Radio totalmente gestite dalla IA? Content on Demand propone un approccio differente, immediatamente utilizzabile e che costruisce sull’esistente

Content on Demand è uno strumento che – lungi dal rimpiazzare speaker e redattori – permette di creare nuovi contenuti anche in modo altamente automatizzato. Cerchiamo di capire di cosa si tratta sulla base di un’esperienza concreta di utilizzo 

Dopo il lancio di ChatGPT a fine novembre 2022 molti – noi compresi – si sono fatti prendere dall’entusiasmo, prevedendo un futuro popolato di radio gestite da IA dove i contenuti sono generati da un LLM (Large Language Model, come GPT 3.5, Claude di Anthropic o LLama-2 di Meta), mentre le le voci sono generate da altri modelli che hanno appreso il modo di parlare di speaker reali.

Not so fast

Sono passati nove mesi: pensiamo di aver capito qualcosa in più e poter posizionare correttamente la IA come una risorsa addizionale, più che un cambio totale dell’impostazione delle emittenti con conseguente riduzione degli organici.

Si tratta ovviamente di una conclusione personale e provvisoria in quanto, inevitabilmente, quello che pensavamo fosse fattibile a fine 2022 lo sarà comunque in prospettiva.

Ma andiamo per gradi.

Patrizia

Cominciamo con un early adopter, la società editrice di 70-80.it. Praticamente subito inventa un format radiofonico, il Diario di Patrizia, dove le vicende di un’adolescente degli anni 70/80 sono create da GPT 3.5 tramite il front-end di PeperoniAI.

Per arrivare al risultato desiderato si parte da una serie di racconti scritti da un copywriter umano: vicende di ragazzi, innamoramenti e problemi in famiglia.

Questi script non sono destinati a essere trasmessi, ma ad allenare la IA. Successivamente vengono fornite s Peperoni specifiche istruzioni, quali:

Numera le storie, identificandole con un numero progressivo 
 Usa uno slang da ragazzi degli anni ’80
 Scrivi storie  brevi (una decina di righe) adatte a essere lette in radio e non troppo complicate.
Se possibile storie divertenti anche se l’obietttivo non è far ridere

Prompt e risultati

Ecco un esempio di risultato ottenuto in una prima fase del progetto chiedendo di “creare  tre storie  che siano autoconclusive, che significa che ogni blocco di episodi si riferiscono ad un evento particolare, dove la situazione sia “visita del museo della scienza e della tecnica di Milano

Storia 1 – Generata da GPT 3.5 e Peperoni

Oggi la prof di matematica ci porta in gita al Museo della Scienza. Secondo me sarà una palla mortale, però Luca ha detto che verrà anche lui con la sua classe, quindi spero di rivederlo! L’unica è seminare quel rompiscatole di Franco, se no mi seguirà come un cagnolino per tutta la visita…

Storia 2 – Generata da GPT 3.5 e Peperoni

Appena arrivati al museo, come previsto Franco mi si è attaccato subito. Per fortuna dopo un po’ l’ho seminato di nuovo al padiglione dedicato all’energia. Poco dopo ho incontrato Luca, era con i suoi amici. Ci siamo scambiati un’occhiata e un sorriso, che imbarazzo! Più tardi ci siamo ritrovati da soli all’esposizione delle macchine volanti. Luca mi ha preso la mano, che emozione! Forse questa gita non sarà poi così noiosa…

Ed ecco il risultato andato in onda (dove come si puo’ notare la speaker ha aggiunto qualcosa di suo):

 

Supercomputer mancanti

Il progetto prevedeva che la IA generasse anche un clone della voce della speaker, ma i fatti hanno dimostrato che ricreare una voce simile e credibile in italiano non e’ ancora possibile.

Non per problemi tecnici: le voci inglesi sono clonate in modo praticamente perfetto.


Il tallone d’Achille è la mancanza di risorse nazionali (grossi server con migliaia di GPU) dedicabili alla comprensione e simulazione delle voci italiane. E questo è un punto nodale su cui dovremo necessariamente tornare.

Kai

In germania qualcuno ha voluto andare oltre, creando una radio totalmente gestita da una IA, che ha denominato KAI. È il caso di Absolute Radio AI, il cui gestore ha recentemente dichiarato a Newslinet che “Gran parte del lavoro di Absolut Radio AI è gestito dal nostro sito, che invia la richiesta a ChatGPT e controlla e ottimizza nuovamente la risposta. La piattaforma esegue il flusso di lavoro completamente da sola; tuttavia per i primi mesi gli umani verificheranno tutti i testi e ascolteranno i vocali prima della messa in onda.”

Reality Check

Abbiamo fatto un doveroso reality check ascoltando la radio.

Ricordiamo poco del tedesco appreso al tempo del liceo, ma ci sentiamo di dire che il format scelto è intelligente: musica con interventi che parlano… della musica. In pratica la IA racconta qualcosa sui brani o gli artisti in onda, cosa fattibile senza troppi rischi di “allucinazioni” se il modello utilizzato e’ stato (come ipotizziamo) fine-tuned sulla storia della musica.

Le voci sintetiche tedesche sono credibili e il risultato – privo del tallone d’achille di molte radio, il famoso “e voi, come lo prendete il caffe’? scriveteci...” – molto gradevole. Anzi: sorprendentemente buono.

Voci sintetiche credibili

Ma veniamo al punto. Come dicevamo, il problema principale ad oggi, agosto 2023, sono le voci italiane, che suonano ancora vagamente artificiali (a differenza di quelle tedesche di Absolute Radio AI). 

Nei primi due mesi di vita di Radio Nizza abbiamo avuto accesso e potuto sperimentare il nuovo servizio “content on demand di 22HBG, per il quale disponiamo di uno speciale accesso.

Arrivando alla conclusione che Content on Demand può efficacemente integrare il lavoro delle redazioni e degli speaker per i servizi quali quelli legati all’attualità ed eventualmente connettibili programmaticamente a feed specifici. 

