascolto. NPR ha inoltre ritrasmesso (simulcast) il dibattito TV dell’11 settembre.

Un dato interessante si può ricavare dal numero di “views” sul canale YouTube della rete host, ABC: pur trattandosi di uno dei tre storici network analogici USA, il numero di visioni è stato di soli 15.434.297 telespettatori.

Podcast contro TV, 3-1

In pratica neppure un terzo di quanti hanno seguito il podcast-dialogo tra Trump e Rogan sul solo canale YouTube del podcaster Rogan: 52 milioni, di cui 22 circa durante le prime 24 ore. 

A questi vanno ovviamente aggiunti gli ascoltatori su Spotify, il cui numero non è stato reso pubblico. Ma considerando che il numero di followers su YouTube e Spotify è sostanzialmente identico possiamo ipotizzare si debbano aggiungere altre decine di milioni di ascolti.

Harris

L’esperienza dell’altro candidato, Harris, potrebbe smentire tanto entusiasmo: la sua partecipazione al secondo podcast più popolare di Spotify, “Call Her Daddy” ha portato meno di un milione di ascolti (questione su cui torniamo tra poco)

Fiducia

Non è solo l’asettico computo delle views che va considerato: c’è anche una questione di fiducia nel mezzo e quelli tradizionali stanno andando decisamente male.

Ad esempio, parlando di carta stampata (e/o dei siti della ex carta stampata)  il fondatore di Amazon e proprietario di The Washington Post, Jeff Bezos, ha recentemente spiegato come per la prima volta nella storia della rilevazione la fiducia degli americani rispetto a quanto scrive un quotidiano ha raggiunto il minimo di sempre, superando in negativo perfino il congresso.

100 Milioni di ascoltatori

Risultato: cresce la fiducia nei podcaster (podcaster, non necessariamente podcast).

Tanto da portare il 47% dei cittadini USA ad ascoltare almeno un podcast al mese, un numero che tocca il 59% se si considerano i minori di 34 anni (dati di Edison Research). In generale, secondo Edison, i podcast vantano ormai negli USA un’audience pari a 100 milioni di ascoltatori.

Linguaggio differente

Chiudiamo con una considerazione che abbiamo sentito fare a numerosi analisti e che spiega probabilmente il deludente risultato di Harris. Gli anchor, i conduttori dei podcast di successo adottano un linguaggio, un tipo di conduzione, molto lontano da quelli tradizionali radio televisivi.

Niente interviste: si tratta invece di conversazioni – ci verrebbe da dire – nel caso di Rogan tra pari. Conversazioni che possono prendere le strade più inattese e che spesso durano oltre le 3 ore (con punte di 4).

Un’impostazione che permette al pubblico di capire  la vera personalità di chi viene intervistato. Nessuna frase fatta, nessuno script, nessun messaggio preconfezionato può resistere a un dialogo di tre ore.

Tutto il contrario di quanto si era abituati ad ascoltare nei dibattiti TV, quelli con “pari minuti di parola” ai vari candidati e domande spesso poco o per nulla graffianti da parte dei blasonati giornalisti che li conducono. (M.H.B. per FM-world)

Deejay Ten: annunciate le date del 2025

La Deejay Ten, la corsa non agonistica ideata da Linus, annuncia gli appuntamenti del 2025 ed è pronta per dare il via a una nuova coinvolgente edizione.

La manifestazione podistica itinerante, che da vent’anni continua a coinvolgere centinaia di migliaia di persone in giro per l’Italia – solo nel 2024 sono stati 70 mila i partecipanti – toccherà nel 2025 quattro città: si parte da Torino il 23 marzo per poi arrivare a Bari il 27 aprile, proseguire a Treviso il 18 maggio e approdare a Milano per il gran finale il 12 ottobre.

La Deejay Ten è un grande momento di condivisione per vivere le bellezze della città libera dal traffico quotidiano e trascorrere una domenica all’insegna dello sport e del divertimento in compagnia di Radio Deejay e gli speaker più amati dell’emittente. L’evento, a cui possono partecipare persone di tutte le età e capacità atletica, prevede due percorsi differenti da 10 e 5 km, il primo rivolto ai superiori di 16 anni e il secondo accessibile a chiunque.

Le iscrizioni per le quattro tappe sono aperte da oggi, mercoledì 4 dicembre, sul sito di Radio Deejay al link https://deejayten.deejay.it/.

Ogni iscritto riceverà una sacca con t-shirt ufficiale, pettorale, rilevamento cronometrico con chip, assicurazione RC, medaglia di partecipazione, sacca ristoro al traguardo.

(Comunicato stampa)

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

Il crowdfunding nel mondo dei media: FM-world ne parla con Radio Nerazzurra

Riparte Radio Nerazzurra: questa volta con un progetto multicanale e con l’innovativo supporto di una campagna di crowdfunding. FM-world ha intervistato lo Station Manager Mauro Corno e il Direttore dei Programmi Lapo De Carlo.