Content on Demand

Content on Demand, ricordiamo, è un servizio in cloud realizzato da 22HBG sulla base di quanto già sviluppato per Peperoni e dedicato alla creazione di interventi audio sulla base di prompt.   

Come si vede nella schermata, è possibile caricare un preroll (nel nostro caso da parte della voce ufficiale di Radio Nizza) e un sottofondo (nel nostro caso il suono di una macchina per scrivere) 

Dopodiché’ nell’area “Context” si procede ad inserire il proprio prompt (argomento complesso su cui torneremo) per vedersi creare, in pochi secondi, un clip completo, pronto per essere verificato e mandato in onda. 

Ligne d’Azur

Abbiamo detto che Content on Demand può efficacemente integrare il lavoro delle redazioni e degli speaker per i servizi legati all’attualità. Cosa intendiamo dire? 

Spieghiamoci con un esempio. La redazione confeziona ogni settimana contenuti ricchi, l’agenda degli eventi della Costa Azzurra o le news del giorno. Ma non può certo essere presente 24 ore su 24 per monitorare allerte o eventi puntuali, che sono però disponibili online.

 

Facciamo l’esempio del Tram di Nizza: ultramoderno, funzionante a batteria e non tramite linea aerea e altamente computerizzato. E di conseguenza sempre bloccato per ogni genere di problema (cosa che non accade agli storici serie 1500 di Milano). 

Per ovviare al problema, il feed Twitter di ligne d’Azur (il servizio di trasporto pubblico di Nizza) viene aggiornato in tempo reale, come in questo caso: 

Ed ecco il punto. Fornendo a Content on Demand il messaggio (catturato tramite uno script python) e precedendolo da un prompt specifico (sempre confezionato via Python) possiamo creare automaticamente un intervento radiofonico,  inviando a Content on demand il prompt completo seguente:

Prompt:  Crea un messaggio per Radio Nizza di natura urgente che informi – traducendo in italiano – di quanto segue: “En raison d’un éboulement, la ligne 90 est modifiée le jeudi 3 août 2023.”

Ed ecco il risultato messo in onda il 3 agosto (il contenuto inizia al secondo 14):

 

il cui testo è il seguente:
Buongiorno a tutti i nostri ascoltatori. Abbiamo un annuncio urgente da fare riguardo alla linea 90. A causa di una frana, la linea 90 subirà delle modifiche giovedì 3 agosto 2023. Vi invitiamo a tenerne conto per i vostri spostamenti. Vi aggiorneremo con ulteriori informazioni non appena disponibili. Grazie per la vostra attenzione e buona giornata a tutti!”


Versione francese

Per la versione francese non è stato necessario alcun lavoro redazionale: è stato sufficiente nel prompt specificare “in francese”: 

Prompt: Crea un messaggio per Radio Nizza di natura urgente che informi – in francese – di quanto segue: “En raison d’un éboulement, la ligne 90 est modifiée le jeudi 3 août 2023.” 

Questo l’ottimo risultato, ottenuto in seconda battuta (la spiegazione tra poco): 

 

Il testo:

Chers auditeurs de Radio Nizza, Nous avons une nouvelle urgente à vous annoncer. En raison d’un éboulement, nous devons vous informer que la ligne 90 sera modifiée ce jeudi 3 août 2023. Cette situation imprévue nous oblige à apporter des changements à l’itinéraire habituel de la ligne 90. Des mesures de sécurité sont en cours pour évaluer les dégâts et rétablir la situation normale dans les plus brefs délais. Nous vous recommandons de prendre vos dispositions pour éviter tout désagrément lors de vos déplacements. Il est possible que des retards ou des modifications temporaires soient nécessaires sur cette ligne. Veuillez suivre les instructions données par le personnel de la compagnie de transports en commun pour connaître les alternatives possibles. Nous comprenons que cela peut causer des désagréments et nous nous excusons pour les inconvénients que cela pourrait vous causer. Nous mettons tout en œuvre pour minimiser les perturbations et rétablir la situation normale dans les plus brefs délais. Restez à l’écoute de Radio Nizza pour les dernières mises à jour concernant cette situation. Nous vous tiendrons informés de tout développement ou changement concernant la ligne 90. Nous vous remercions de votre compréhension et de votre coopération. Prenez soin de vous et soyez prudents lors de vos déplacements. C’était un message urgent de Radio Nizza.

Francesismi 

Come si vede il messaggio risultato è lunghissimo, tanto da obbligarci ad accorciarlo reiterando la richiesta a Peperoni preceduta da “ripeti il testo precedente accorciandolo del 50% 

La ragione è tanto ridicola quanto interessante: i francesi – lo possiamo ormai affermare per esperienza diretta – tendono ad essere molto cerimoniosi nello scrivere e parlare, trasformando anche comunicazioni brevi in discorsi lunghissimi. La IA, trainata su questo stile, ha dunque allungato a dismisura il messaggio, obbligandoci – appunto – alla seconda iterazione. 

Versione Inglese

Infine, medesima operazione con l’inglese:

Il cui testo equivalente e’

Attention all listeners of Radio Nizza, we have an urgent message to inform you about a recent incident affecting the transportation services in the region. Due to a landslide, we regret to inform you that there will be modifications to the Line 90 on Thursday, August 3, 2023. These modifications are necessary for the safety of our passengers and to ensure smooth operations. We apologize for any inconvenience caused by this unexpected event. It is important to note that alternative arrangements will be made to minimize disruption to your travel plans. We advise all passengers who usually rely on Line 90 to check for the updated schedules and routes on our website or contact our customer service hotline for further information.

Sviluppi in Corso

Per quanto riguarda le voci in italiano, abbiamo parlato con il responsabile dello sviluppo di 22HBG che è al lavoro per la versione successiva di Content on Demand. Tra le altre cose, questa potrebbe prevedere delle opzioni in grado di modificare  il “mood” o il “tono” della voce: tramite prereset sarà dunque possibile fare in modo che la voce artificiale parli in modo neutro (stile BBC World Service, per intenderci) o enfatico (come quello spesso adottato dai conduttori nei programmi musicali).

Ultima nota 

Ultima nota: avete letto più sopra il responsabile di Absolute Radio AI affermare che “per i primi mesi gli umani verificheranno tutti i testi”.  

Ebbene il nostro consiglio è di continuare a verificare l’output non “per i primi tempi” ma fino a che “i futuri sistemi AI che emulano il “super IO” umano – modelli addizionali che controllano a valle il lavoro della IA – siano in grado di rigettare contenuti non appropriati, allucinati o semplicemente “poco radiofonici”  (M.H.B. per FM-World)

Prominence: di cosa si tratta e perchè dobbiamo occuparcene subito

La posizione di prominenza degli operatori radio-tv tradizionali, garantita da un segnale robusto per la radio o da una numerazione bassa nelle LCN della TV, sta rapidamente scomparendo.

Si è dunque coniato il termine prominence (per lo più associato alla TV, ma ovviamente lo stesso concetto si può applicare alla categoria audio) per nobiliare i tentativi di trasportare nel nuovo mondo digitale i vantaggi acquisiti dagli operatori storici.

In questo articolo vediamo rapidamente di cosa si tratta per poi cercare di fare qualche considerazione – speriamo – sensata. 

Prominence 

Iniziamo dalla definizione completa, fornitaci da PeperoniAI:


Possiamo dunque utilizzare la parola italiana “visibilità’”, come suggerito dal nostro amico LLM. La visibilità implica capacità di attirare l’attenzione dell’audience, con la conseguente maggior probabilità che l’utente scelga il nostro contenuto (ed eventualmente ci resti, se lo trova di suo gradimento). 

Come sappiamo tutti, storicamente la visibilità nel settore radio si raggiunge(va) con un segnale potente (e magari attorno ai 98 Mhz) mentre in quello televisivo con un buon posizionamento nella LCN. 

Logica discutibile 

LCN: Il termine inglese significa Logical Channel Numbers, dove la presunta “logica” deriva dall’idea che il burocrate delle authority abbia più buon senso del telespettatore. 

Ricordiamo infatti tutti come al tempo dell’analogico potevamo scegliere liberamente l’ordine dei canali. D’accordo, sui primi sei c’era consenso, ma dal settimo in poi i “canali” dovevano guadagnarsi la posizione con i loro contenuti.

Ma il mondo della TV lineare ha deciso diversamente: un’autorità nazionale decide per tutti coloro che ricevono in UHF.

In ogni caso il risultato è uno spreco energie ad alti livelli in diatribe quali la “possibilità di scambiare numerazioni automatiche dei canali all’interno della medesima area tecnica tra reti non omogenee”. Battaglie probabilmente inutili perché nessun umano può davvero ricordare posizioni oltre le prime decine, ma soprattutto perché le modalità di accesso ai contenuti video sta rapidamente mutando.

Bottoni e app

Molti i motivi. Un primo evidente: da anni i telecomandi sono dotati dei bottoni di accesso direttto ad alcuni importanti OTT. Bottoni che una volta premuti portano ad accattivanti schermate di impostazione moderna dove non si fa differenza tra contenuti live e on-demand.

In secondo luogo prevale ormai negli utenti l’abitudine alla fruizione dei contenuti tramite icone e app, approcio inventato da Steve Jobs con l’iOS 1 e adottato nel campo TV per primo da Netflix. Un sistema che prevede lunghe descrizioni, le possibilità di preview e di binge watching e che regala un’esperienza utente infinitamente superiore a quello dello “scanalamento” o delle scomodissime “EPG”.

Senza dimenticare che è  TV per i piû giovani si chiama YouTube:

Tanti ragazzi non fanno differenza tra schermo di cellulari, tablet e TV e usano il portale di Google come “televisione”.

Ironico, considerato che per loro la parola “tube” (in YouTube) probabilmente non significherà proprio nulla.

Oltre al danno, la beffa 

Con una beffa finale: anche chi resta legato alla LCN si vede proporre alcuni canali brandizzati dal produttore della TV (LG Channels, Samsung Tv Plus) : canali digitali che esistono come app (in prominence) ma che sono anche mappati su una numerazione aggiuntiva alla LCN la cui logica è scelta dal produttore.

Con il risultato che anche se vogliamo un classico canale nazionale (quelli che tutt’ora godono dei numeri bassi in base ai fasti del passato), non appena digitiamo la prima cifra la TV ci propone i canali proprietari che iniziano con o contengono la cifra digitata. 

Un vero attacco allo status quo, che il settore radiofonico e’ invece riuscito a ritardare  grazie al fatto di essere ancora sostanzialmente fermo alla nostra adorata FM.

Radio 

Per la radio, anzi per i contenuti audio, possiamo comunque provare a proiettarci in un mondo prevalentemente digitale, facendoci aiutare dall’ esempio del Regno Unito (da sempre pioniere nell’adozione delle tecnologie). 

Nell’ex membro EU ben il 75% degli ascoltatori usa nella settimana una piattaforma digitale (dati RAJAR): 40% DAB, 52% Smart Speaker, 32% app su cellulare (la somma e superiore al 100% per motivi facili a comprendere).

Il dato relativo agli smart speaker – se consideriamo nella categoria anche gli HomePod Apple – è anche in linea con quanto aveva affermato il direttore di The Times Radio durante un’intervista per Newslinet: sempre di piu’ anche in UK il ruolo della classica “radio” di casa viene preso dagli speaker, smart o meno.

Prominence

Dobbiamo quindi porci il problema di cosa sia la prominence per la radio. Azzardiamo qualche risposta.

In casa, con gli smart speaker, prominence (sorry: la visibilita’) corrisponde in primo luogo alla potenza del proprio marchio.

E alla facilità di essere riconosciuto correttamente a un comando vocale: qualche semplice prova dimostra ad esempio che funziona molto bene “Riviera Radio” (nome unico), maluccio “dee jay” (nome generico).