Lo scorso 11 novembre, FM-world ha pubblicato un comunicato stampa in cui si annunciava la rinascita di una stazione “sportiva” (dedicata al calcio) che anche nella vita precedente si era distinta per la qualità della programmazione e per l’impostazione giornalistica: Radio Nerazzurra.

Il comunicato parlava anche di un supporto economico tramite crowdfunding, un’idea che abbiamo spesso visto applicata a nuove possibili “appliances” (come nel caso di Ciarra) o alla rinascita di brand storici (come nel caso Ferrania): ma – salvo errori – mai nel settore radiofonico.

Subito è nata l’idea di ricontattare Lapo de Carlo, già sentito ai tempi di Radio Milan Inter e più recentemente per parlare di Giornale Radio, per farci raccontare di più. Questa l’intervista con Lapo e con lo Station Manager Mauro Corno: l’intervista ha avuto luogo il 13 novembre 2024.

L’intervista

FM-world (M.H.B.): Innanzitutto una brevissima presentazione di entrambi: chi siete e quale ruolo avete nell’emittente.

Mauro Corno: Il mio ruolo in Radio Nerazzurra è lo Station Manager, mi occupo quindi della gestione di tutte le attività dell’Emittente in accordo con il Direttore Lapo De Carlo e del nostro Ceo Massimo Pietro Colombo.

La mia esperienza radiofonica inizia nei primi anni 90 ho avuto la fortuna di lavora al fianco dei protagonisti dei principali Network Radiofonici Italiani sia dal punto di vista artistico che manageriale. Dopo tanti anni e tanti tentativi ho finalmente raggiunto l’obbiettivo di lavorare per prodotto editoriale totalmente dedicato alla mia squadra del cuore.

Lapo De Carlo: Io, dopo diverse esperienze nelle radio musicali, sono passato a un’attività più giornalistica e prendendo una strada legata alle radio tematiche, come quelle dedicate al calcio (Radio Milan Inter, di cui sono stato direttore per 13 anni). Tante collaborazioni con diverse emittenti ed ora Radio Nerazzurra che rappresenta un punto d’incontro tra la passione e la professione.

Nerazzurra 2.0

FM-world: Da quanto Lapo ha affermato martedì mattina in onda la radio era, come dire, spenta e siete ripartiti dopo una pausa. E in effetti il vostro comunicato afferma che “l’emittente ha impiegato questi mesi per ripensarsi e rinnovarsi”…

L.D.C.: Sì, abbiamo impiegato del tempo per ridefinire il progetto, seguendo un percorso che non fosse più esclusivamente radiofonico.

Il tema era quello di abbinare la radio a dei servizi e ad un’entità in grado di accomunare i tifosi dell’Inter, i quali risiedono in tutto il mondo.

Da qui l’idea di creare Nerazzurra Media, mantenendo Radio Nerazzurra come elemento rappresentativo e confermando lo spirito che l’aveva caratterizzata, abbinando un maggior numero di strumenti a disposizione degli ascoltatori dall’app e dal sito.


Cinque milioni di tifosi

FM-world: Esistono alcune radio “sportive” a 360 gradi e altre, come la vostra, per così dire monomarca. A intuito sembrerebbe che il pubblico potenziale sia per le seconde più limitato rendendo più difficile sostenere economicamente l’iniziativa. O sbagliamo?

Mauro Corno: La nostra “fortuna” è che il popolo Nerazzurro è costituito da più di 5 milioni di tifosi in Italia, oltre ad avere un bacino di Interisti Italiani all’estero ancora più corposo, che possono ovviamente fruire di Radio Nerazzurra attraverso la nostra piattaforma digitale.

I numeri dicono che ci sono assolutamente i presupposti per avere una “raccolta adv” importante che permetta non solo la sostenibilità, ma anche la potenzialità di poter far crescere il progetto in termini sia editoriali che di diffusione digitale.

FM-world: Nel comunicato stampa parlate di “più di 9.000 registrati e 200.000 follower”. Spiegate i vantaggi che ha chi si registra e quali i vostri obiettivi.

L.D.C: Lo scopo è quello di gestire e allargare la community, alla quale diamo informazioni, news aggiornate su Radio Nerazzurra e il mondo Inter. Raggiungiamo i nostri ascoltatori non solo con le dirette o l’on demand, ma anche con newsletter e messaggi WhatsApp personalizzati.

Triboo

FM-world: Quanto pesa Triboo nell’attuale assetto proprietario e quali le sinergie?