Per quanto riguarda invece il DAB e l’IP,  dove non esistono a nostro avviso player dominanti, il problema resta quello di emergere nel mare dei canali: circa 150 a Milano città in DAB, e sostanzialmente infiniti nel mondo in IP.

Dashboard

E qui si ritorna al dashboard e alla serie di interviste che stiamo effettuando con alcuni player del settore. Perché la radio – si sa – è il tipico media da ascoltare in viaggio.

Prominence è in questo caso il posizionamento sul cruscotto (anzi: dashboard) delle vetture, un campo dove sembra si stia giocando una battaglia tra costruttori e piattaforme (cfr il caso GM), ma a fronte di utenti che…non ne vogliono sapere.

Utenti frustrati

Talmente gustoso il titolo di un recente articolo di The Verge in merito che lo riportiamo tale quale: “Le persone non ne possono piu’ di tutta la tecnologia inutile nelle loro auto.

Per la prima volta in 28 anni di sondaggio sui proprietari di auto di JD Power, c’è un calo consecutivo della soddisfazione anno su anno, con la maggior parte dell’ira diretta all’infotainment in-car.”

Se è abituato a un’app sul cellulare, è proprio questa app che l’utente vuole ritrovare, il più uguale possibile, sullo schermo della vettura. Come testimonia la ricerca citata, dove si afferma che la preferenza va a Apple Car Play di Apple.

Lo sottolineiamo, perché lo riteniamo un dato essenziale: gli utenti vogliono in auto la stessa esperienza utente che hanno sul loro cellulare.

Che ci porta ad avanzare l’ipotesi che sia strategico investire subito sulla promozione delle app proprietarie (mono brand) e contemporaneamente su un buon posizionamento sui principali aggregatori (dove altrimenti esiste il problema della “prima pagina”, proprio come accade con le ricerche Google).

Ricordiamo per concludere che solo gli aggregatori hanno una chance di essere “visibili” sui dashboard delle vetture del futuro, dove già oggi competono con…Spotify.

Ma di questo riparleremo a breve.

(Marco Barsotti per FM-World)

FM-World Turns 25: From Analog to AI. A Conversation with Nicola Franceschini

The FM-World System

Our articles cover radio broadcasting comprehensively, but also artificial intelligence, the future of infotainment on the go, and everything else that’s coming up. However, it’s nice to look back sometimes, especially for something like FM-World whose pioneering role in the Italian web scene risks being forgotten or overlooked. That’s why we decided to speak with Nicola Franceschini, who needs no introduction for our italian readers. Stay tuned, it’ll be worth it.

A Quarter Century

*Marco Hugo Barsotti: FM-World has a long history, it seems like it’s been around forever…

Nicola Franceschini: It’s been exactly 25 years, on June 5th, that FM-World has existed. So we’re approaching an important milestone, marking a quarter century. There are really two distinct eras for FM-World: before you mentioned Supereva but that wasn’t even the beginning… and of course the more professional part, with the app and everything else, which started in 2011.

But let’s go in order: FM-World was born as a completely amateur website on June 5, 1998, in a period…

*MHB: 1998? Around the era of Netscape Navigator 3.0*, with the big “N” logo?*

NF: Actually Internet Explorer was out too, that was the big innovation. I was still in university, so I was using the internet directly on campus while studying, and it was a time… you know, like it was for local radio in the 70s: there were amateur websites popping up everywhere.

Two Pioneers

Of course I followed the ones related to radio, where there was an embryonic Newslinet, which later evolved. But I remember there were so many similar sites, like the one in Milan for example, I don’t know if you remember, called…

*MHB: The Daxmedia observatory! BSB, STM, RPB and all the Milanese station codes invented by Dario Dossena.

NF: Yes, DaxMedia created in collaboration with Andrea Lombardo. But there were so many similar sites, scattered in cities across Italy. Basically all aimed at offering very similar content in their own region, mostly to talk about radio but even more to report frequency changes, what could be received in those areas, etc…

*MHB: …and when the Christmas cap would appear on the logos of analog TV stations: thrilling, much more than predictions on who would win Sanremo…

NF: Exactly! Anyway, FM-World was really born very simply as a site for reporting frequencies. It wasn’t so much about content in terms of programs and such. Then gradually, we didn’t even realize it, but we started getting feedback, emails from readers and even official press releases.

Geocities

Initially I had published it on Geocities pages, the very first version, you remember Geocities.com?

*MHB: Of course, I remember Geocities_ very well, it was a hugely popular free web hosting service in the 90s!_

NF: Yes: it was one of those sites that gave you free space, with the Geocities.com address and then slash (“/”, ed), and then slash, and slash, until you got to FM-World at the end.

Supereva

And then Supereva, which at the time had the “guide” project, basically single-topic channels, making it a real portal, with many ‘experts’ on individual topics. They were the ones who wrote to me, proposing to move the content from my site into an already organized space, within their radio channel, which I essentially became the manager of.

When FM-World entered Supereva – 2000/2001 – I gradually expanded it, also inserting the first news related to radio in general… I remember finding the launch of m2o (2002) a few months ago, for which I had written a short article, a project that took the place of Italia Radio, a station with a completely different format.

*MHB: From Radio Regione of Fegiz to the PCI…. to Dance!

NF: Exactly, there had been this epochal change. Then I talked about the debut of LolliRadio in 2006 and other native digital stations. Until 2011 FM-World was always hosted on Supereva and in parallel had a site called Frequenze Radio.

News Gathering

*MHB: Sorry to interrupt, before moving on to step 2 which I think is coming up, there’s one aspect I think is interesting – the news gathering*, that is, how you got the news. It seems to me we can say you were a pre-social pioneer of the bottom-up model, in the sense that news gathered locally by readers who in some way became co-editors. Quite remarkable, in a pre-Twitter, pre-Meta era.*

NF: Of course not “all readers”, but a series of trusted contributors, some of whom have become real friends who still share the project with me today. There were some areas of Italy that were uncovered, but news from Milan, Rome, Naples, Turin or “my” Emilia-Romagna was constantly updated.

But consider that at the time I was already collaborating with Millecanali and this was a big advantage for me. There I was one name among many others, but it was a prestigious publication, edited by Mauro Roffi who we are still in constant contact with.

And then, as you say, there were grassroots contacts, people who spontaneously sent emails with information.

Talkmedia

In 2002 Talkmedia was launched, which today is the social side of FM-World on Facebook: born as a ‘guest’ of Yahoo!Groups.

The method was very simple: anyone who joined (via email, of course) this group automatically became both a reader and a participant, because anyone could write something that would be delivered to everyone.

Facebook

And Talkmedia remained this until the arrival of social media…. When did Facebook start in Italy?

*MHB: I’d say around 2008. Still without the “like” button.

NF: Facebook started when I wasn’t working with Busi (Gianluca Busi, founder of 22HBG, ed.) yet. And the first FM-World page was actually a private profile. Then came “groups”.

Talkmedia

So in 2011 the official page and TalkMedia as a group were born, and it’s also the year I personally met Gianluca. At the time I was working at a local radio station and he came…

*MHB: “One?” At Rete Alfa…

NF: Yes… Gianluca came to visit me at the radio station saying “we know each other…”, because technicians and industry operators were talking to him about me, just as they were talking to me about him.

At that time there was no 22HBG yet, which would be born by combining the start-up with the development process of FM-World as an app too.

FM-World at 22HBG

I was also tired of “playing alone”, so I was happy to have an evolution, capturing Gianluca’s enthusiasm and that of the nascent 22HBG.

Our “roles”? I basically maintained management of the website’s content and he handled everything else, namely the app, technological developments, and the beautiful headquarters too.

An app – FM-world – that today aggregates the audio and video streams of many Italian and foreign stations.

Words, words, words

*MHB: But you don’t provide connection numbers publicly.

NF: Those are company choices, but I can give you some important information. For example, not only major networks work online, but also native digital radios, especially if they have a well-defined format. There are totally “vertical” stations that achieve significant results.

Reality Check: Any Web Radios in the Top 10?

*MHB: But for example right now, at this moment, do you have any radios that are not also on FM among the top 10?

NF: Right now (8:55 AM on Monday May 29, 2023, ed.) the most listened to… let me see… yes: the most listened to is Radio1 Rai, then the private networks we know… and in ninth place 70-80.it, the first digital one.

FM-World for Broadcasters

*MHB: An application like FM-World records a sea of information: real-time listening rankings, listening duration, bounce rate, individual user habits. And it can display metadata. Have you thought about providing interfaces to radio stations so they can analyze and operate on this data? Or maybe enrich what radio offers through your platform with those famous metadata – and I don’t mean just the title of the song on air, but everything else that’s been dreamed up for years?

NF: Of course, obviously this is a very useful service, also demonstrating the importance on the app of prominence, studied positioning, the right logo, the right name: a service we can provide.

But not me: I handle the content side. You’d have to talk to 22HBG directly about that.

Next Episode

And that’s exactly what we’ll do in the second episode of our series “Entertainment and Work in the Car” (M.H.B. with the support of Peperoni AI, for FM-World).

xAI

Con xAI Elon Musk cerca di comprendere l’Universo. Facendo anche concorrenza a ChatGPT

Non solo radio: Marco Barsotti ci parla di Intelligenza Artificiale, un campo dove è operativa anche 22HBG.

In un Twitter Space tenutosi venerdì 14 luglio Elon Musk e il team di xAI hanno risposto a molti degli interrogativi che erano nati dopo l’annuncio dell’ennesima iniziativa dell’imprenditore. Ecco alcuni punti che abbiamo trovato originali e di assoluto interesse.

Come sappiamo è in atto una corsa all’oro: quello della Intelligenza Artificiale, dove l’obiettivo – da alcuni dichiarato da altri tenuto nascosto – è raggiungere la AGI, Intelligenza Artificiale Generale.
In altre parole la “rappresentazione delle capacità cognitive umane generalizzate nel software in modo che, di fronte a un compito non familiare, il sistema AGI possa trovare una soluzione“. L’intenzione di un sistema AGI è dunque di eseguire qualsiasi compito di cui un essere umano è capace. Si tratta di un campo dove anche 22HBG è attiva con il suo Peperoni AI e pertanto di grande interesse anche su questa testata.


I Twitter Spaces sono il clone di Clubhouse creati da Twitter 1.0 (pre-Musk) e che potremmo descrivere come una trasmissione radiofonica in cui gli ascoltatori possono richiedere la parola (alzando la mano virtuale) e che divengono poi un podcast.  Chi volesse ascoltare la versione originale dell’evento può cliccare qui. Per gli altri di seguito un breve riassunto.

Breve Riassunto

Cominciamo col dire che il team fondatore di xAI era presente  per intero all’evento. Si tratta di una squadra impressionante con un background di assoluto rilievo. Provenienza. Deep Mind, OpenAI, Google, Tesla.

Per iniziare,  Elon Musk ha affermato che l’obiettivo con xAI è costruire una AGI (intelligenza artificiale generale) con lo scopo di comprendere l’universo. Musk ha affermato che il modo più sicuro di farlo sia costruire un’AGI che sia “massimamente curiosa” e “curiosa della verità” e cercare di ridurre al minimo il delta tra ciò che  noi pensiamo sia vero e ciò che è effettivamente vero.

Questo è un punto essenziale, considerato che praticamente tutti i modelli oggi in uso (a cominciare da ChatGPT) sono invece “politically correct” (a causa degli interventi “correttivi” umani).

Provate ad esempio a chiedere a ChatGPT “e’ piu’ semplice fotografare in pieno sole una sposa in abito bianco di carnagione bianca o nera ?
La risposta che si ottiene è falsa, ma moralmente accettabile da tutti (“una sfida sia per una carnagione bianca che per una nera“).