L.D.C.: Triboo è socia con una quota dell’8% di Nerazzurra Media Srl (società che adesso detiene la proprietà di Radio Nerazzurra) ed è partner logistico del progetto infatti gli Studi della Radio e della redazione di Radio Nerazzurra sono all’interno del building di Triboo spa.

FM-world: L’idea del crowdfunding è forse una novità per le emittenti italiane. Una novità molto ambiziosa aggiungerei. Potete spiegarla nei dettagli.

L.D.C.: È un’idea che è arrivata nel corso di questi mesi. Dovevamo comprendere i termini e il tipo di opportunità che si prospettava. L’abbiamo intrapresa per raccogliere fondi, consolidare la nostra posizione, aumentando la visibilità tramite campagne di marketing e potenziando la struttura commerciale.

Unitamente a questo l’obiettivo è ampliare il palinsesto, senza escludere la possibilità di trasmettere anche su frequenze FM e DAB locali. O di sbarcare nel crescente mondo delle TV connesse.

DAB+ in un prossimo futuro?

FM-world: Infine, la vecchia Radio Milan Inter era anche in FM, pur se non su una frequenza particolarmente performante. Oggi molti scelgono una presenza DAB+. Credete nel DAB o come molti pensate che i soldi per uno slot in un mux siano meglio spesi in promozione marketing/social? In ogni caso, prevedete sviluppi, magari anche in HBBTV o altre piattaforme audio/video?

M.C.: Ad oggi il DAB+ rappresenta una realtà sempre più consolidata, le persone stanno imparando ad apprezzare e di conseguenza ad utilizzarlo nell’ascolto in auto, essendo Radio Nerazzurra “Nativa Digitale” siamo molto interessati al potenziale del DAB+ anche se in questo momento non è una nostra priorità immediata, ma rappresenta un target point da valutare con attenzione nei prossimi anni.

Intanto a breve lanceremo l’integrazione delle nostre app con i sistemi di infotainment delle autovetture attraverso Android Auto e Apple Car Play.

FM-world: Chi sono i partner tecnici del progetto Radio Nerazzurra?

M.C.: Abbiamo voluto immediatamente dare un segnale di innovazione e di digitalizzazione del progetto e per fare questo abbiamo scelto Radiosa Spa di Mauro Panarelli per lo sviluppo e la gestione della nostra piattaforma digitale in tutte le sue funzionalità, BV Media Srl di Roberto Bellotti, leader nel settore radiofonico italiano per hardware e software relativamente alla messa in onda con l’utilizzo di PlayOut One come player e Music Master per la schedulazione, mentre il nostro partner per lo Streaming Audio e Video è InAria Media Group di Alberto Carpené.

La parte di monetizzazione pubblicitaria in programmatic l’abbiamo invece affidata a Dorvan di Marco Valenti e Alberto Gugliada. (M.H.B. per FM-world)

Vatican Radio, a reference point for international broadcasting. History, facilities and broadcasts (exclusive interview)

Designed personally by Marconi, Radio Vaticana has been a key player in international broadcasting since the early 20th century, particularly in terms of technology. FM-world discussed this with Costantino Pacifici, who was Technical Director of the station for many years.

Laudetur Jesus Christus

As the centennial of the radio approaches, the director of this publication asked us to do a quick overview of amplitude modulation stations. We had the opportunity to interview Centrale Milano, AM Italia, and OMItaliane.

But we immediately had the idea to talk about the most prestigious of all European radio stations: the station of Radio Vaticana.

With the help of RAI, we managed to secure a direct contact that led to this exclusive interview, focusing on the peak “broadcast” years of Vatican Radio: when broadcasts from the Holy See were joined by those from Santa Maria di Galeria, and when stereo transmissions began on 96.3 MHz. Here’s the report of the interview with Dr. Costantino Pacifici, which took place in mid-October 2024.

The Interview

FM-world (M.H.B.): To start, can you tell us a bit about yourself and your work at Radio Vaticana?
Costantino Pacifici: My name is Costantino Pacifici, and I worked at the Technical Directorate of the Radio from 1975 to 2016, eventually becoming deputy director. Specifically, I managed the activities of the Santa Maria di Galeria center and the “historic” Marconi transmitting station in the Vatican.

Marconi Transmitting Station

FM-world: Let’s skip the early days, since it’s well-known that Marconi himself designed your station. I’d like to start later, around the war (mid-1940s). Santa Maria di Galeria wasn’t built yet. What type of service were you able to provide, and from which locations?

C.P.:  From 1931, the year Radio Vaticana was founded, until the Radio Center at Santa Maria di Galeria became operational, all transmission activities were conducted from the Marconi transmitting station located at the top of the Vatican Gardens. The equipment included the original Marconi transmitter with 10/15 kW power, a Telefunken transmitter with 25 kW power, a medium-wave transmitter of about 2 kW, and three shortwave transmitters for radiotelegraphic services.