La risposta corretta – e per nulla razzista – sarebbe “è più difficile fotografare una sposa nera, in quanto il contrasto molto forte tra il colore dell’abito e quello dei lineamenti richiede un forte flash, e/o un sensore con un grande range dinamico, quella caratteristica che ai tempi dell’analogico si chiamava latitudine di posa“.

Ecco, la IA di Musk probabilmente avrà il coraggio di spiegarcelo, anche perché come ha affermato l’imprenditore “una IA che non dice la verità non è molto utile“. Ma torniamo all’evento di venerdì.

L’umanità è interessante

L’interessante conseguenza è che per una super intelligenza in cerca di verità l’umanità risulta molto più interessante della non umanità. Ad esempio, per quanto sia interessante esplorare e comprendere Marte, comprendere la natura umana resta un argomento molto più affascinante.

Anche perché – ha affermato Musk – ci sono così tante cose che pensiamo di capire, ma in realtà non capiamo. Ci sono molte domande irrisolte.

Ad esempio, ci sono molte domande aperte sulla natura della gravità e sul perché non ci siano prove massicce dell’esistenza di alieni.

Si è anche avventurato nel paradosso di Fermi che potrebbe – si spera – essere risolto da xAI. Il paradosso di Fermi, ricordiamo è il contrasto tra l’affermazione da molti condivisa e sostenuta da stime di Drake, che non siamo soli nell’Universo e i dati osservativi che contrastano con questa ipotesi. Ne deriva che: o l’intuizione e le stime come quelle di Drake sono errate, o la nostra osservazione/comprensione dei dati è incompleta.

Ma “Se fai domande tecniche alle IA avanzate di oggi, ottieni solo sciocchezze” ha detto.

Dunque  Musk crede che stiamo davvero perdendo il bersaglio di molti ordini di grandezza e che dobbiamo migliorare.

Gigawatt artificiali

Interessante l’unità di misura utilizzata per descrivere l’infrastruttura appena acquistata per xAI. Come ricordiamo, sulla stampa si è parlato di 10.000 GPU (nVidia). Ma Elon ha detto che ha dovuto acquisire hardware “per numerosi gigawatt” mentre “e’ noto a tutti che un cervello umano spesso più’ intelligente (della IA) consuma solo 10 Watt“.

In ogni caso in un primo tempo questo approccio di forza bruta (risolvere un problema con computer giganteschi) è necessario, ma a suo avviso col tempo sarà sempre meno utile ed efficace.

L’esperienza di Tesla (la famosa auto a guida autonoma) ha infatti dimostrato che problemi che paiono irresolubili, e che apparentemente richiedono potenze di calcolo enormi, sono stati risolti in modo molto semplice (“tutto qui?“) cambiando totalmente l’approccio (e per i più curiosi: no, non “ha potuto” fornire altri dettagli). “Probabilmente lo scopriremo anche con l’AGI. Una volta risolto AGI, guarderemo indietro e penseremo, perché abbiamo pensato che sarebbe stato così difficile?

In ogni, caso nello space si è detto che nulla potrà vantare il nome di AGI se non avrà risolto autonomamente almeno “una domanda fondamentale” (immaginiamo a cavallo tra fisica e filosofia)

xAI, ChatGPT e gli altri

Tutto affascinante, ma fortunatamente gli ascoltatori hanno riportato la discussione a livelli meno esoterici.

Con xAI avete intenzione di fare concorrenza a OpenAI, Bard, Anthropic ecc?” ha domandato @krassenstein.

Dopo tutte queste premesse ci aspettavamo un deciso “no”, ma Musk non manca mai di sorprendere:

xAI è stata creata per competere con  OpenAI, la risposta non poteva essere più chiara.

Ultimo punto che abbiamo trovato notevole.

Verso la fine dello space, sempre parlando di infrastruttura necessaria per trainare i modelli di IA e delle grandi potenze necessarie, Musk ha affermato che in circa due anni passeremo da una situazione di scarsità di GPU ad una di scarsità di energia, “We will have an electricity shortage in two years“.

Il sospetto che abbiamo avuto, ascoltandolo, è che si riferisse anche al crescente parco di vetture elettriche altamente energivore, e non solamente alle GPU delle IA. O forse all’insieme delle due: tantissime GPU e moltissime auto elettriche chiederanno contemporaneamente più energia di quanto siamo attrezzati a produrre.

E chi più del creatore di Tesla è nella posizione di fare una previsione corretta? A noi resta la curiosità di comprendere perché nessuno dei sostenitori della transizione verde ne parli.
Sarà senza dubbio la prima domanda che porremo a x.ai.

(M.H.B. per FM-World)

Awanagana: “Il politically correct ammazza la radio”. Dalle onde medie alla Radiovisione, chiacchierata a ruota libera con un mito della radiofonia

Marco Barsotti ha intervistato una delle voci più popolari della radiofonia: Awanagana. Ecco che cosa ne è emerso.

Un recente post sul social blu, rilanciato anche su Talkmedia e intitolato “Jocelyn, Roberto Arnaldi e Awanagana tre grandi personaggi di Radio e Tele Monte Carlo” ha suscitato decine e decine di commenti in ciascuna delle condivisioni di cui è stato oggetto. In molti si parlava di Robertino, Roberto Arnaldi, ma in altri della annosa questione dei giovani conduttori in radio.

L’occasione ci è sembrata propizia per ricontattare Awanagana e registrare un’intervista per Radio Nizza. Ma, rischiando probabilmente di annoiarne gli ascoltatori, non siamo riusciti a non parlare soprattutto di Radio, di come veniva realizzata la Radio Monte Carlo delle onde Medie e di come si trovi un vecchio conduttore in una radiovisione computerizzata quale la RTL 102.5 BEST. Qui di seguito la parte di intervista relativa alla radio; chi vuole ascoltare la conversazione per intero può accedere al podcast di Radio Nizza.

Marco Hugo Barsotti: Tanti anni fa da Milano ti ascoltavamo sulle onde corte, l’unico modo di sentire Radio Monte Carlo nel capoluogo lombardo… e mettevate spesso musica francese, oltre che italiana. Apparentemente tanti anni fa c’era molto più trasferimento di cultura tra le due nazioni dette cugine e in entrambi i sensi.

Awanagana: Verissimo. Quando ho cominciato c’era Noel Coutisson come direttore artistico e la programmazione era fatta cosi: un disco italiano, un disco inglese, un disco francese e raramente se c’era l’occasione anche uno tedesco. Per cui c’era una miscellanea.

Poi per alcuni misteri delle case discografiche sono venuti i passaggi a pagamento. Giri strani che non capivo e che non capisco. Stranamente la cosa continua anche attualmente – perché bene o male non credo ci sia più l’esigenza di accontentare delle case discografiche… ma sembrerebbe che non ci sia più quella libertà nella scelta.

Per esempio, tu hai sentito 102.5 BEST? Bene, noi ogni tanto passiamo dei francesi, roba di qualità. Ma piuttosto poca, in percentuale minima. Io ho cercato di capire anche con un programmatore, con Stefano. Gli ho chiesto se ci sono delle convenzioni. Ma niente, non sembra proprio, ha detto di no.

MHB: Immagino che ormai molte scelte fatte sono fatte anche sulla base di studi, di posizionamenti ben ragionati… Una cosa che funziona ma forse rende la radio un po’ più fredda. 

AG: Diciamo che a riscaldare la radio ci pensiamo noi come animatori. Speaker come Jocelyn, Acampora… noi ci mettiamo il cuore, una cosa che la gente percepisce.  In più io ogni tanto dò libero sfogo… anche in radio, lo dico. Dico “Basta io non c’è la faccio più con le proiezioni, le statistiche… Lasciamoci vivere un attimo… senza costringere la nostra vita a seguire sempre determinate regole”.

MHB: Recentemente sul social network blu abbiamo letto un post con alcune fotografie tue e della vecchia Monte Carlo. Molti, moltissimi commenti, ma quello che mi ha colpito è quanti  si sono messi a parlare di Robertino… di Roberto Arnaldi. Il tuo ricordo personale.

AG: Robertino… una cosa mostruosa, un’energia, una carica fantastica. Arrivava il lunedì mattina e spesso e volentieri in regia c’era Renato Gamalero, che era genoano. Mentre Robertino sampdoriano. Se la Sampdoria aveva perso sai cosa accadeva al notiziario? Robertino diceva “Bene apriamo il notiziario di oggi, pagina sportiva… no niente: Ieri non c’è stata la partita della Sampdoria”

 

Registrazione Originale – Robertino su RMC 701

E cosi, saltava del tutto la notizia, la sconfitta non veniva mai annunciata. Cioè, aveva uno spirito, un humor, magari un po’ casereccio… ma è proprio per quello che è entrato nel cuore della gente.

Giovane bruna, calorosa e avvenente, marito in vacanza cerca bagnino disponibile

 

Registrazione Originale 2 – Robertino su RMC 701

E poi i suoi ritmi… c’era un tecnico… che aveva delle difficoltà quando faceva la mattina. Quando arrivava Robertino io dopo mezz’ora  passavo e vedevo (il tecnico) Alberto, disteso sulla console, alias pupitre, li  che boccheggiava e diceva “non c’è la faccio più”. Perché stare dietro a Robertino, col ritmo che aveva, era una cosa quasi impossibili per un essere umano. Non solo, tu sai che ha scritto delle canzoni, ad esempio per Dalida? Ed era anche un interprete, di brani suoi e di altri. Una bella persona, un artista più. Poi quando è passato a TMC col Buggzoom. Tutti, tutti lo ricordano.

MHB:  A proposito, lui era molto diverso da te. Tu parlavi se ricordo bene già come adesso, cioè con questo tono molto…
AG: …pacato
MHB: si, pacato. Molto diverso dal suo. Non avevate ordini di scuderia?

AG: Noel ci lasciava liberi di essere noi stessi. C’era la direttiva dei brani, italiani, francesi, inglesi a rotazione. Ma lui diceva a tutti, come arrivavano:, “Signori, voi siete liberi di dire di parlare, non avete catene. L’unica cosa non parlate di politica. O di pubblicità al di fuori delle pubblicità che ci pagano. E niente religione”. Era tutto.

MHB:  La musica invece chi la sceglieva?  

AG: C’erano dei programmatori come Pierre Dominique Pennacchioli. C’era un po’, diciamo così, di libertà. Però si poteva chiedere, cosa che attualmente io non posso fare, perché c’è il programma e il computer che lancia i dischi.
Io non posso togliere un disco o sostituirlo o sfumarlo per poter dire delle cose. All’epoca invece si poteva chiedere al tecnico… dicevamo “siamo un po’ lunghi, aggiungiamo un disco” e potevamo sceglierlo noi, quel disco, oppure toglierne uno.

MHB: Su Facebook c’è stato questo post ormai famoso, con la tua foto a cui è seguito un grandissimo dibattito, anche molto sgradevole, sulle nuove leve o sulla mancanza di.
Apparentemente oggi non abbiamo mai un altro Arnaldi e forse neanche un altro Herbert Pagani, per così dire… 

AG: Ti racconto una cosa. Ieri, come spesso accade il sabato e la domenica MILA mi da il cambio alle 19.00 e dice. E mi dice: “tra poco, verremo sostituiti dall’intelligenza artificiale… Metteranno un robot con i baffi tuoi al tuo posto”. Al che io rispondo “sì, non solo, ma campioneranno anche la nostra voce, una tristezza…”

MHB: Però un attimo! Come sai a volte faccio delle interviste e per NL ne abbiamo fatta una a Marta Suraci in cui ci spiegava quanto loro hanno a cuore il fatto che la radio debba essere umana.
Il concept  che avevano sviluppato era qualcosa tipo “il computer non ha un’anima. Un conduttore si… il computer ha un algoritmo un computer un cuore”. Certo, era prima di ChatGPT e di Peperoni AI ma il discorso resta valido quindi forse da questo punto di vista sei finito nel posto dove è meno probabile che sarai sostituita da computer… 

AG: Infatti, io direi che la radio deve avere per forza un’anima. E quest’anima sono per gli animatori, gli speaker , oltre ovviamente alla musica.