The antenna array consisted of dipole antennas and an omnidirectional one, with variable length depending on the frequency.

The Great War

During the entire period of World War II, the station was heavily involved in providing information on the activities of Pope Pio XII for Catholic listeners, as well as transmitting messages (it is estimated that 1,260,000 were sent) for searching for missing persons by their families from all areas affected by the conflict and/or the zones of imprisonment, spread across nearly the entire world. I recall a comprehensive article in the Osservatore Romano that can be found in that newspaper’s archive.

Toward the World, in the World’s Languages

FM-World: On October 27, 1957, Pius XIII inaugurated Santa Maria di Galeria. Consulting the Radiocorriere of January 14, 1958, it seems there was only one program that alternated between broadcasts in various languages, and those in Italian were apparently very limited:

C.P: By its own mandate, R.V. primarily used its resources for broadcasts directed to Catholics worldwide, as much as possible in their language. In 1954, the Marconi transmitting station operated in 24 languages. Only later, particularly with the advent of FM, was it possible to guarantee a longer program in Italian.


FM-World: What facilities were active in the 1960s?

C.P.: Regarding the Vatican Transmitter, the original transmitter was replaced in the early 1950s by a 50 kW Marconi transmitter, and for medium-wave, an RCA transmitter of 5 kW was installed, along with three shortwave transmitters of 5 kW for fixed radiotelegraphic services (telex).

Log-Periodic Antennas

In the 1960s, the antenna array was supplemented by two rotating log-periodic antennas from Coel of Milan. The radiotelegraphic service, which was still operational on the routes to Bern, Lisbon, and Beirut, ended with the closure of the corresponding station in Lisbon in 1992.

Santa Maria di Galeria

Regarding the new Santa Maria center, it initially had a 100 kW Philips transmitter, donated to the Holy Father through a collection by Dutch Catholics, two 10 kW BBC transmitters, and a BBC medium-wave transmitter. The center also had a modern curtain antenna system specifically designed for effective worldwide coverage.

The medium-wave antenna consisted of a guyed mast, 98 meters tall (lambda/2). In the 1960s, four additional 100 kW shortwave transmitters were installed, along with a second medium-wave transmitter of 250 kW.

FM Stereo

FM-World: When did you begin broadcasting in FM?

C.P.: The FM service in the Vatican began during the Holy Year of 1950 with two 250 W transmitters. For a short period, there was also an experimental television setup operating on the French standard (819 lines, likely provided or donated by Henri de France, Editor’s note). It was only in 1965, after the 1961 Stockholm Planning Conference, that another 5 kW transmitter was installed, capable of stereo broadcasts, along with another 2.5 kW mono transmitter.

FM-World: An article in Stereoplay magazine from March 1974 (issue number 20) recounted how the purchase of the stereo transmitter for 96.3 MHz was considered “a mistake,” but it turned into an opportunity to create the famous Studio A. We also recall a famous day when your frequencies overlapped with existing Roman stations, including Radio Radicale and Rete 105. Can you tell us about that period?

C.P.: After the 1984 ITU Conference in Geneva, we operated on the frequencies 93.3 MHz, 96.3 MHz, 103.8 MHz, and 105 MHz with new transmitters and a new antenna system capable of broadcasting simultaneously on all four frequencies. Due to the interference situation that had developed in the Roman airwaves, the frequencies were previously shifted to 93.0, 96.5, and 107.8.


Programming

FM-World: The 1970s and 1980s were likely the peak of shortwave popularity. How many services did you have, and what were the listening areas?

C.P.: To give you an idea of the shortwave and medium-wave activity in the 70s/80s, I’ve attached some pages from the “Programmes” publication of June 1975 (Downloadable HERE) with the broadcast schedule and programs for the first week of that month.

The previous year, “Studio A” had started, and the following year, the program “Quattro voci” was added to programs like Radiogiornale from 1957 and Orizzonti cristiani from 1945.


Vatican Radio Today

FM-World: Today, the Radio doesn’t have a standalone website but is part of a portal called Vatican News. By clicking on “channel” (at the top right of the page), a list of over 20 different languages appears. Which of these are also broadcast in shortwave, and how is the current organization of the radio?

C.P.: Regarding the current situation, the reference is the web portal where more than 30 languages are indicated as part of the programs, with different distribution systems (shortwave, satellite, DAB block 12D, TV radio channel 733, and the internet).

From the shortwave schedule, it is clear that around twenty languages are used for this service, and the targeted areas are the African, Asian, and South American continents. It should be noted that for many years now, the shortwave service has been conducted under an antenna time-sharing arrangement between international broadcasting organizations, aimed at optimizing these resources in terms of effectiveness and energy savings.

Currently, Vatican Radio is an integral part of the Dicastery for Communication of the Holy See. (M.H.B. for FM-World)