MHB: Però la mia domanda era relativa ai giovani. Sembra non esistano altre personalità originali, altri Herbert Pagani o Andenna, per dire. Non vorrei che il sistema stesso, i clock, i computer, le scuole di radio stiano contribuendo a creare tanti perfetti cloni. Che impressione hai? 

AG:  Che dipende da chi insegna, in queste scuole. Chi genera questi “mostri”. Non voglio far polemiche a livello sociale e politico, o peggio di religione e politica. Ora, purtroppo adesso un’altra cosa che mi dà l’orticaria: è il politicamente corretto (o scorretto). Si dicono sempre le cose giuste. Ma dipende dagli insegnanti. Se una di queste scuole decidesse, non dico di prendere me, ma qualcuno dei nostri colleghi e di fare scuola ai giovani, forse si creerebbe un fiume di nuove leve originali.
O alternative: Io sono sempre stato per le alternative, contrario all’uniformità. Quindi, più spazio ai giovani? Sì, ma ragazzi che sanno quello che fanno. Che non siano cloni, o automi.

MHB: L ‘ultima domanda che volevo farti è questa, tu oltre a occuparti di musica, di Radio sei impegnato a livello sociale, nell’aiuto al prossimo. Due parole su questo tuo aspetto meno conosciuto.

AG: Certo e vi ringrazio dell’opportunità. Io da anni faccio parte dei Cavalieri Templari, riconosciuti  in una lettera anche dal Cardinal Sodano… (per chi non capisse di cosa parliamo, ecco la descrizioe di Dagospia di qualche anno fa: “-“NON SIAMO MASSONI MA CAVALIERI MONACI, FACCIAMO VOTO DI OBBEDIENZA, UMILTÀ E SILENZIO” – E CON LE DONNE? “NON ABBIAMO MICA IL VOTO DI CASTITA’” N.d.R) …noi abbiamo. In primis, sopravvivenza del genere umano, aiuto chiaramente ai bisognosi e oggi stiamo facendo una campagna a sostegno di Maalula, un’enclave cristiano dove parlano ancora aramaico in Siria. Poi negli ultimi tempi abbiamo fatto un gemellaggio con la protezione civile italiana, c’è questa volontà di essere presenti sul campo in aiuto di tutti”.

(M.H.B. per FM-World)

Oltre le ore di ascolto cumulate: Netflix introduce una metrica quasi simile al “numero di telespettatori”

Servizio a cura di Marco Barsotti

Breaking news nel mondo dell’On-Demand. Netflix, che da sempre ha riportato i dati di ascolto dei propri show sulla base delle “ore cumulate di ascolto” fa un passo verso una metric più familiare (e forse omogenea agli altri broadcaster), introducendo le…”Ore di visione diviso per il totale del run time”. 

View Count

Un indicatore che Hollywood Reporter definisce “view count”, contatore delle visualizzazioni. 
Certo, non si tratta di “telespettatori” o del curioso termine scelto da Tvblog: gli “ascolti” televisivi.

Ma è pur vero che siamo tutti abituati da decenni a leggere che “Sherlock Holmes ha registrato ieri un netto di 753.000 telespettatori, share 5.3%” e il dato tradizionalmente fornito da Netflix, “Manifest stagione 4 ha registrato 42 miliioni e 900 mila ore viste” era troppo astratto per permettere un paragone.  

Certo, la società aveva in passato spiegato il razionale di questa scelta, che tiene ad esempio in conto del fatto che a taluni titoli cult vengono spesso visti numerose volte.

Difficoltà di contestualizzazione

Ma oggi, in un post che inizia con “We heard feedback that only providing hours viewed on our Top 10 lists was hard to contextualize” (abbiamo recepito i vostri messaggi sulla difficoltà di “contestualizzare” la nostra classifica di ascolto) il gigante dell’OTT fa appunto un passo avanti.

Semplici divisioni

Cosi’ Netflix spiega la scelta: 

Il numero di ore viste diviso per la durata si è dimostrata una metrica più facilmente comprensibile per molte persone, quindi a partire da oggi, mentre continueremo a mostrare le ore di visualizzazione per titolo, le nostre classifiche Top 10 saranno ora ordinate per visualizzazioni. Estenderemo anche il periodo di qualificazione per le nostre liste più popolari da circa un mese (28 giorni) a tre mesi (91 giorni) dato che molti dei nostri show e film crescono significativamente nel tempo”. 

 Nessuna metrica è perfetta

“Come abbiamo sempre detto” – afferma la società -, “non esiste una metrica di streaming perfetta. Ma riteniamo che le visualizzazioni combinate con il totale delle ore di visualizzazione siano un’evoluzione positiva perché: 

  • È ancorata al coinvolgimento – la nostra migliore misura della soddisfazione dei membri e un fattore chiave di fidelizzazione (che a sua volta guida il nostro business); 
  • Garantisce che i titoli più lunghi non abbiano un vantaggio; e 
  • Consente ai terzi di confrontare l’impatto relativo di film e serie – nonostante la diversa durata. 

Questi cambiamenti forniscono una panoramica più completa di ciò che gli spettatori Netflix preferiscono in tutto il mondo e consentono paragoni più equi tra film e programmi tv di lunghezza diversa. “

Più spettatori che abbonati

Ecco, dunque, che scopriamo come The Queen’s Gambit figuri nell’elenco dei 10 titoli “più visti” di tutti i tempi, mentre – e questo ci pare notevole – Squid Games e Wednesday hanno entrambi visto un numero di telespettatori superiore al numero di abbonati a livello mondiale. 

Un dato difficilmente eguagliabile dalle nostre reti tradizionali, che difficilmente potranno mai annunciare un numero di telespettatori superiore ai 59 milioni. (M.H.B. per FM-World)